Tares, nel tessile crollano le vendite
Gli aumenti della tassa rifiuti hanno frenato i consumi più dell’autunno caldo. E ora, se non sarà abolita, preoccupa l’effetto della seconda rata Imu a dicembre” Due mesi da dimenticare per il dettaglio tessile abbigliamento della provincia. Lo afferma, senza mezzi termini, Matteo Garzaro, presidente di Federmoda-Confcommercio Vicenza: “Tra settembre e ottobre stimiamo una perdita media, a livello di vendite nei negozi della provincia, attorno all’8 per cento. Ovviamente c’è chi ha avuto performance migliori e chi ha registrato risultati di gran lunga peggiori, ma quel
che accomuna la stragrande maggioranza degli operatori è un
sostanziale calo nel confronto con lo stesso periodo del 2012”. Colpa,
ci si chiede, di un autunno pazzo che sta facendo registrare
temperature superiori alle media e dunque non invita ad acquistare
l’abbigliamento di stagione? “Certo il fattore meteo ha la sua
influenza – è l’analisi del presidente Garzaro – , ma tutti noi
operatori abbiamo notato come le vendite abbiano subito una brusca
frenata con l’arrivo dei bollettini della Tares, la tariffa rifiuti
che si è rivelata una bella mazzata per tante famiglie. La
disponibilità economica è una “coperta” oramai troppo corta e
giocoforza, all’aumentare delle tasse diminuiscono i consumi. Fino a
qualche tempo fa questo effetto si notava meno, ora è fin troppo
evidente”. Al punto che preoccupano non poco le notizie secondo le quali potrebbe saltare l’abolizione della seconda rata Imu a dicembre: “Per noi sarebbe un’altra mannaia – afferma il presidente di Federmoda Vicenza – perché dicembre è uno dei mesi più importanti dal punto di vista degli acquisti nel settore abbigliamento e queste notizie non fanno che bloccare la propensione alla spesa dei clienti”. Con il risultato che il danno, per i negozianti, è doppio: ai cali di
fatturato causato dalla diminuzione dei consumi si aggiunge, infatti,
l’incremento dei costi per le imprese del dettaglio: “Abbiamo
fondamentalmente incamerato l’aumento di un punto dell’Iva per non
ritoccare verso l’alto i prezzi, in questo momento critico per
l’economia – rincara Matteo Garzaro -. Abbiamo generalmente subito una
crescita considerevole della spesa per tariffa rifiuti con
l’introduzione della Tares. I nostri immobili strumentali sono
tartassati dalle imposte che rischiano di aumentare considerevolmente
con la nuova Tasi. Qui, se non si inverte rotta, la situazione diventa
drammatica per le nostre aziende”. Un segnale di difficoltà è facilmente individuabile in provincia: vendite promozionali e sconti si stanno moltiplicando nelle vetrine dei negozi di abbigliamento. “I consumatori lo percepiscono come un
vantaggio, perché risponde nell’immediato a retribuzioni sempre più
erose da spese fisse e dall’insostenbile tassazione delle buste paga –
spiega il presidente di Federmoda Vicenza – In verità, alla lunga, è
un boomerang per tutti, perché fare cassa in questo modo fa perdere
marginalità alle aziende in un periodo in cui, invece, aumentano i
costi. E alla lunga il rischio è quello della chiusura o della scelta
di approvigionarsi di prodotti meno costosi a discapito, spesso, del
Made in Italy. Dunque un danno all’economia che tocca tutti, imprese e
lavoratori”.