10 Maggio 2023 - 12.00

A Vicenza Schlein non piace

E’ molto stimolante il test sull’assenza di Elly Schlein dalla campagna elettorale per il rinnovo del sindaco di Vicenza perchè sembra che la nuova segretaria sia un corpo estraneo per il PD locale.

Comprenderne le ragioni non è il nuovo segreto di Fatima, al contrario i dirigenti più franchi ammettono che si tratta di una manovra elettorale per non perdere il voto dei moderati, che andrebbe in imbarazzo sulle posizioni intransigenti di Elly e costretto a scegliere tra l’assenteismo e l’usato sicuro di Rucco, che in fondo ha fatto anche cose buone. E il bianco o nero a cui ci ha abituati mal si incrocia con l’armocromia del PD vicentino, che della sua segretaria nazionale non parla o, al massimo, si rifugia nell’antica e famigliare arte della supercazzola.

Qualche esempio? Il candidato sindaco è del PD ma si muove da civico, quindi è del PD, ma anche civico. Nelle sue liste vi sono persone di centrosinistra, ma anche di centrodestra. E’ favorevole all’Alta Velocità, ma anche ad eventuali modifiche del tracciato. È attento alle ragioni del territorio, ma anche a quelle delle imprese. Insomma è di centrosinistra, ma anche di centrodestra.

Ed è nel “ma anche” che si vede il problema del PD locale, quello di essere qualcosa – rappresentato dalla Schlein – ma spiegare di non poterlo essere del tutto a causa di un contesto, la città di Vicenza, che ti costringe a muoverti in una direzione diversa rispetto a quella che dovresti imboccare se fossi libero di mettere a terra il reale nuovo corso del tuo partito. Non una riga sulle maternità surrogate o utero in affitto, silenzio sui rapporti con i poteri forti e supercazzola sui riferimenti identitari e valoriali della nuova sinistra griffata Schlein. Che è, e per il momento rimane, il capo del partito che esprime il candidato sindaco, il quale si guarda bene dal prenderne le distanze.

A questa campagna elettorale, se si eccettuano le uscite naif di alcuni candidati minori che sembra arrivino da Marte, manca un verbo: scegliere.

Scegliere se e quando dire di no e scegliere se e quando dire di sì. Ai grandi temi come l’Alta Velocità, alla sfida del climate change, all’eterno problema della mobilità, al mantra quotidiano sulla sicurezza reale e percepita, al futuro dell’Università, tanto per dirne qualcuno. A ben guardare il “ma anche” è lo slogan più aderente al racconto del PD in questa campagna elettorale. E in queste due parole si esprime la supercazzola che rende indistinguibili le proposte di chi è sindaco uscente da quelle di chi gli sta contendendo il primato per la poltrona di spade di Palazzo Trissino.

Nel frattempo, nonostante sia Schlein che Meloni siano in tour elettorale, saltano via Vicenza. E anche qui la supercazzola da una parte e dall’altra è il metodo che nasconde l’ennesimo segreto di Fatima alla vicentina.

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