22 Dicembre 2015 - 18.19

Al cinema Irrational Man di Woody Allen, la recensione

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IRRATIONAL MAN

Di: Woody Allen

Con: Joaquin Phoenix (Abe Lucas), Emma Stone (Jill Pollard)

@: il professor Abe Lucas si è appena trasferito in un college di una tranquilla città del nord America: è un insegnante di filosofia inquieto e spesso sbronzo, che ha perso interesse a vivere. Ritroverà nuovi stimoli e vitalità grazie alla sua studentessa Jill, prima di tutto sua amica e confidente, poi complice ed amante. In questa nuova dimensione, Abe rimane invischiato in una faccenda delicata, apparentemente non collegata alla sua vita, ma lo porterà di nuovo verso il baratro dell’infelicità.

+ : guardando il trailer e la prima mezz’ora di film si pensa di assistere a una determinata storia, genere o direzione in se’. Invece poi si rimane spiazzati dal genio creativo di Woody Allen: ottant’anni e non sentirli. Se si pensa di andare a vedere uno dei suoi film ironici e dissacranti, si è completamente fuori strada: nonostante il commento musicale (un jazz di decenni fa, ma fresco e accattivante) che ci porta a pensare a una delle sue storie mentali conturbanti, il film è un thriller. Psicologico, filosofico come il protagonista, non di azione naturalmente, e spesso difficile da seguire.

Con il regista newyorkese hanno lavorato davvero tutti, lui stesso si è cimentato in vari generi, creando ogni volta storie nuove e attraenti: eppure sembra che il suo lavoro non sia finito. Ogni personaggio che porta sulle sue orme ha qualcosa da dire, dei lati della propria professionalità da mostrare: la bravura di Allen sta proprio nel trasformare gli attori che sceglie, tanto da farci scordare tutti gli altri film che hanno fatto.

– : purtroppo il genio di Allen o si ama o si odia, impossibile rimanere indifferenti o neutri. Di certo non è la sua opera migliore, semplicemente perché diversa, spiazzante. In molti momenti il film sembra fermarsi, sospendersi nel tempo, senza fare progressi. In realtà è proprio il protagonista, il professor Abe, a non progredire, o lo è solo in apparenza, come tutti i filosofi. Allen sceglie un mondo che è tutto e il contrario di tutto: la filosofia. Quanti, dopo anni di studio forzato, si chiedono ancora “che cos’è la filosofia” e “cosa serve la filosofia”? Eppure, a sentir gli studiosi, la filosofia è l’unica cosa che serve davvero al mondo. Del resto, come già riportato, o si ama o si odia, o si capisce o non si capisce: non c’è via di mezzo.

***: siamo in pieno fermento natalizio, le uscite sono numerose e c’è l’imbarazzo della scelta. Senza tanti giri di parole, si sceglie di andare a vedere un film di Woody Allen: è un atto volontario con la consapevolezza di mettere in discussione tutte le attese. Non si va a vedere un film commerciale o di Natale, ma il pensiero di un intellettuale spesso frainteso o venerato, sempre per rimanere nella tesi iniziale che con lui non ci sono vie di mezzo.

Perché andare a vedere al cinema questo film, quando si può aspettare di vederlo a casa? Un grande schermo fa vedere le micro espressioni facciali (quelle fanno la differenza nella recitazione, assieme alla voce, se si ha la grazia di vederlo nella lingua originale) e la composizione dell’inquadratura (mai casuale in Woody Allen).

Elisa Bombasin

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