2 Gennaio 2017 - 17.45

ALTO VICENTINO – Addio Ulss 3 e 4, nasce la nuova Ulss 7 Pedemontana

BASSANO DEL GRAPPA – Un’unica Ulss per tutto l’Alto Vicentino a coprire l’area finora di competenza delle ormai ex Ulss 3 e 4. Si tratta della nuova Ulss 7 Pedemontana che coinvolge un territorio di 60 Comuni per quasi 370 mila abitanti e oltre 1.400 kmq.
Tale il nuovo assetto presentato questa mattina in conferenza stampa dal direttore generale Giorgio Roberti, dagli assessori regionali Elena Donazzan e Manuela Lanzarin con il consigliere Nicola Finco. Presenti anche il direttore sanitario Bortolo Simoni, il direttore amministrativo Francesco Favretti e il direttore dei servizi sociali Alessandro Pigatto.

Saranno tre i presidi ospedalieri di riferimento della nuova azienda – Bassano, Santorso e Asiago – quest’ultimo in fase di costruzione con una previsione di ultimazione lavori attorno a giugno 2018, anche se si conta di terminare una prima fase nell’autunno 2017. Quasi un migliaio i posti letto garantiti, senza contare l’assistenza domiciliare rivolta soprattutto agli over 65 e all’implementazione del servizio di residenzialità extraospedaliera (per la quale si contano 34 case di riposo, due hospice e 36 strutture residenziali o semiresidenziali per disabili).

Ma cosa cambia, in concreto, per i cittadini, con la nuova azienda?
“L’obiettivo – spiega il direttore Roberti – è quello di agire in una logica di rete, specializzando i servizi, il che significa che il cittadino dovrà recarsi nella struttura nella quale si trova il macchinario o la strumentazione che gli garantisce una determinata prestazione anche se – aggiunge, prevenendo eventuali obiezioni – stiamo valutando di agevolare il paziente tramite lo spostamento delle varie equipe di professionisti ove ciò sia possibile”.
“La Regione – si accoda l’assessore Donazzan – ha le idee molto chiare in merito alla sanità e l’Ulss Pedemontana vuole essere un riferimento per tutto il territorio dell’Alto Vicentino”.
“Lavoreremo – aggiunge la Lanzarin – sul potenziamento della rete territoriale e sulle figure che faranno da collante tra i vari distretti”.
“Fondamentale – conclude Nicola Finco – è che il cittadino abbandoni l’idea dell’ospedale sotto casa, imparando a ragionare in una logica di rete, perché non ci sono strutture di serie A e di serie B. Un nosocomio, per avere un futuro, deve avere la capacità di attrarre professionisti dall’esterno, e qui noi politici facciamo un passo indietro per rendere merito a tutti gli operatori che spendono le proprie capacità quotidianamente a servizio dei pazienti”.
Ancora in fase di sperimentazione tutto l’aspetto pratico, e sarà dunque possibile conoscere prossimamente nel dettaglio i servizi e i cambiamenti che coinvolgeranno le strutture ospedaliere.

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