A Schio studenti contro la Didattica a Distanza: a lezione davanti al Faber Box
I ragazzi e le ragazze del coordinamento studentesco dell’Alto Vicentino mettono in atto una singolare e forte protesta contro la Didattica a Distanza (DAD). In una comunicazione inviataci scrivono: “Dalle 8 di stamattina ci siamo organizzati con tavoli, presa della corrente e i propri computer per seguire tutti insieme le lezioni online davanti al Faber Box di Schio.
Siamo qui per ribadire, ancora una volta, che noi vogliamo tornare a scuola, perché la didattica a distanza non è la soluzione. Lo scorso semestre la DAD si è rivelata come uno strumento per affrontare una situazione emergenziale, ma ora e in futuro l’istruzione deve essere basata sui concetti di cura collettiva, rispetto ed equità. In un Paese democratico, la DAD si sta rivelando come uno strumento antidemocratico e anticostituzionale perché non rispetta l’art. 34 della Costituzione “la scuola è aperta a tutti”.
A non poter benificiare del diritto all’istruzione sono:
-famiglie, in condizioni socio-economiche svantaggiate, che non hanno la possibilità di: garantire un dispositivo per ogni componente,
-23% delle famiglie italiane non ha accesso a internet (dati istat 2019)
-1/4 degli studenti non ha la possibilità di partecipare alla DAD con strumenti idonei,
-coloro che vivono in zone periferiche marginali dove la rete internet è scarsa e assente,
-senza dimenticare le difficoltà degli alunni e alunne disabili e di quelli con bisogni educativi disabili, per i quali le famiglie non hanno sempre potuto provvedere agli stessi servizi offerti dalla scuola.
Inoltre l’isolamento e il lockdown ha generato in noi giovani problemi di salute fisica ma soprattutto quella mentale. I soggetti più a rischio sono coloro che vivono in ambienti difficili, o che non hanno sostegno sociale.
Il governo ha chiuso la scuola perché considerata vincolo del contagio, ma sappiamo perfettamente che la mala gestione del trasporto pubblico non è da meno. Anzi, a settembre, quando le scuole si sono attrezzate alla riapertura, i mezzi di trasporto pubblico garantivano una capacità di capienza del 80%. Se da una parte gli studenti e le studentesse di Schio mantenevano le distanze fisiche in classe, dall’altra erano schiacciati come sardine nei mezzi pubblici. Il ritorno a scuola deve ripartire dal miglioramento dei trasporti pubblici.
Ritornare a scuola in sicurezza si più!
Non siamo disposti a rinunciare alla vera essenza della scuola, alla socialità e alla formazione del nostro futuro consapevoli che le soluzioni esistono, ma vengono ignorate.
La scuola si-CURA, non si chiude
–Nelle prossime vorremo replicare l’evento di oggi, chiamando anche i docenti per tenere lezioni in presenza. Nel frattempo, questo venerdì 4 dicembre, abbiamo organizzato un’assemblea telematica pubblica formata da studenti e docenti”.