E’ morto Lino Toffolo, simbolo di Venezia e del Veneto
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Il Veneto e il mondo dello spettacolo italiano piangono l’attore, musicista e regista muranese Lino Toffolo, scomparso all’età di 81 anni, ne avrebbe compiuti 82 a dicembre. Due anni fa, nel giro di pochi mesi, era stato operato due volte per problemi alle coronarie. Si era rotto un polso ed era in ospedale a Venezia per rimuovere il gesso, quando la situazione è precipitata.
L’attore – come racconta tra le lacrime la figlia Anna – dopo aver cenato in famiglia, si è alzato e si è accasciato improvvisamente. Vani tutti i tentativi di rianimarlo. Lascia la moglie Carla e i figli Anna, Luisa e Paolo.
Toffolo era un simbolo per Venezia e il Veneto.
Nella sua lunga carriera, iniziata con la creazione della sigla radiofonica ‘El Listòn’ per la sede RAI del Veneto e continuata a fianco dei più grandi nomi dello spettacolo (Enzo Jannacci, Bruno Lauzi, Cochi, Renato Pozzetto, Massimo Boldi, Lina Wertmüller, Samperi, Mastroianni, Gassman. Lo ricordiamo anche in Brancaleone alle crociate di Monicelli, con Adriano Celentano in Yuppi du e con Dino Risi in «Telefoni bianchi». Lunga anche la sua carriera teatrale con l’interpretazione di testi di Goldoni. Ha lavorato a fianco di Alighiero Noschese in Canzonissima 1971. E’ protagonista di “Sior Toni Bellagrazia” (1965) e nel prologo de “La moscheta” (1998) di Ruzante con la regia di De Bosio. È il carceriere ne ‘Il pipistrello’ di Strauss (1997) e voce recitante in “Pie. rino e il lupo” di Prokovief e nell’ “Histoire du soldat” di Stravinskij”. Nel 1986 Toffolo è stato nel cast di «Un fantastico tragico venerdì», condotto dall’attore Paolo Villaggio. Ultimo lavoro nel 2013 con Gigi Proietti (‘L’ultimo papa re’). Toffolo era nel cuore di tutti per la sua simpatia, la sua ironia mai volgare, il suo accento veneto esilarante e la sua capacità interpretativa che gli permetteva di trattare argomenti seri con una comicità unica.