10 Agosto 2023 - 15.34

Alimentari, prezzi schizzano al 10 per cento in più: i consigli per il salva spesa

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Con l’inflazione alimentare al +10,5% e le famiglie costrette a tagliare gli acquisti, l’aumento di fondi del Pnrr con 2,5 miliardi destinati agli accordi di filiera, alla logistica ed alle misure agricole è importante per salvare la spesa dei consumatori, anche di fronte ai cambiamenti climatici. È quanto afferma Coldiretti Vicenza in riferimento ai dati Istat sull’inflazione tendenziale a luglio, che vede un aumento dei prezzi del 13,8% per la frutta e del 19,8% per la verdura con le produzioni Made in Italy colpite da alluvioni, grandinate e nubifragi intervallati da pesanti ondate di calore, mentre pesano le tensioni sui costi di produzione legate alla guerra in Ucraina ed il deficit logistico di cui soffre il Paese, nonché i prezzi dell’ortofrutta, che triplicano dal campo alla tavola.

Per garantirsi prodotti freschi e di qualità il consiglio Coldiretti Vicenza è fare acquisti ripetuti in base alle esigenze giornaliere della famiglia in modo da tagliare gli sprechi, senza accumulare prodotto che poi non si consuma, di acquistare prodotti locali, che non devono subire grandi spostamenti, comprare direttamente dagli agricoltori o nei mercati contadini e non cercare per forza il frutto perfetto, perché piccoli problemi estetici non alterano le qualità organolettiche e nutrizionali.

Con l’aumento dei carburanti la logistica arriva ad incidere attorno ad un terzo dei costi di produzione di frutta e verdura, per il gap infrastrutturale che costa al nostro Paese oltre 13 miliardi di euro e penalizza il sistema economico nazionale rispetto agli altri Stati dell’Unione Europea secondo l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga. “Si tratta di un aggravio per gli operatori economici superiore dell’11% rispetto alla media europea. In un Paese come l’Italia dove – sottolinea Coldiretti Vicenza – l’88% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada l’aumento di benzina e gasolio ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa dei consumatori”.

“L’agroalimentare Made in Italy ha dimostrato concretamente la propria capacità di saper cogliere l’opportunità del Pnrr e l’incremento dei fondi – conclude Coldiretti Vicenza – va nella direzione auspicata di “raffreddare” il carovita, che pesa sulle tasche dei cittadini sostenendo con gli accordi di filiera la produzione in settori cardine, dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura. Un’occasione unica che non va sprecata per crescere e garantire una più equa distribuzione del valore lungo la filiera, dal produttore al consumatore”.

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