12 Gennaio 2023 - 16.29

Alto Vicentino e Bassanese: +38% di chirurgia senologica in un anno

+38% GLI INTERVENTI DI CHIRURGIA SENOLOGICA NEL 2022

Il primo anno della nuova organizzazione della Chirurgia Senologica
dell’ULSS 7 Pedemontana: significativo incremento dell’attività chirurgica,

con un miglioramento anche degli indicatori di efficacia e appropriatezza

Nel 2022 l’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Senologica dell’ULSS 7 Pedemontana ha eseguito 417 interventi, contro i 255 del 2021, dunque una crescita del 38,8% rispetto all’anno precedente. Più in dettaglio, l’equipe guidata dal dott. Enrico Di Marzio ha eseguito 239 interventi per neoplasia maligna, 109 procedure per lesioni precancerose e tumori benigni e ulteriori 69 interventi di ricostruzione.

Numeri che si traducono anche in un recupero molto importante delle “fughe”, ovvero del numero di pazienti residenti nel territorio dell’ULSS 7 Pedemontana che per qualche motivo scelgono di essere operate altrove: sono diminuite del 22,9%.

«Questi numeri – sottolinea il Direttore Generale dell’ULSS 7 Pedemontana Carlo Bramezza – confermano la validità della nuova organizzazione della Chirurgia Senologica, che ci ha consentito di creare un polo chirurgico con un volume di interventi quasi doppio rispetto a quello minimo previsto dai LEA per una Breast Unit (135/150 l’anno, ndr.). Questo ci consente di mettere al servizio delle pazienti un patrimonio sempre maggiore di esperienza insieme alle metodiche più moderne, garantendo allo stesso tempo alle pazienti l’accesso nell’ospedale più vicino a casa per le visite, le medicazioni e le terapie oncologiche, quando necessarie, perché solo gli interventi sono stati concentrati all’ospedale di Santorso».

Un modello organizzativo che ha portato di fatto ad un’equipe unica tra Santorso e Bassano, con un team multidisciplinare composto dagli specialisti di entrambi gli ospedali che si confrontano settimanalmente su ogni caso: «Nel corso del 2022 abbiamo svolto 50 meeting multidisciplinari – spiega il dott. Di Marzio – ai quali partecipano, oltre ai chirurghi, i colleghi di Oncologia, Anatomia Patologica e Radiologia. Insieme valutiamo singolarmente ogni caso, definendo l’approccio terapeutico più efficace secondo un percorso che è sempre personalizzato, tanto è vero che oggi possiamo parlare di terapia “sartoriale”, anche grazie ai progressi compiuti nella conoscenza dei tumori dal punto di vista biologico. Non solo, a questi meeting partecipano anche i colleghi della Radioterapia di Vicenza con i quali definiamo già in sede di valutazione preliminare per quali pazienti è indicata la radioterapia e per quali invece non è necessaria, evitando così di mandare le pazienti a Vicenza per la consulenza. Infine, poniamo una particolare attenzione anche agli aspetti psicologici della malattia, lungo tutto il percorso di diagnosi e terapia con l’ausilio di psicologi dedicati».

Proprio grazie a questo approccio fortemente specialistico e multidisciplinare, la riorganizzazione dell’attività ha portato anche ad un significativo miglioramento degli indici relativi all’efficacia e appropriatezza dei trattamenti: «Il numero di re-interventi è al di sotto del 2% – spiega ancora il dott. Di Marzio – rispetto ad una soglia indicata dai LEA del 7%: questo significa che nella quasi totalità dei casi riusciamo a rimuovere completamente i tessuti compromessi già nel primo intervento, con evidenti benefici per le pazienti, e questo proprio grazie all’accuratezza della fase preliminare di diagnosi e valutazione di ogni singolo caso. A questo riguardo voglio ricordare anche l’incremento delle pazienti sottoposte a chemioterapia neoadiuvante, con l’obbiettivo di ridurre la malattia prima della chirurgia: oggi sono circa il 15% del totale».

Un altro risultato importante riguarda l’impegno per una chirurgia sempre più conservativa: «Ormai nel 90% dei casi non è necessaria la mastectomia, che invece viene praticata solo nel 10% degli interventi, comunque con una opzione di ricostruzione con il chirurgo plastico in sede, praticata nel 40% di questi casi. Non solo, le complicanze registrate sono inferiori al 2%».

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