16 Ottobre 2024 - 15.13

Aggressioni ai sanitari, Zaia: “Serve una nuova legge”

“Con grande preoccupazione e indignazione, porto all’attenzione pubblica l’allarmante aumento delle aggressioni subite dagli operatori sanitari e socio-sanitari negli ospedali del Veneto. Le ultime due in pochi giorno ad Agordo e Mestre. I dati raccolti dal Centro Regionale per la Sicurezza delle Cure rivelano che nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 30 settembre 2024 si sono già registrate 1.864 aggressioni segnalate. Se il trend attuale sarà confermato, potremmo superare le 2.500 segnalazioni entro la fine dell’anno. Questo rappresenta un incremento significativo rispetto agli anni precedenti e conferma una tendenza di crescita continua e preoccupante del fenomeno, che non può essere sottovalutata. Gli strumenti di prevenzione e repressione non servono più. Serve una legge specifica a tutela di medici e infermieri”. Lo dice oggi il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, alla luce dei dati ufficiali del Centro Regionale per la Sicurezza delle cure. “I numeri – segnala Zaia – non lasciano spazio a dubbi: tra le persone aggredite, il 67% è costituito da donne, una percentuale in linea con quella osservata negli anni precedenti, a testimonianza del fatto che il personale sanitario femminile è particolarmente esposto a episodi di violenza. Tra le vittime, nel 2024, si contano già 1.244 donne e 620 uomini, una situazione estremamente critica in cui la sicurezza sul lavoro è costantemente minacciata. Non può essere, non deve più essere”. I dati del Centro del Veneto indicano che dal punto di vista dell’età, le aggressioni si concentrano principalmente nella fascia tra i 30 e i 59 anni, il gruppo più esposto, sia per numero di episodi sia per la gravità degli atti subiti. In particolare, tra gennaio e settembre 2024, le persone aggredite nella fascia di età 30-39 anni sono state 545, mentre nella fascia 40-49 anni si sono registrati 552 casi. Anche questo dato conferma il peso dell’onere lavorativo sostenuto da operatori che si trovano nel pieno della loro carriera professionale. Rispetto agli anni precedenti, l’incremento è evidente. Nel 2020 si erano registrate 220 aggressioni, già salite a 663 nel 2021 e a 883 nel 2022. Ma è nel 2023 che si è registrato il picco con 2.229 aggressioni. Questo dato indica chiaramente che la pandemia ha contribuito a esacerbare tensioni che ora stanno esplodendo con crescente violenza. Il personale sanitario ha svolto un ruolo fondamentale durante l’emergenza COVID-19, ma si trova ora a pagare il prezzo di una pressione costante e insostenibile. “Le aggressioni – analizza Zaia – non si limitano purtroppo a casi isolati o situazioni di tensione estrema, ma riguardano una vasta gamma di atti di violenza fisica e verbale che avvengono sia nei Pronto Soccorso, dove il rischio è più elevato, sia nei reparti ordinari e nelle strutture socio-sanitarie. Gli episodi di aggressione verbale, che spesso precedono quelli fisici, sono purtroppo frequenti e sfuggono talvolta alla denuncia formale, ma rappresentano una ferita profonda nel rapporto di fiducia tra cittadini e sistema sanitario”. È importante sottolineare che tra gli aggressori, un’alta percentuale è costituita da pazienti con disturbi psichiatrici o affetti da dipendenze, così come da persone sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o alcolici. Tuttavia, non mancano episodi in cui le aggressioni sono perpetrate da persone comuni, in situazioni personali di disagio e ansia  e che sfogano la loro rabbia sui medici, infermieri e personale di supporto. “Come Regione, non possiamo e non vogliamo rimanere inermi di fronte a questa escalation di violenza – annuncia Zaia. Già nel 2023 abbiamo attuato un primo piano straordinario per la sicurezza del personale sanitario, che ha visto il potenziamento delle misure di controllo e la formazione specifica degli operatori per la gestione delle situazioni a rischio. Abbiamo inoltre rafforzato la collaborazione con le forze dell’ordine e implementato la presenza di vigilanza attiva nei Pronto Soccorso e nelle aree considerate più esposte. Tuttavia, quanto fatto finora non basta”. “Chi aggredisce un sanitario non sta soltanto commettendo un crimine, sta minando uno dei pilastri fondamentali del nostro sistema di cura e assistenza. Il Veneto – conclude il Governatore – non tollererà ulteriori violenze contro chi ogni giorno si impegna per garantire la salute e il benessere della collettività. Ai nostri sanitari va il mio più profondo ringraziamento per la dedizione e il coraggio dimostrato, e il mio impegno personale affinché siano sempre messi nelle condizioni di operare in sicurezza. Lavoriamo assieme ora ad una modifica della normativa. Il Parlamento intervenga iniziando un percorso legislativo che riconosca la gravità e la peculiarità delle aggressioni al personale che lavora nei nostri ospedali” 
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