11 Luglio 2024 - 10.38

A Venezia arriva la proposta di sparare (con pistole ad acqua) ai turisti. Raffica di reazioni. Siete d’accordo?

Falier

Il 24 aprile scorso, in un pezzo titolato “Overtourism: quando il turismo è troppo”, Tviweb dava conto dei segnali di insofferenza delle popolazioni residenti rispetto alle masse di visitatori che, riversandosi sempre più numerosi nei luoghi di maggiore attrazione, rendono la vita dei cittadini residenti sempre più problematica, per usare un eufemismo.

I primi segnali di insofferenza “visibile” si sono manifestati alle Canarie (con cartelloni nei cortei in cui si leggevano slogan e messaggi come “Le Canarie non si vendono”, “Siamo stranieri nella nostra terra”, “Le Canarie hanno un limite”,  “Come a faccio a vivere di turismo se non ho una casa?”) ,seguiti a ruota da analoghi segnali di insofferenza a Siviglia, a Malaga e a Barcellona. 

Le motivazioni delle proteste sono state ben illustrate nel pezzo citato, cui vi rimando se amate approfondire, ma di conseguenze negative del turismo di massa Tviweb si era occupata anche l’anno scorso relativamente a Venezia (vedi editoriale del 6 luglio 2023 “Orrori veneziani: la città più bella del mondo in bàlia del turismo straccione”, e del  7 luglio 2023 “Turismo cafone, degrado e scelte sbagliate a Venezia; perché non cloniamo la città?”.

Possiamo girarci attorno finché vogliamo, possiamo discuterne giorni e giorni in brainstorming o convegni defatiganti oltre che inutili, ma alla fine il problema del contemperare le esigenze di orde di turisti affamati di selfie, cibo da fast food, e stanze a prezzi di saldo, con quelle di gente che magari risiede nella città da generazioni, gente che magari fra campi e campielli (parlo di Venezia ovviamente) ci è invecchiata, ed avrebbe diritto almeno ad un minimo di qualità delle vita, sembra sempre più irresolubile.

Il problema è quello che questa città ha accettato passivamente la “monocultura” del turismo di massa, smantellando ogni altra attività produttiva (comunque non rimpiango la Marghera dei petroli e della chimica di base), ha permesso lo spopolamento della città lagunare, la sparizione del commercio di vicinato, per sostituirlo con finti bàcari, negozi di paccottiglia “veneziana made in China” , e camere in affitto a go go (spesso in nero). 

E così se a Barcellona si sono accorti che il turismo estremo (23 milioni di presenze) ha determinato l’aumento del costo degli affitti del 68%, e del prezzo delle case del 38%, a Venezia questo fenomeno è ben più annoso, e sfido chiunque con un reddito “normale” a trovare una casa da comprare o da affittare. 

Si sa che se si porta la gente all’esasperazione, c’è sempre il “Masaniello” di turno che si fa avanti, e così Giovanni Andrea Martini, un passato da Presidente della Municipalità di Venezia nelle fila del Pd, ed ora alla guida di una lista civica, ha lanciato l’idea di usare le pistole ad acqua contro i turisti.

L’idea in sé non è originale, in quanto lo hanno fatto coloro che protestavano a Barcellona nei giorni corsi contro l’overtourism.

Certo che di primo acchito sembra solo una provocazione, ma a ben guardare potrebbe anche costituire una sorta di “sondaggio” per vedere la reazione dei “veneziani doc”.

Quali sono state le reazioni?

Apriti cielo!  Quali volete siano state?

Come sempre ci si divide, fra  chi spera che quella di Martini sia solo una boutade di cattivo gusto, e altri che invece vedono nella suggestione dei gavettoni scagliati sui visitatori l’esasperazione figlia di una fenomeno da risolvere urgentemente.

E così Paola Marini, Presidente dell’associazione dei Comitati privati internazionali per la salvaguardia di Venezia ha dichiarato: «Non mi pare nulla di terribile. Trovo la cosa, anzi, a modo suo spiritosa —Non la riproporrei a Venezia ma credo dia la misura di quanto il turismo di massa sia un nodo mondiale, e quanto i nostri sforzi per regolarlo vadano rinnovati. L’abolizione dei B&B entro il 2029 a Barcellona: quello sì è un monito per noi”.

Tutte le altre voci, dal Senatore di FdI Raffaele Speranzon (che invita Martini ad evitare quella che spera sia solo una boutade estiva, ma che poi rischia di trovare il cretino di turno che la mette in atto), all’assessore comunale al bilancio Zuin (questo è il classico sistema Martini che invece di proporre soluzioni come facciamo noi, mette in campo la maleducazione pacifica) ,al Presidente di Confcommercio Roberto Panciera (la pistola ad acqua non è un messaggio pacifico e potrebbe scatenare la reazione di qualcuno), sono state di netta bocciatura della proposta.

Poteva essere diversamente?

Assolutamente no, visto che, volenti o nolenti, Venezia vive di turismo, il che comporta che gli interessi in gioco sono molteplici e colossali.

Cosa dire?

Sicuramente come Tviweb  siamo contrari ad ogni forma di violenza, ma cosa volete, forse un po’ di spirito del ’68 rimane ancora in ciascuno di noi, e francamente  qualche schizzo d’acqua non ci parrebbe poi la fine mondo. 

Chissà,  potrebbe anche diventare una moda, quella di andare tutti a Venezia a fare a pistolettate ad acqua.

E magari potrebbe anche indurre i tour operator a raccomandare ai turisti, che intendano visitare la Serenissima, di dotarsi rigorosamente di impermeabile, e magari di pistola ad acqua per difendersi dagli schizzi dei residenti.

Da parte mia consiglierei i veneziani, ad anche i turisti, di bersagliare, magari anche con qualche gavettone, i venditori abusivi, gli scatolettisti, i borseggiatori, e magari anche gli spacciatori, che rendono Venezia sempre più simile ad un suk a cielo aperto.

Falier

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
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