7 Giugno 2017 - 16.23

VERONA- Sequestro di sette villaggi turistici del valore di 95 milioni di euro, sei indagati

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Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Verona ha dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo, emesso dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Verona, che ha riguardato 7 complessi turistici, attivi in Piemonte, Trentino Alto Adige, Puglia, Basilicata e Sicilia, per un valore di oltre 95 milioni di euro. I beni erano stati distratti, attraverso complesse operazioni immobiliari e societarie, dalla Soglia Hotel Group di Verona, fallita nel 2012, a favore di società indirettamente riconducibili ad alcuni degli indagati. Sono state disposte, altresì, misure interdittive all’esercizio dell’attività imprenditoriale notificate a 6 persone, ritenute, a vario titolo, complici nell’articolata vicenda che ha riguardato gli immobili della ex C.I.T. (Compagnia Italiana Turismo) L’indagine condotta dalle Fiamme Gialle veronesi, coordinate dalla locale A.G., è stata avviata proprio con lo scopo di fare luce sul fallimento della Soglia Hotel Group, che aveva acquistato i sette villaggi da un importante complesso industriale del turismo, il Gruppo CIT, che, all’epoca dei fatti, beneficiava delle tutele legali previste per le grandi imprese in crisi. L’operazione di cessione si inseriva in un più ampio progetto di salvataggio di tale Gruppo, predisposto dal Commissario Straordinario nominato dal Ministero dello Sviluppo Economico, che comprendeva anche accordi per la tutela degli oltre 300 dipendenti delle strutture alberghiere, per i quali era previsto il mantenimento del posto di lavoro. Durante le indagini, condotte attraverso l’esame di copiosa documentazione acquisita dalla procedura fallimentare, si è invece potuto accertare che, attraverso una serie di accordi e di operazioni societarie e immobiliari – precedenti la dichiarazione di fallimento – è stato distratto l’ingente patrimonio immobiliare del C.I.T., con grave danno per i dipendenti e per i creditori. Infatti, pochi mesi dopo l’acquisizione dei complessi turistici, per un valore di 30 milioni di euro, ad opera di una società “veicolo” appositamente costituita dalla Soglia Group, Comunicato stampa Verona, 7 giugno 2017 le quote di proprietà della stessa sono state rivendute ad un valore notevolmente inferiore, circa 3 milioni di euro, a tutto vantaggio delle persone che avevano pianificato l’acquisizione a danno della società venditrice. La Soglia Hotel Group è stata condotta verso un fallimento “pilotato” e depauperata del suo patrimonio, con le vendite degli immobili che ne facevano parte. In sostanza, le indagini hanno dimostrato come, parallelamente ai rapporti intercorsi con la procedura C.I.T., i proprietari della fallita abbiano intrattenuto rapporti contrattuali con altri soggetti per rivendere immediatamente i complessi alberghieri, con enorme profitto. Le aziende, collegate alla gestione delle strutture turistiche, sono state concesse in affitto alla stessa Soglia Group, che non ha rispettato le obbligazioni contrattuali, in quanto già avviata allo stato di insolvenza, comprese quelle relative al mantenimento del posto di lavoro dei dipendenti, circostanza, questa, imposta nella originaria vendita da parte del Commissario Straordinario, giustificante il prezzo vantaggioso di 30 milioni di euro, stabilito proprio per garantire la continuità aziendale e la conservazione dei rapporti di lavoro dipendente in essere. I villaggi, tutt’ora attivi, hanno un valore “periziato” che si avvicina ai 100 milioni di euro. I beni sottoposti a sequestro sono stati immediatamente affidati ad un amministratore giudiziario che li gestirà nelle more del procedimento al fine di garantire la continuità dell’attività imprenditoriale. Le stesso provvedimento prevede sei misure interdittive notificate ai soggetti che all’epoca dei fatti ricoprivano ruoli nelle società intervenute nella vicenda. In particolare si tratta dei rappresentanti legali della fallita e delle società intervenute nella prima operazione di trasferimento, nonché di altri due soggetti detentori (attraverso altre società) delle quote societarie della impresa, che ha acquistato la “società veicolo” detentrice degli immobili e delle strutture alberghiere

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