ALTO VICENTINO – Lavoro in nero, denunciato imprenditore e lavoratrice clandestina
Nei giorni scorsi, i finanzieri del Comando Provinciale di Vicenza hanno segnalato alla locale Procura della Repubblica due soggetti, di nazionalità marocchina, per i reati di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato e impiego di manodopera clandestina previsti dal Testo Unico in materia di immigrazione. In particolare, una pattuglia della Compagnia di Schio, impegnata in servizio di controllo economico del territorio, intimava l’alt ad un veicolo in transito presso via Vicenza, nel comune scledense.
Durante le attività di rito veniva richiesto agli occupanti del veicolo, un uomo e una donna, di declinare le proprie generalità e di esibire i propri documenti di riconoscimento: a riguardo veniva rilevato come il passeggero, di sesso femminile, fosse privo di permesso di soggiorno in corso di validità e/o di qualsivoglia altro documento valido ai fini dell’identificazione.
Pertanto, previo avviso al Pubblico Ministero di turno presso la Procura di Vicenza, i militari hanno attivato, nei confronti di quest’ultima, la procedura di fermo per identificazione al fine di risalire, tramite appositi rilievi foto-dattiloscopici, all’identità della donna.
Gli esiti restituiti dal sistema AFIS hanno permesso di rilevare come la donna non risultava essere censita all’interno del Casellario Centrale di Identità, di non essere in possesso di alcun permesso di soggiorno in corso di validità né tantomeno è stata rintracciata alcuna procedura di regolarizzazione in corso in merito alla propria posizione sul territorio nazionale.
Pertanto la stessa è stata segnalata alla Procura della Repubblica per il reato previsto dall’art. 10 bis “ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato” del Testo Unico Immigrazione e, inoltre, invitata a recarsi presso l’Ufficio Immigrazione della Questura di Vicenza per vagliare la propria posizione sul territorio nazionale.
Preso atto della condizione di irregolarità della donna, si è proceduto ad assumere delle spontanee dichiarazioni nei confronti della stessa, verbalizzate tramite l’ausilio di un interprete, con le quali veniva riferito come la cittadina straniera fosse stata impiegata, come lavoratrice in nero, presso un negozio etnico di alimentari di proprietà dell’uomo alla guida del veicolo sottoposto a controllo.
Pertanto, si è provveduto a segnalare alla Procura di Vicenza anche l’autista, in qualità di titolare della prefata attività commerciale, per il delitto di cui all’art. 22 comma 12 “impiego di manodopera clandestina” del medesimo Testo Unico.