17 Aprile 2018 - 16.20

VICENZA – Aggressione ai militari, Primanoi: “Le ronde servono a poco”

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L’ennesimo fatto di cronaca avvenuto a Campo Marzo ha fatto riesplodere la polemica sullo stato di degrado del parco cittadino vicentino che da anni è sotto i riflettori per la presenza di decine di immigrati. Nelle scorse settimane, il comitato di cittadini PrimaNoi, aveva inviato al Sindaco di Vicenza Achille Variati un’istanza ponendo alcuni quesiti per avere un quadro aggiornato sul numero dei richiedenti asilo ospiti nelle strutture cittadine. “Istanza a cui il comitato non ha ancora ricevuto risposta. Variati aveva precedentemente affermato che agli atti v’é un calo dei migranti ospitati nei centri d’accoglienza – spiega il portavoce Alex Cioni-, ma non aveva chiarito che fine abbiano fatto coloro che sono usciti dal programma di protezione”. Con l’istanza il comitato vuole sapere quanti hanno ottenuto il permesso di soggiorno e quanti sono stati espulsi. “Se a Vicenza siamo dentro la media nazionale – continua il portavoce di PrimaNoi – è ragionevole pensare che buona parte di coloro che hanno abbandonato forzatamente il proprio alloggio, siano entrati definitivamente in uno stato di clandestinità con le conseguenze del caso per la vivibilità e la sicurezza dei vicentini”. Alla luce di questa considerazione, per il comitato non ci si può poi stupire se l’area verde di Campo Marzo rimanga soggetta ai quotidiani bivacchi di pusher e sbandati. “Queste sono zone che vanno bonificate forzatamente, non è sufficiente presidiarle – accusa Cioni. Le forze dell’ordine e i militari fanno quel che possono, ma come avevamo previsto in tempi non sospetti, le ronde e i blitz non risolvono la situazione perché coloro che bivaccano in queste aree continueranno a farlo, almeno fino a quando le Autorità statali non si decideranno di sviluppare i centri di identificazione ed espulsione (Cie) dove rinchiudere i clandestini in attesa di espellerli definitivamente dal territorio nazionale”. Per il comitato, quella delle espulsioni con la reclusione momentanea nei Cie, è l’unica soluzione attuabile: “L’alternativa sarebbe di arrendersi al caos  visto che con il passare dei mesi le sacche di degrado urbano aumenteranno con la progressiva e costante fuoriuscita dai centri di accoglienza dei richiedenti asilo. Prevenire è meglio che curare – avverte Cioni – aspettare di avere per le strade migliaia di questi soggetti, è un approccio miope e da irresponsabili”.

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