TEATRO COMUNALE DI VICENZA – Tutto sulla prossima stagione
È stata presentata oggi – giovedì 8 giugno 2017 – la nuova stagione artistica del Teatro Comunale di Vicenza a 10 anni dalla sua inaugurazione; sono intervenuti il Presidente della Fondazione TCVI Roberto Ditri e il Vicesindaco e Assessore alla Crescita del Comune di Vicenza, Jacopo Bulgarini d’Elci.
Erano presenti anche i referenti artistici delle sezioni: Loredana Bernardi consulente per la danza; Annalisa Carrara e Federico Corona, consulenti per la prosa; Piergiorgio Meneghini, direttore artistico e Paolo Pigato, Presidente della Società del Quartetto di Vicenza, per la concertistica; ancora il maestro Meneghini per la sinfonica, nel suo ruolo di direttore generale dell’Orchestra del Teatro Olimpico, con il Presidente della OTO Franco Scanagatta.
È un momento importante che vede la Fondazione sempre più protagonista nel dibattito culturale del territorio, pronta a dare segnali forti nonostante le recenti, gravi defezioni nella compagine dei Soci Fondatori (l’uscita di Banca Popolare di Vicenza comunicata ufficialmente il 29 aprile scorso), Fondazione che non intende venir meno alla sua mission di centro di aggregazione culturale della Città e riferimento per i Cittadini, grazie alla varietà dell’offerta artistica di spettacolo dal vivo, proposto sempre a livelli molto alti. Nessun taglio nella programmazione dell’undicesima stagione artistica che prenderà il via nell’ottobre prossimo; la Fondazione TCVI continuerà ad investire nel “prodotto” culturale che offre al suo pubblico con tenacia e perseveranza, continuando a proporre eventi di spettacolo originali e di riconosciuto valore artistico.
Il ruolo di interlocutore e punto di riferimento nel panorama culturale del Teatro Comunale di Vicenza, è innegabile, confermato dai dati sia in termini di partecipazione e affluenza del pubblico, sia di varietà e qualità dell’offerta, indici che lo pongono ai livelli di Teatri di Città capoluogo ben più grandi di Vicenza. La nostra Città ha circa 112.000 abitanti che, se messi in relazione alle oltre 108.000 persone che hanno frequentato il Teatro nel corso dell’ultimo anno, rendono bene in cifre il radicamento del Comunale nella Comunità.
A livello generale cresce costantemente la domanda di spettacolo dal vivo, come evidenziano il Rapporto Federculture 2016 e le recenti rilevazioni Istat su consumi culturali: nell’ultimo anno è aumentata del 4% la spesa delle famiglie italiane per gli spettacoli, confermando il recupero rispetto alla situazione pre-crisi; il TCVI ha registrato complessivamente un + 13% nella vendita di biglietti e abbonamenti nella stagione appena conclusa.
La programmazione 2017/2018
La stagione artistica a 10 anni dall’apertura del Teatro propone nelle sezioni “classiche” della sua programmazione – danza, prosa, concertistica, sinfonica – spettacoli di grande richiamo e proposte di grande qualità, graditi ritorni di guest star in campo musicale (Murray Perahia tra tutti), compagnie di eccezionale levatura nel panorama della danza internazionale (Ballets Jazz de Montreal, Rioult Dance New York e lo spagnolo Victor Ullate Ballet), abbonamenti su misura per la prosa, formula che ha decretato nella scorsa stagione un + 20% al botteghino, per un pubblico fidelizzato che potrà scegliere tra i migliori titoli della scena nazionale, con grandi nomi
(Claudia Cardinale, Luca Barbareschi, Marco Paolini, Elio De Capitani, Serra Yilmaz, Gioele Dix, Lucilla Giagnoni, solo per citarne alcuni), novità assolute come lo spettacolo “Night Circus” degli ungheresi Recirquel in prima nazionale a Vicenza a fine novembre, e ancora cabaret, musical, operetta e danze folkloristiche negli spettacoli fuori abbonamento.
Saranno presenti nella nuova stagione le sezioni collaterali come il Cinema al Ridotto, con i titoli annunciati dopo l’estate, percorsi educativi consolidati come i Progetti Formativi (teatro, danza, musica per tutte le fasce di età scolare e prescolare), il filone della musica pop e dei grandi concerti (anche qui, come di consuetudine i nomi degli artisti saranno resi noti più avanti) e novità assolute come “Le età dell’arte” una serie di quattro incontri-spettacolo dedicati ai grandi momenti di trasformazione nella storia della percezione artistica, condotti da profondi conoscitori e storici dell’arte di fama nazionale.
Tre giorni di “Open Day” sono previsti per festeggiare i 10 anni dall’inaugurazione del Teatro Comunale di Vicenza – venerdì 8, sabato 9 e domenica 10 dicembre – con una serie di eventi studiati per coinvolgere la Cittadinanza nella vita e nella macchina teatrale; una produzione site specific della giovane compagnia Stivalaccio Teatro condurrà i visitatori a scoprire i luoghi e i segreti dell’organizzazione con momenti di animazione, naturalmente a tema.
Se queste, in estrema sintesi, le novità in cartellone (vedi allegato), la cifra distintiva della nuova stagione artistica sarà un cross over di generi del contemporaneo, in un programma che propone celebri titoli e nuove produzioni, teatro di impegno e “sconfinamenti” nel teatro canzone per la prosa, spettacoli di danza di straordinario livello proposti da compagnie “icone” nei diversi generi, interpreti musicali di prima grandezza accanto a nuove promesse del panorama internazionale. Varietà sarà la parola chiave anche per gli spettacoli fuori abbonamento, dove ci sarà spazio per l’operetta, il musical, le danze folkloristiche, a grande richiesta del pubblico, ma anche per i comici e l’ironia.
La nuova programmazione artistica del Teatro Comunale di Vicenza propone un cartellone con oltre 60 date (12 spettacoli per la danza, 13 per la prosa, 13 per la concertistica, 7 per la sinfonica, 10 per i fuori abbonamento, più i progetti formativi e le residenze artistiche in fase di definizione), senza contare gli appuntamenti al Cinema e i nuovi eventi, in un calendario che da ottobre 2017 accompagnerà gli spettatori fino a maggio 2018.
Assetto istituzionale, network e principali dati economici
La Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza è stata istituita nel 2007 per gestire il Teatro Comunale di Vicenza; i soci sono il Comune di Vicenza, la Regione del Veneto, la Banca Popolare di Vicenza, in uscita, nella compagine dei Soci fino al 31.12.2017 e la Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona (socio sostenitore). L’attività della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, l’istituzione che gestisce il Teatro, è resa possibile grazie ai loro contributi (quote annuali che costituiscono il fondo di gestione) e al sostegno economico di partner e sponsor che, a vario titolo, credono nell’investimento in cultura: Nella stagione appena conclusa: Fiamm, Gruppo Mastrotto, Develon, Colorcom e AIM Energy come partner; Gruppo AFV Beltrame, Inglesina, Confartigianato Vicenza, Burgo Group, Confcommercio, Anthea SpA, Gioiello Italiano, Lions Club Vicenza Palladio, Telemar, Cantine Vitevis come sponsor; Il Giornale di Vicenza per la cultura come media partner.
Il Teatro Comunale di Vicenza è capofila della rete Teatri Vi.Vi. (rete aperta tra i Teatri di Vicenza e i maggiori centri della provincia, Arzignano, Bassano del Grappa, Lonigo, Montecchio Maggiore, Noventa Vicentina, Schio e Thiene) nata per promuovere la collaborazione tra le istituzioni e diffondere la conoscenza del teatro, favorendo la partecipazione del pubblico a spettacoli, anche in luoghi diversi.
Il Teatro Comunale è attivo anche nella promozione dell’attività di alcune giovani compagnie teatrali (Stivalaccio Teatro) e partecipa alle più importanti reti operative a sostegno della giovane danza d’autore, tra cui Residance e Anticorpi XL.
Il Teatro Comunale di Vicenza è un Teatro virtuoso, che chiude il bilancio 2016 in attivo con un fatturato complessivo di 3.080.000 euro, ricavi per 2.341.000 euro; da segnalare che il 50% dei ricavi è frutto delle attività caratteristiche (vendita biglietti e abbonamenti, locazione sale e spazi), entrate che vanno a coprire interamente le spese artistiche, che quindi si autosostengono, cosa non scontata; la sola voce “vendita biglietti” ha registrato un incremento del 13% con una ricaduta positiva sugli incassi di 140.000 euro; 220 sono state le giornate complessive di occupazione, attività che ha prodotto ricavi per quasi 240.000 euro. Un altro indice estremamente positivo il grado di riempimento delle sale con una media, per gli spettacoli della programmazione, di oltre il 90%.
Certo il 34% delle entrate (pari a 740.000) proviene dal fondo gestione dei Soci e la notizia dell’abbandono della Banca Popolare di Vicenza, giunta a ridosso dell’approvazione del bilancio consuntivo 2016 da parte dell’Assemblea dei Soci, e quindi il venir meno della quota annuale di 200.000 euro, è stato un duro colpo. Non è certo una novità o qualcosa di inaspettato, ma il fatto pone di fronte a scelte inevitabili.
Di sicuro la parola d’ordine sarà ottimizzazione: l’utilizzo di una struttura imponente come il Teatro costa molto, basti pensare che le voci illuminazione, energia elettrica e teleriscaldamento pesano per circa 120.000 euro all’anno sull’economia del sistema; sono previste nuove soluzioni orientate al risparmio energetico e a ridurre l’impatto ambientale, come la sostituzione dell’attuale sistema di illuminazione con lampade a led e l’installazione di pannelli fotovoltaici.
Un pubblico fidelizzato
Sono sicuramente rilevanti i dati di “affluenza fidelizzata”, ovvero gli abbonati, delle singole Stagioni del Teatro Comunale di Vicenza: 1.238 gli abbonamenti per la prosa, in netto aumento grazie alle formule dell’acquisto scegliendo gli spettacoli da inserire, 650 gli abbonamenti della danza e ben 638 per la formula ridotta a tre spettacoli, per un totale di 1.288, 508 sono gli abbonamenti della Concertistica e 503 quelli della Sinfonica.
Si tratta di un pubblico appassionato (abbonati + spettatori), che ha espresso un gradimento molto alto sugli spettacoli ai quali ha assistito (oltre il 95% con un valore compreso tra 3 e 5, su un totale di 5) come attestano le rilevazioni di gradimento.
È un pubblico competente e appassionato che, oltre il Teatro Comunale, frequenta altri Teatri a Vicenza e provincia (circa il 60%, dato disponibile al momento per le sezioni Danza e Prosa) e si spinge in altre città del Veneto per assistere a spettacoli di vario genere (con una percentuale molto alta, più del 40%).
Nella stagione appena conclusa (ieri l’ultimo appuntamento al Cinema) sono stati oltre 3.500 gli abbonamenti venduti, circa 50.000 i biglietti emessi per gli spettacoli ed i concerti, più di 6.000 gli studenti che hanno partecipato ai Progetti Formativi e alle Fiabe in Musica della domenica pomeriggio, oltre 200 gli eventi all’interno del Teatro (appuntamenti della stagione artistica ed eventi ospitati), per un totale di 108.000 presenze annue: i dati, come già detto, confermano la vitalità del Teatro Comunale di Vicenza, nel suo ruolo di polo culturale della Città, e non solo, oltre ad essere un luogo di aggregazione e una location attrattiva anche per eventi di altro genere.
È un pubblico digitalizzato quello del Comunale; quasi il 60% degli spettatori utilizza infatti la rete (email, internet, sito, social) per tenersi informato sulle attività del Teatro, percentuale che sale all’88% per gli spettatori under 50, mentre l’altra metà del pubblico continua ad affidarsi per l’informazione ai media cartacei. Cresce la percentuale di spettatori che acquista online il biglietto (quasi il 60%) e avanza anche la vendita tramite App TCVI applicazione scaricata da 1.750 utenti.
È un pubblico prevalentemente femminile (68%) e, in linea con il trend nazionale, principalmente adulto (quasi il 70% degli spettatori ha un’età compresa tra i 51 ed i 70 anni). Resta costante la percentuale di pubblico più giovane, con gli under 40 che rappresentano oltre il 16% del pubblico totale (di questi ben il 66% è under 30). Sono spettatori che amano approfondire quello che vedono, come conferma il gradimento per gli Incontri a Teatro e con la Danza (82%) e il tipo di interessi dichiarati. Cresce il pubblico dei giovanissimi grazie alle nuove iniziative.
Informazioni su spettacoli, biglietti e abbonamenti
Il rinnovo degli abbonamenti inizierà come di consuetudine in luglio, a partire da giovedì 6 e proseguirà fino a venerdì 28 luglio; riprenderà poi dal 12 al 16 settembre, mentre il 21 e il 22 settembre sarà possibile effettuare il cambio posto o tipologia di abbonamento; i nuovi abbonamenti saranno in vendita da martedì 26 settembre, mentre i biglietti da martedì 3 ottobre.
Sono numerose le formule di abbonamento previste: oltre alle quattro sezioni classiche (danza, prosa, concertistica e sinfonica), sarà possibile acquistare l’abbonamento Mini-Danza (3 spettacoli nella recita pomeridiana della domenica), gli abbonamenti per la Danza e Prosa al Ridotto, il tradizionale Tutto Musica (che prevede complessivamente 19 concerti, ovvero la programmazione integrale delle sezioni sinfonica e concertistica) e l’abbonamento Musica Breve (8 concerti). Anche per questa stagione la Prosa sarà “su misura” con 13 titoli in un unico cartellone (tutti gli spettacoli in Sala Grande e al Ridotto); accanto alle tipologie di abbonamenti tradizionale (6 spettacoli in Sala Grande oppure 5 spettacoli al Ridotto) l’abbonato potrà costruirsi un abbonamento personalizzato: 13 titoli (tutti gli spettacoli), oppure 7 o 8 titoli della Prosa in Sala Grande.
I prezzi degli abbonamenti hanno subito delle variazioni minime (da 1 a 2 euro in più) rispetto alla passata stagione e molte agevolazioni sono offerte agli abbonati: sconti sull’acquisto di biglietti per il 70° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico; sconti sull’abbonamento, come pure sui biglietti per gli spettacoli fuori abbonamento, per chi acquista più sezioni del cartellone.
I biglietti per gli spettacoli delle sezioni artistiche, che saranno in vendita da martedì 3 ottobre e fino alle date di inizio delle singole stagioni se non esauriti in prevendita, hanno prezzi vari. si va dai 50 euro (biglietto intero) per il Concerto di fine d’anno della OTO, ai 10,60 euro dei biglietti ridotti under 30 per gli spettacoli di danza al Ridotto.
LE SEZIONI
Danza
La stagione di danza del Teatro Comunale, Vicenza Danza, giunta quest’anno alla XXII edizione, propone una programmazione di livello internazionale e vasto respiro artistico che spazia dal circo moderno al repertorio classico, dal contemporaneo al ballet en travesti passando per Ungheria, Uruguay, Francia Canada, Stati Uniti, Spagna e Italia. La programmazione prevede sette spettacoli in abbonamento, di cui tre in doppia data.
La rassegna di Danza Contemporanea con un’incursione in marzo in Sala Grande, avrà luogo invece al Ridotto con una programmazione dedicata ai percorsi di ricerca, focalizzati sulle nuove espressioni della danza e della pluralità dei linguaggi espressivi; saranno quattro, oltre al “racconto furioso” della Morganti, gli appuntamenti in programma. “A Fury Tale” è la nuova creazione di Cristiana Morganti; qui la ballerina di Pina Bausch (tutt’ora danzatrice ospite al Tanztheater di Wuppertal) si presenta in veste di coreografa e regista, mettendo in scena due bravissime danzatrici, bianchissime di carnagione e rosse di capelli, simili eppur diversissime, e con loro indaga, con la sua inconfondibile ironia, il tema della rabbia, sentimento ambiguo comunemente inteso come forza distruttrice di cui si dimentica l’enorme potenziale creativo.
La stagione in Sala Grande inizia in novembre con una proposta ad alto tasso di innovazione, lo spettacolo “Night Circus” presentato dalla compagnia ungherese di circo contemporaneo Recirquel. Si tratta di un viaggio notturno e magico ambientato 10 metri sopra il cielo, interpreti un gruppo di giovani acrobati in grado di coniugare bravura, bellezza ed eleganza, al trapezio, sulla fune e al palo cinese. Il nome della compagnia e il titolo dello spettacolo si riferiscono infatti alla rinascita del circo classico, attualizzato da elementi di nouveau cirque, il tutto accompagnato da musica eseguita dal vivo. Recirquel, in tournée in Italia per la prima volta e a Vicenza in prima nazionale,in data unica, è stata fondata a Budapest nel 2012 dal coreografo Bence Vági con l’obiettivo di attualizzare la tradizione circense mitteleuropea, avvicinando generi come il teatro fisico, la danza e il circo, per presentare uno spettacolo contemporaneo ricco di fascino e di raffinate acrobazie.
In dicembre sarà la volta del BNS|Ballet Nacional Sodre|Uruguay diretto da Julio Bocca; degna di nota è la sua Prima Ballerina, Maria Riccetto, che il 30 maggio scorso ha ricevuto a Mosca il prestigioso Premio Benois de la Danse come miglior ballerina 2016. La Compagnia presenterà a Vicenza, in prima ed esclusiva nazionale, un programma di brani tratti dal repertorio classico, come la Suite dal “Don Chisciotte” e il passo a due da “Carmen”, e dal contemporaneo, come l’“Adagietto” creato dal coreografo argentino Aráiz sul celebre movimento lento della Quinta Sinfonia di Mahler, un ipnotico passo a due “al rallentatore” e la leggendaria “Sinfonietta”, che rivelò al mondo il genio creatore del coreografo Jiri Kylian, e la sua storica compagnia, il Nederland Dans Theater.
In rappresentanza della danza italiana, ancora in dicembre, pochi giorni dopo il debutto, sarà a Vicenza la “Bella Addormentata” della compagnia Junior Balletto di Toscana, formata da giovanissimi e talentuosi danzatori, con la direzione artistica di Cristina Bozzolini. La nuova produzione per 16 danzatori, drammaturgia e coreografia di Diego Tortelli su musica di Tchaikovsky, mette in scena la solitudine di un giovane scrittore che trova conforto solo nei suoi sogni e nell’immaginaria stanza creata per incontrare Aurora, incarnazione dell’amore perfetto:
ma solo la liberazione da queste ossessioni, permetterà al giovane artista di colmare il vuoto con parole, incontri e sensazioni reali e liberare la sua creatività.
Divertimento assicurato, in febbraio, con la travolgente ironia dei Chicos Mambo, un ensemble di sei danzatori che, travestiti da ballerine, mettono la loro tecnica al servizio dello humour e della parodia.“Tutu”, spettacolo creato nel 2014 per i 20 anni della compagnia, si divide in quadri che rappresentano le icone del balletto di tutti i tempi, le star della danza contemporanea, i balli da sala e le acrobazie dei danzatori; più di 40 i personaggi portati in scena, immersi in un universo fantastico, per celebrare un tributo alla danza con uno spettacolo effervescente, ricco di colori e visioni, divertentissimo e raffinato.
Sarà uno spettacolo ai massimi livelli, quello proposto ad inizio marzo dai Ballets Jazz de Montreal, storica compagnia canadese riconosciuta a livello internazionale per il suo stile orientato al contemporaneo, ma in grado di coniugare l’estetica del classico (e quindi la rigorosa preparazione che presuppone) a nuove tendenze in grado di vivacizzare (jazzing up è il termine che le rappresenta) l’arte coreutica per renderla alla portata di platee sempre più vaste. A Vicenza i BJM presenteranno un trittico ideato dal direttore artistico Robitaille, tre espressioni di eccellenza della coreografia contemporanea, in grado di esaltare la fisicità e le caratteristiche tecniche dei danzatori. “Rouge” primo brano, coreografia di Rodrigo Pederneiras, fondatore dei brasiliani Grupo Corpo, è una creazione che si rifà alle tradizioni indoamericane, un omaggio alla cultura dei Nativi, una danza corale e intensa in cui emergono i sentimenti della fuga e della libertà insiti nel mainstream della migrazione. Il lavoro centrale “O Balcão de Amor” dell’israeliano Itzik Galili, coreografo di rilievo nel panorama della danza contemporanea, sarà invece una rivisitazione di un lavoro creato per il Balé da Cidade de São Paulo. A chiudere la serata “Kosmos” del greco Andonis Foniadakis, coreografo di tendenza che predilige i movimenti ininterrotti che generano un’energia esplosiva, ricca di straripante fisicità.
Altro gradito ritorno, dopo la sua esibizione nella primavera del 2010 al Comunale, quello della Rioult Dance New York con uno spettacolo di grande raffinatezza stilistica, “Serata Bach”, un omaggio alla musica del celebre compositore in programma in marzo. Si tratta di un originalissimo programma ideato per i 20 anni della compagnia, splendida fusione di fisicità americana e sensibilità europea, che raccoglie 4 coreo¬grafie di Rioult ideate dal 2008 al 2015, titoli emblematici in cui la rigorosa struttura della musica barocca incontra l’evanescenza e la modernità delle forme. Views of the Fleeting World (Visioni di un mondo fugace) è un brano meditativo diviso in nove parti (ensemble e passi a due) in cui i corpi dei danzatori fanno da contrappunto allo spazio rarefatto e alle proiezioni video che scorrono sul fondale. Tutt’altra atmosfera per City, quartetto ambienta¬to tra grattacieli di una grande città, con danzatori in abiti casual per rendere la frenesia dell’ambientazione contemporanea, incalzante come la Sonata n. 6 per violino e pianoforte di Bach. Polymorphous si sviluppa invece su una selezione di Preludi e Fughe da Il Clavicembalo ben temperato, mentre il brano di chiusura Celestial Tides (Maree celesti, 2011) scandito sui tre tempi del Concerto Bran¬deburghese n.6, è un flusso emotivo e di forme che rende leggibile la musica nella sua serrata forza contrappuntisti¬ca. non concedendo tregua all’ascolto e al susseguirsi di visioni.
Ad aprile per il settimo e ultimo appuntamento sarà presentata la nuova rilettura de “El Amor Brujo/L’Amore Stregone” presentato dal Victor Ullate Ballet_Comunidad de Madrid.
Inizialmente creata da Victor Ullate nel 1994, la coreografia è stata rivisitata nel febbraio 2016 con nuove scene, luci e costumi, combinando gli effetti musicali della versione originale di De Falla, alle musiche dark ambient dei “In Slaughter Natives”.
L’opera “El Amor Brujo” fu scritta da Manuel de Falla all’inizio del XX secolo, connotata da un forte e intenso sapore andaluso; l’opera, come il balletto, esplora il misticismo gitano e il tema dell’amore nella sua forma primitiva ed essenziale, con chiare citazioni del folklore popolare.
Con gli spettacoli della stagione riprenderanno anche gli Incontri con la Danza, gli approfondimenti che precedono la messa in scena, incontri condotti da critici, giornalisti, storici della danza un’ora prima dello spettacolo, appuntamenti seguiti con grande interesse dal pubblico. Continua anche la felice esperienza delle residenze artistiche di danza, attualmente in corso di definizione.
Prosa
Dopo il successo della passata Stagione, in termini di gradimento del pubblico, numero di abbonamenti e biglietti venduti, partecipazione agli eventi collaterali, la Prosa, in Grande e al Ridotto, continuerà la sua vocazione al crossover di generi per un’offerta declinata in modo originale, sicuramente di alta qualità in termini artistici e di interpretazione. Sul palcoscenico del Comunale si avvicenderanno nomi conosciuti dello spettacolo italiano (Claudia Cardinale, Marco Paolini, Luca Barbareschi, Maria Amelia Monti, Elio De Capitani) e proposte assolutamente innovative, in un cartellone concepito sotto il segno della varietà di linguaggi della scena contemporanea, con incursioni in territori altri rispetto al teatro, come il nouveau cirque. Anche nella prossima Stagione, gli spettatori potranno costruirsi un abbonamento “su misura” scegliendo 6, 7 o 8 dei 13 titoli in cartellone, oppure tutti e 13, oppure i 5 appuntamenti al Ridotto, assecondando i propri gusti, le inclinazioni e le curiosità culturali di ciascuno.
La programmazione – realizzata con la collaborazione della Fondazione Teatro Civico di Schio e la supervisione di Annalisa Carrara e Federico Corona – prevede complessivamente tredici titoli, otto in Sala Grande, quasi tutti in doppia data, e cinque al Ridotto per una proposta articolata in cui sono affiancati titoli della tradizione (classici, come “Otello”, ma anche novecenteschi come “La strana coppia” o “L’Anatra all’arancia”), a momenti di intrattenimento, anche musicale, come quelli della comicità meneghina del teatro canzone di Jannacci e Gaber proposta da Ale&Franz, o di impegno per le nuove generazioni con il nuovo lavoro di Marco Paolini, di attenta ricostruzione storica in ambito scientifico come lo spettacolo dedicato alla vera scoperta del dna e di novità assoluta come il circo spettacolo dell’ungherese Recirquel.
La Stagione inizia in novembre con “La strana coppia”, lavoro teatrale di Neil Simon, interpretato da Claudia Cardinale attrice icona del cinema italiano che, con questa interpretazione, intende rendere omaggio a Pasquale Squitieri per raccontare la grande forza di un amore che sa unire oltre le convenzioni e gli schemi sociali. Lo spettacolo (debutto previsto ad ottobre) sarà messo in scena dall’aiuto-regista prediletto di Squitieri, Antonio Mastellone, che andrà ad utilizzare proprio gli appunti di regia originali. Si tratta di una versione al femminile dell’omonima commedia americana che vede protagonista una vera “strana coppia”, formata dai due grandi amori della vita del regista napoletano, Claudia Cardinale, storica compagna di vita e Ottavia Fusco, l’ultima moglie.
Spazio alle novità, a fine novembre, con il secondo spettacolo in abbonamento “Night Circus”, spettacolo della compagnia ungherese di circo contemporaneo Recirquel, un viaggio notturno e magico ambientato 10 metri sopra il cielo, interpreti un gruppo di giovani acrobati in grado di coniugare bravura, bellezza ed eleganza, al trapezio, sulla fune e al palo cinese. Il nome della compagnia e il titolo dello spettacolo si riferiscono infatti alla rinascita del circo classico, attualizzato da elementi di nouveau cirque, il tutto accompagnato da musica eseguita dal vivo. Recirquel, in tournée in Italia per la prima volta e a Vicenza in prima nazionale,in data unica, è stata fondata a Budapest nel 2012 dal coreografo Bence Vági con l’obiettivo di attualizzare la tradizione dell’eredità culturale circense mitteleuropea, avvicinando generi come il teatro fisico, la danza e il circo, per presentare uno spettacolo contemporaneo ricco di fascino e di raffinate acrobazie.
Terzo titolo per la Prosa in Sala Grande, in gennaio con “Numero Primo” con Marco Paolini che è anche l’autore, con Gianfranco Bettin, di questo interessante lavoro sul rapporto degli uomini con l’evoluzione delle nuove tecnologie. Lo spettacolo, che ha debuttato nell’autunno scorso, è la prima parte di un esperimento teatrale in tre capitoli, un racconto di fantascienza, o meglio ancora un racconto di un futuro immaginato nel prossimo ventennio, dove la tecnologia andrà a permeare l’intera società avendo la meglio anche sugli ultimi recalcitranti essere umani. E questo soprattutto in nome dei figli, perché è proprio l’amore per i figli alla base di questo insolito racconto teatrale.
Di genere completamente diverso, il quarto titolo in programma ad inizio febbraio con “Nel nostro piccolo” lo spettacolo di teatro canzone che Ale&Franz hanno dedicato a Gaber e Jannacci. Prodotto dal Piccolo Teatro di Milano, lo spettacolo parla del coraggio di vivere storie non sempre vincenti, della forza di trasmettere emozioni vere, di raccontare anche i fallimenti, la delusione degli ideali e i sentimenti profondi, come l’amore. Quell’aria meneghina e quell’ambientazione metropolitana che si respira nella comicità di Ale & Franz è infatti la stessa che aveva ispirato anche Giorgio Gaber ed Enzo Jannacci. Lo spettacolo, nato due anni fa, oltre l’omaggio alla città, diventa quindi l’ammirazione e l’elogio dei maestri; scritto con Alberto Ferrari (anche regista) e Antonio De Santis, vede in scena la coppia di notissimi cabarettisti affiancata dai musicisti Luigi Schiavone (alla chitarra), Fabrizio Palermo (al basso), Francesco Luppi (alle tastiere) e Marco Orsi (alla batteria). Nello show le canzoni del Signor G e del Dottor “Schizzo“ si mescolano alle parole di Ale & Franz (ma anche a qualche monologo di Gaber opportunamente reinterpretato) per raccontare “quel” mondo in modo sempre attuale.
Uno spettacolo comico, a fine febbraio, per il quinto titolo del cartellone, con un protagonista molto amato del teatro italiano (ma anche del cinema e della televisione): “L’anatra all’arancia” con Luca Barbareschi, che firma anche la regia della commedia, e con Chiara Noschese, dal testo “The Secretary Bird” di William Douglas Home, nella versione francese di Marc Gilbert Sauvajon. Della versione originale anni ‘70 restano nella storia dello spettacolo italiano, la commedia del 1973 con Oreste Lionello e Valeria Valeri e il film con Ugo Tognazzi e Monica Vitti. Si tratta di uno spettacolo cult del teatro comico, titolo emblematico di quella drammaturgia che suscita comicità con classe e attraverso un uso sapiente e sottile della macchina teatrale. Come spiega Barbareschi nelle sue note “ciò che muove il meccanismo di questa storia è l’incomprensione, l’egoismo, non la gelosia. Parliamo di una macchina perfetta, di dialoghi d’autore, in cui si scandaglia l’animo umano e le complesse dinamiche di coppia. L’happy ending arriva benefico dopo due ore di spettacolo durante le quali la psicologia maschile e quella femminile permettono al pubblico di identificarsi con i protagonisti”.
Si presenta particolarmente intrigante la proposta di marzo, il sesto titolo della stagione, ancora una produzione del Teatro Eliseo, “Il segreto della vita. Rosalind Franklin” di Anna Ziegler, interpreti Asia Argento e Filippo Dini, che cura anche la regia. Per la prima volta in Italia la storia di Rosalind Franklin, la scienziata che negli anni Cinquanta riuscì a fotografare la struttura elicoidale del DNA; la protagonista di questa torbida e avvincente vicenda, venne privata della sua scoperta da due colleghi, James Watson e Francis Crick, che le sottrassero le foto passando alla storia come gli unici autori, vincendo il Nobel nel 1962, nove anni dopo la morte della Franklin. Asia Argento, nell’adattamento italiano che aveva visto a Londra protagonista Nicole Kidman, interpreta con determinazione il ruolo della sfortunata ricercatrice, in questa storia che unisce scienza e giallo; con lei sul palcoscenico l’attore e regista Filippo Dini che, parlando del nuovo spettacolo spiega, spiega “Si tratta della storia di una grande scoperta scientifica e di una
grande donna, controversa e lucida, ambiziosa e detestabile, che faticosamente, contro la sua personalità, cercò di trovare un posto nella quotidianità”.
Sarà ancora in marzo il settimo spettacolo, un titolo fresco di debutto come “Miss Marple e il gioco di prestigio” di Aghata Christie, adattamento teatrale dal romanzo di Edoardo Erba, una produzione Compagnia Gli Ipocriti, regia di Pierpaolo Sepe, interpretato da Maria Amelia Monti. La più famosa detective di Agatha Christie sale per la prima volta su un palcoscenico in Italia, e lo fa con la simpatia di Maria Amelia Monti, che darà vita a un personaggio contagioso, in un’interpretazione che creerà dipendenza, in una commedia contemporanea ricca di humour e colpi di scena, ambientata in una casa vittoriana della campagna inglese.
La programmazione in Sala Grande si concluderà con un grande titolo della drammaturgia di tutti in tempi, con l’ottavo spettacolo in programma ad aprile: si tratta di “Otello” di Willliam Shakespeare presentato dal Teatro dell’Elfo, interpretato e diretto da Elio De Capitani che firma la regia con Lisa Ferlazzo Natoli. I registi realizzano questa messa in scena come un racconto di suspense, che diventa tragedia della gelosia e del sesso, dei rapporti inter-razziali e culturali, del dubbio e della potenza manipolatoria delle parole. È una lettura tutta contemporanea della tragedia che si fonda sulla nuova traduzione di Ferdinando Bruni, sensibile alla bellezza dell’endecasillabo, ma libera da ogni inclinazione letteraria e tanto attenta all’alternanza di lingua alta e bassa da avvicinarsi alla fluidità del parlato. E sulla dicotomia di chiari e scuri, di luci e ombre che le scene di Carlo Sala moltiplicano attraverso le grate, gli ori e le trasparenze di grandi sipari, e ancora sul sensibile contributo musicale di Silvia Colasanti. Dell’intenso spettacolo, che ha debuttato nell’autunno del 2016, i due registi scrivono “Mettere in scena Otello oggi è un modo per fare i conti con la singolare attrazione che la vicenda del Moro esercita in tutti noi, come un congegno misterioso messo lì per ‘innescare’ una risposta emotiva sui presupposti ideologici e i fantasmi dell’inconscio collettivo con cui una società costruisce i propri parametri proiettando ‘fuori di sé’, sullo straniero, tutto ciò che ha di inconfessabile.
Prima degli spettacoli anche nella prossima stagione, sono previsti gli Incontri a Teatro, presentazioni curate da giornalisti e critici per introdurre gli spettatori alla drammaturgia e ad un approfondimento dei lavori presentati i scena, spesso alla presenza degli interpreti e dei registi.
Di impronta diversa, più intima in un rapporto diretto dell’attore con il suo pubblico, in una relazione che diventa quasi “personale” sarà la Prosa al Ridotto, cinque appuntamenti con degli spettacoli, spesso monologhi, di rara intensità che affrontano temi molto diversi, ricchi di profonda umanità, legati a temi profondi come l’identità di genere, la paternità, la maternità.
L’inizio è previsto in dicembre con una prima regionale “Griselidis: memorie di una prostituta” con Serra Yilmaz attrice icona del cinema del regista turco Ferzan Ozpetek, conosciuta e apprezzata nella scorsa stagione dal pubblico del Comunale. Lo spettacolo, una nuova produzione, è tratto da un testo scritto da Coraly Zahonero, attrice della Comédie-Française che racconta della prostituta franco-svizzera Griselidis Real che molto si impegnò per la legalizzazione della prostituzione in Svizzera e per i diritti delle prostitute francesi.
In gennaio sarà la volta dell’umorismo pungente e sarcastico di Alessandro Fullin, regista e interprete con gli attori di Nuove Forme de “La Divina”, pièce teatrale “assai liberamente tratta” da La Divina Commedia. Fullin prende la più celebre delle opere della letteratura italiana e la stravolge gioiosamente, traendone una vivacissima rivisitazione che per 80 minuti strappa risate intelligenti e ricche di ironia. Tra frizzi e lazzi il buon Dante avrà una parola buona per tutti, invaghendosi dell’affascinante Caronte e trovandosi ad affrontare diverse problematiche, prima fra tutte come liberarsi di Beatrice, che ormai non rientra più nelle sue mire (per ovvie ragioni). L’ostentazione estrema che attinge a piene mani dalla migliore tradizione della parodia, con un occhio di riguardo al grande Paolo Poli, offre una lettura riveduta e “scorretta” del grande capolavoro, sapientemente condita da aforismi esilaranti.
Il terzo appuntamento sarà al maschile, con “Vorrei essere figlio di un uomo felice” di e con Gioele Dix, un monologo intenso, personale, a tratti estremamente divertente, che ruota attorno all’idea della paternità: che sia ignorata, perduta, cercata o ritrovata. Un viaggio che usa come guida l’Odissea toccando liberamente lungo il percorso autori molto amati e illuminanti legami con la storia personale e familiare dell’attore. Nello spettacolo Gioele Dix racconta e approfondisce alla sua maniera una vicenda letteraria e umana fitta di simboli, recitando, raccontando, leggendo, e commentando, sempre insieme al pubblico, in un recital vivace e documentato, fra suggestioni colte, rimandi alla contemporaneità e tratti di improvvisa e affilata ironia.
Dalla paternità alla maternità per il quarto titolo, “Accabadora” che sarà in scena a marzo, in prima regionale, spettacolo nato dalla collaborazione tra la scrittrice Michela Murgia e la regista Veronica Cruciani, interprete Monica Piseddu, una nuovissima produzione del Teatro Donizetti di Bergamo. L’adattamento teatrale di uno dei romanzi più letti negli ultimi anni, si snoda a partire dalla seconda parte della vicenda, quando Maria, la giovane protagonista, torna in Sardegna al capezzale della madre adottiva morente. Il tema affrontato è tra i più controversi: il significato della maternità nelle sue varie sfaccettature e il rapporto tra madre e figlia, con tutti i risvolti positivi e negativi che da sempre comporta. Lo spettacolo, un intenso monologo interpretato da Monica Piseddu, attrice che ha ricevuto numerosi riconoscimenti (Premio Ubu, Premo della Critica, Premio Le Maschere, Premio Hystrio) e che ha lavorato con registi come Poaoo Sorrentino e Marco Bellochhio, sarà presentato in anteprima a Roma in agosto, e poi in tournée a partire dall’autunno.
Ultimo appuntamento in aprile per la Prosa al Ridotto, ancora un ritorno, acclamatissimo, con il monologo “Furiosa Mente” di e con Lucilla Giagnoni, in prima regionale.
Lo spettacolo (2016) ha come tema l’evoluzione della mente: nell’epoca della tecnologia in cui la memoria viene affidata ai computer e la comunicazione agli smartphone, si rischia di dimenticare quello che è lo strumento più importante: la nostra mente, la vera risorsa per superare le battaglie che quotidianamente dobbiamo affrontare..“Furiosa Mente” diventa una sorta di esercizio spirituale per raggiungere una maggiore conoscenza delle proprie possibilità; il processo si svolge in sette tappe, ciascuna scandita da una delle virtù alle quali vengono associati dei classici della letteratura: dal poema indiano Baghavadgita all’Iliade, al Don Chisciotte, all’Antigone, all’Orlando Furioso, toccando anche il Maestro Yoda di Star Wars. In ciascun testo si racconta di un conflitto che l’individuo deve superare (l’aspetto “furioso” del titolo), e questo può avvenire, imparando a conoscere meglio la nostra mente, mettendo ordine al caos e osservando “il campo di battaglia interiore”. L’ultimo capitolo è dedicato al Cantico delle Creature di San Francesco: solo tornando a mettersi in contatto con la natura possiamo affrontare la complessità del mondo, cogliendo gli stimoli con cui poi elaborare delle soluzioni. Un percorso spirituale che sembra altisonante, ma che diventa coinvolgente ed appassionante, a tratti leggero, grazie alla indiscutibile capacità affabulatrice di Lucilla Giagnoni.
Concertistica
I punti di partenza e di arrivo del viaggio musicale proposto dalla nuova stagione concertistica della Fondazione – la numero 105 della Società del Quartetto, in collaborazione con la quale è realizzata – sono rappresentati da due formidabili formazioni orchestrali che arrivano a Vicenza in compagnia di altrettanti giovani pianisti-fenomeno.
Il concerto inaugurale di giovedì 19 ottobre è affidato alla Kremerata Baltica, orchestra creata 20 anni fa da un’idea del grande violinista lettone Gidon Kremer per farne un “prolungamento” della sua anima musicale. Considerata una delle orchestre da camera più prestigiose al mondo, la Kremerata – che è formata esclusivamente da talenti provenienti da Lettonia, Estonia e Lituania – si è esibita in oltre 1000 concerti in 50 Paesi e in più di 600 città, con una premiata produzione discografica di due dozzine di CD. Per la speciale occasione del suo ventennale, la Kremerata arriva a Vicenza accompagnata dal ventitreenne pianista coreano Seong-jin Cho, vincitore del Concorso “Chopin” nel 2015 e medaglia di bronzo ai Concorsi pianistici “Arthur Rubinstein” e “Tchaikovsky”. Intrigante il programma della serata, con l’insolita proposta dei due Concerti per pianoforte e orchestra di Chopin ai quali fanno da contrappunto due brani per archi di autori polacchi del Novecento.
Per il concerto di chiusura di lunedì 7 maggio la Società del Quartetto ospita la Camerata Salzburg; anche in questo caso si tratta di una formazione orchestrale fra le più rinomate al mondo, con una storia che affonda le sue origini nel lontano 1952 e può vantare collaborazioni con i migliori solisti, da Géza Anda a Sándor Végh, da Alfred Brendel a Sir András Schiff. Con il giovane pianista di origini polacche Jan Lisiecki, la Camerata propone al pubblico un programma che mette assieme Haydn (Sinfonia n. 52) e Mozart (Concerto per pianoforte K 449) con il Novecento di Shostakovich (Concerto n. 1 per pianoforte, tromba e orchestra d’archi).
Proseguendo con le formazioni orchestrali presenti nel ricco cartellone di 13 appuntamenti, lunedì 20 novembre è atteso al Comunale Spira Mirabilis, un ensemble senza direttore, per certi versi una “non-orchestra”, un laboratorio di studio in cui al centro del lavoro vi è una profonda ricerca intellettuale ed artistica condivisa fra tutti i musicisti che ne fanno parte. Spira Mirabilis propone l’ascolto della Sinfonia n. 1 in Do minore di Brahms.
“Per l’immortal sentiero” è il titolo della serata che l’ensemble vocale De Labyrintho e l’orchestra di strumenti antichi RossoPorpora presentano, mercoledì 6 dicembre con la direzione di Walter Testolin, in occasione dei 450 anni dalla nascita di Claudio Monteverdi; un ritorno alla musica rinascimentale fra madrigali, arie e balli.
Per concludere l’elenco delle orchestre in cartellone, mercoledì 7 marzo fa il suo esordio a Vicenza l’Orchestra da Camera di Brescia con Filippo Lama nel ruolo di concertatore. In programma “La casa del diavolo” di Boccherini (ovvero la Sinfonia n. 4 in Re minore) e la Quinta Sinfonia di Schubert. Piatto forte della serata il Concerto per due pianoforti e orchestra di Mozart con la partecipazione straordinaria di Bruno Canino & Antonio Ballista, un duo che ha segnato un’epoca nella storia del pianismo italiano.
Fra le star internazionali che impreziosiscono il cartellone messo a punto dal direttore artistico Piergiorgio Meneghini sono da segnalare due graditissimi ritorni. Giovedì 14 dicembre, a grande richiesta, i King’s Singers fanno tappa a Vicenza per il tour che celebra le Nozze d’Oro della loro avventura artistica. Il superlativo gruppo vocale britannico presenta una serie di brani della tradizione natalizia assieme ad una selezione dei successi che li hanno resi famosi in tutto il mondo.
Venerdì 23 febbraio è la volta di Murray Perahia. Dopo il trionfo tributatogli dal pubblico vicentino due anni fa, il pianista newyorkese ha accettato di tornare ad esibirsi in un recital sul palco del Teatro Comunale di Vicenza con un programma al momento in via di definizione.
Sono tre le classiche formazioni da camera, tutte di grande lignaggio e spessore internazionale, presenti nella stagione 2017/18. Il 13 novembre tocca al Cuarteto Casals, considerato il principale quartetto d’archi che la Spagna abbia espresso negli ultimi decenni e proprio per questo è quartet-in-residence alla Hochschule für Musik und Tanz di Colonia e contemporaneamente alla Escola Superior de Musica de Catalunya. In programma Beethoven (Quartetti 2 e 3 dall’op. 18 e Quartetto op. 59) e il quartetto “Otzma” del compositore contemporaneo Matan Porat.
Sabato 13 gennaio il Quintetto Bartholdy (archi) esegue i Due movimenti per quintetto d’archi di Zemlinsky, il Quintetto in Fa minore di Bruckner e la “gemma£ del Quintetto in Sol minore di Mozart.
Sempre in gennaio – lunedì 29 – Alexander Lonquich si presenta in trio con Lorenza Borrani al violino e Alec Frank Gemmil al corno naturale con brani di Schumann e Brahms.
Infine proseguono nella nuova stagione i cicli monografici: lunedì 19 marzo Filippo Gamba presenta una nuova puntata del viaggio all’interno delle 32 Sonate per pianoforte di Beethoven interpretando l’op. 22, 26 e 27. Il 16 aprile il baritono tedesco Matthias Goerne, con Alexander Schmalcz al pianoforte, conclude – con il ciclo Schwanengesang – lo straordinario trittico dedicato ai Lieder schubertiani. Giovedì 8 febbraio la violinista tedesca di origini coreane Suyoen Kim inizia, in compagnia del suo Stradivari “ex Croall” del 1684, l’Integrale delle Sonate e Partite di Johann Sebastian Bach.
Da segnalare, in anteprima sulla stagione, un appuntamento fuori abbonamentio al Teatro Olimpico.: venerdì 1 settembre Andrea Marcon dirige l’Orchestra Barocca di Venezia in un concerto tutto-Händel (Concerti Grossi e Arie) con la partecipazione straordinaria del mezzo soprano Magdalena Kozena.
Sinfonica
La stagione sinfonica 2017/2018, realizzata in collaborazione con l’Orchestra del Teatro Olimpico, la quarta del suo nuovo corso con il maestro Alexander Lonquich ancora coinvolto nel ruolo di Direttore Principale, propone sei concerti in abbonamento; protagonista la giovane OTO che, sull’onda del crescente seguito di pubblico, presenta un programma incentrato sui grandi autori del periodo Classico e Romantico: Mozart, Schumann, Schubert, Haydn, Beethoven e Mendelssohn. Fuori dal coro il concerto conclusivo, che il direttore Enrico Bronzi ha voluto dedicare interamente a Sergej Prokof’ev.
L’altro tratto che caratterizza la nuova programmazione è la frequente presenza di violinisti – impegnati sia come solisti, sia nel doppio ruolo di direttori e solisti – che affiancheranno la OTO sul palco del Comunale di Vicenza nell’interpretazione di alcuni fra i più suggestivi pezzi del repertorio con orchestra composti fra la fine del Settecento e i primi decenni dell’Ottocento.
L’appuntamento inaugurale di lunedì 6 novembre con il direttore principale della OTO Alexander Lonquich sul podio e al pianoforte è interamente dedicato a Mozart. Del sommo compositore salisburghese vengono proposti tre celeberrimi capolavori: l’Ouverture dal “Flauto Magico”, il Concerto per pianoforte e orchestra n. 27 e la grandiosa Sinfonia “Jupiter”.
Il concerto in programma lunedì 18 dicembre mette a confronto Schumann e Schubert. Ospite d’onore il trentacinquenne violinista russo Ilya Gringolts, un virtuoso celebrato dai più importanti critici della stampa specializzata europea e anglosassone. Sotto la guida di Alexander Lonquich, Gringolts esegue con il suo “Guarneri del Gesù” del 1742 il Concerto in Re minore per violino e orchestra di Schumann. La seconda parte della serata è tutta dedicata a Schubert, con l’esecuzione della monumentale Sinfonia n. 9 detta “la Grande”, un ponte che l’autore viennese lanciò coraggiosamente verso il sinfonismo tardo romantico.
Nel concerto di lunedì 22 gennaio 2018 la bacchetta della OTO passa a Enrico Onofri, violinista e direttore ravennate la cui carriera è legata alla sua lunga militanza – dal 1987 al 2010 – nell’ensemble barocco “Il Giardino Armonico” del quale è stato solista e Konzertmeister. Dopo la piccola Sinfonia n. 10 di Mozart (forse pensata originariamente come ouverture per il “Coriolano”) e la Sinfonia in Fa maggiore di Sammartini, Onofri imbraccerà il suo violino per il Concerto in Sol maggiore di Haydn. Finale di nuovo mozartiano con la Sinfonia n. 39 “Schwanengesang” che apre lo straordinario trittico composto nell’estate del 1788.
Proseguendo la carrellata di talentuosi violinisti, per il concerto del 26 febbraio Alexander Lonquich ha voluto al suo fianco l’israeliano Gregory Ahss, già Primo violino della Mahler Chamber Orchestra di Claudio Abbado dal 2005 al 2011 e attualmente Konzertmeister della Camerata Salzburg e della Lucerne Festival Orchestra. Con Gregory Ahss Lonquich propone il travolgente Concerto in Re maggiore per violino e orchestra di Prokof’ev. La seconda parte della serata è dedicata a Schumann, con la Sinfonia n. 2 in Do maggiore, frutto doloroso di un biennio – il 1845/46 – particolarmente tormentato.
Nel concerto in programma lunedì 26 marzo la bacchetta della OTO passa nelle mani di Francesco Ommassini, direttore veneziano versatile sia nel repertorio operistico che in quello sinfonico. Dopo un assaggio d’opera, con la Sinfonia dal “Tancredi” di Rossini, il corposo programma sinfonico della serata prosegue con due capolavori: la Quinta di Beethoven e la Quarta di Schumann, in realtà la seconda in ordine cronologico.
Per il concerto conclusivo di sabato 7 aprile torna sul podio della OTO, nel duplice ruolo di direttore e solista, il violoncellista Enrico Bronzi. Il programma – decisamente fuori dal seminato in una stagione che corre prevalentemente fra Tardo Settecento e Primo Ottocento – è un omaggio a Sergej Prokof’ev a 65 anni dalla scomparsa. Dell’enfant terrible russo Bronzi propone nella prima parte la Suite orchestrale dal “Lieutenant Kijé” (primo approccio del compositore alla musica da film) e l’incompiuto Concertino per violoncello e orchestra op. 132 (poi portato a termine da Rostropovich). Il concerto si conclude con la Sinfonia n. 3 in Do minore che presenta quei tratti densamente ritmici e coloristici tipici della dialettica sonora di Prokof’ev.
Discorso a parte merita il Gran Concerto di San Silvestro, che quest’anno torna ad essere trasmesso in diretta dall’emittente televisiva TVA Vicenza. Sotto la direzione del maestro ungherese Gábor Takács-Nagy e con la partecipazione del giovane soprano Polina Pasztircsák (ungherese con ascendenze russe), il concerto del 31 dicembre 2017 presenta il classico programma di fine anno con celebri arie da operette, canzoni, walzer, polke e mazurke tratte dalla sconfinata produzione della premiata “ditta Strauss” e dalla migliore tradizione mitteleuropea.
Fuori Abbonamento
Si muove su standard consolidati la programmazione degli spettacoli Fuori Abbonamento proposti dalla Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza – realizzati in collaborazione di Arteven – che prevede una nutrita serie di appuntamenti. Si tratta di spettacoli di genere diverso, per ispirazione, tipo di pubblico e fascia di età, accomunati dal gradimento del pubblico.
Si parte in novembre con “Night Circus” presentato dalla compagnia ungherese Recirquel, mentre in dicembre è previsto un Concerto Gospel della Bassano Bluespiritual Band; il primo gennaio le danze folkloriche che aprono tradizionalmente il nuovo anno, sono dedicate alle “Suggestioni d’Oriente” dei Dalai Nuur, un emozionante viaggio per far rivivere al pubblico la storia millenaria e la magia dell’Oriente, in uno show ricco di fascino e mistero. In scena musiche, suggestioni, eleganti coreografie, splendidi costumi per raccontare miti e leggende dei popoli dell’Asia Orientale e del Sud-Est Asiatico, in una serie di quadri che vedono protagonisti le ninfe di Bali e i tamburi giapponesi, passando per il Bodhisattva dalle mille braccia e i ventagli e i pugnali delle danze coreane.
Nel 2018 sarà la volta dei generi “a grande richiesta” dei Fuori abbonamento: i musical, il primo in gennaio con Lorella Cuccarini protagonista de “La regina di ghiaccio” la fiaba persiana a cui è ispirata “Turandot” di Giacomo Puccini e un “Robin Hood” presentato dalla Compagnia della Rancia in marzo; l’operetta, con due titoli molto rappresentativi come “Il bel Danubio blu”, in programma in gennaio, e “Gigi”, in programma in marzo, proposti dalla Compagnia di Corrado Abbati, conosciuta e apprezzata dal pubblico del Comunale.
Saranno tre invece gli spettacoli di cabaret, dedicati a comicità diverse, tutte interpretate da protagonisti molto amati: in febbraio saranno in palcoscenico Massimo Lopez e Tullio Solenghi con il loro “Massimo e Tullio Show”; in marzo sarà al volta del comico Francesco Vernia, lanciato da Zelig, con il suo “Sotto il vestito Vernia” e, in aprile, il simpatico ed esuberante Gabriele Cirilli con il suo recente “#Taleequaleame” regia di Gabriele Guidi, spettacolo fortunatissimo che ha ottenuto ovunque un caloroso successo di pubblico.