ROSA' – “Mi mangio il cancro”: alimentazione con Franco Berrino
Serata conclusiva del ciclo di incontri senza censura 2015 al Cinema Teatro Montegrappa, promossa dalla libreria La Bassanese e dell’omonima associazione culturale, in collaborazione con l’Associazione Oncologica San Bassiano.
Più che mai attuale il tema, visto il recente scalpore suscitato dalla divulgazione della dichiarazione dell’Oms sugli effetti cancerogeni provati da un eccessivo consumo di carne animali lavorate.
Franco Berrino, medico, patologo, epidemiologo, già direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, ha promosso lo sviluppo dei registri tumori in Italia e in Europa, indagando da anni sul rapporto fra stile alimentare, livelli ormonali e successiva incidenza del cancro nonché sperimentazioni sullo stile di vita per prevenire l’incidenza del cancro al seno e delle sue recidive. I suoi studi e le ricerche degli ultimo anni sono contenute nel nuovo libro “Il cibo dell’uomo”, edito da Franco Angeli, che sarà presentato durante l’incontro.
«Mangiando meno si vive di più»: l’obiettivo del volume è rivalutare il cibo semplice e trasmettere poche ma importanti raccomandazioni preventive: più cereali integrali, legumi, verdura e frutta, meno zuccheri e cereali raffi nati, carni e latticini. Durante la serata, introdotta dal giornalista Gianni Celi, presidente dell’Associazione Oncologica San Bassiano, il prof. Berrino indicherà consigli a chi diffida della pubblicità e dei nutrizionisti televisivi ma non sa come orientarsi; ai genitori che si interrogano su quale sia l’alimentazione migliore per crescere i propri fi gli; a chi soffre di piccoli disturbi che incidono fortemente sulla qualità della vita; ai malati che si chiedono quale sia l’alimentazione per aiutare la guarigione e prevenire le recidive della malattia; ai medici che, consapevoli della loro impreparazione, desiderano aiutare i loro assistiti con umiltà e competenza; a erboristi, farmacisti e gestori di negozi biologici perché non veicolino proposte dietetiche potenzialmente nocive.