AGSM-AIM: Compago Papers. Luci e ombre nei carteggi
Tutti negano, ma abbassano gli occhi quando parte la battuta.
Il dossier con il risultato dell’indagine dell’advisor scelto dal Cda di Agsm-Aim per verificare la congruità della procedura di acquisizione di Compago, e soprattutto il prezzo, è sicuramente arrivato.
Tutti negano ma più o meno tutti ce l’hanno in borsa e se lo stanno leggendo da giorni.
Il report dello studio Ambrosini è molto probabimente già nei cassetti giusti ma curiosamente non esce. E anche quello di Ref Ricerche srl, commissionato dalla partecipata Agsm-Aim Energia. Non ci sorprenderebbe poi scoprire nei prossimi giorni che c’è anche qualche altro, incaricato da qualcuno più zelante di altri, che sta valutando l’operazione Compago, o che tutta questa confusione abbia catturato l’attenzione della Procura di Verona, e allora inizierebbe un nuovo, ulteriore capitolo nella saga The House of Multiutilities. Ma la vera domanda è: perchè i dossier non vengono resi pubblici? Stiamo parlando di un’azienda, appunto, pubblica e le giustificazioni sui segreti aziendali sono ridicole. La vera risposta è che, probabilmente, il contenuto dei Compago Papers non è quello che qualcuno si aspettava.
Sembra che l’assemblea dei soci, quindi Francesco Rucco e Damiano Tommasi, sia fissata per il 3 dicembre, ma pare anche che qualche giorno prima, il 28 novembre, ci sarà un Consiglio di Amministrazione dove si andrà al vedo nel duello tra il Consigliere Delegato Stefano Quaglino ed il resto del board che lo ha di fatto sfiduciato. Tanto è vero che molto probabilmente si andrà all’assemblea dei soci il 7 dicembre perchè ci sono forti probabilità che il Cda uscente, alla luce dei Compago Paper che confermerebbero la non congruità dell’operazione, chieda addirittura la revoca di Stefano Quaglino. A quel punto, dovesse andare così, Tommasi potrebbe procedere con l’avvicendamento di tutti e tre i rappresentanti veronesi (Sta circolando insistentemente il nome di Federico Testa, due volte parlamentare del PD, direttore del Dipartimento di Economia aziendale ed ordinario di Economia e Gestione delle Imprese all’Università di Verona oltre che commissario e poi Presidente nel 2015, dell’ENEA, come successore di Stefano Casali).
Per Casali, Presidente, e Francesca Vanzo potrebbe essere l’ultima volta che varcano i cancelli della multiutility con il ruolo attuale, perchè l’operazione della loro revoca è già scattata e dovrebbe consumarsi in assemblea, ma la parte più piccante non sarà quella. Il sindaco di Verona coglie l’occasione dello scontro in atto nel Cda e manda a casa i nominati di Sboarina, dà asilo politico, per il momento, a Stefano Quaglino ed applica lo spoil system in anticipo rispetto ai tempi naturali della scadenza del Cda. Un’occasione che gli hanno regalato i membri del Cda e che avvia una nuova fase sia nella governance che nei rapporti tra Vicenza e Verona. Il sindaco scaligero pare abbia già individuato, in area PD, il successore di Casali e tempo una o due settimane avremo la novità.
Sullo sfondo rimane però un clima teso su cui il team dei vicentini dovrà lavorare.
Sia che Quaglino rimanga, sia che se ne vada, dalla prossima assemblea dei soci si apre una nuova fase che potrebbe rovesciare i pesi ed i rapporti, perchè gli amministratori che manderà Tommasi potrebbero far valere i numeri veronesi. Questo metterebbe in difficoltà i vicentini che, in questo momento vengono probabilmente percepiti come gli artefici di un blitz che ne ha amplificato i poteri. Del resto con Quaglino “commissariato” e Casali e Vanzo con preavviso di sfratto da parte di Tommasi, Fabio Sebastiano e Gianfranco Vivian diventano più titolati degli altri a prendere decisioni o a suggerirne. Ma la vacatio veronese sta per finire e potrebbe precludere ad un rovesciamento di fronte all’arrivo degli amministratori dem.
A meno che i Compago Papers, tuttora ridicolmente secretati, non dimostrino che l’operazione messa in piedi da Quaglino sia una colossale bufala perchè allora il sindaco calciatore lontano dalle logiche di partito apparirebbe come un funzionario del PD.