28 Ottobre 2024 - 15.58

Ambiente – Aumentano i gas serra: quattro numeri che preoccupano

Nuovo anno, nuovo record. Nella sua relazione annuale sulle concentrazioni di gas serra, pubblicata lunedì 28 ottobre, l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) segnala i livelli preoccupanti raggiunti nel 2023. Le concentrazioni dei tre principali gas serra — anidride carbonica (CO2), metano (CH4) e protossido di azoto (N2O) — sono aumentate ulteriormente, esponendo il pianeta a un prolungato riscaldamento.

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“Questo dovrebbe suonare come un campanello d’allarme per i politici”, dichiara Celeste Saulo, segretaria generale dell’OMM, sottolineando l’allontanamento dall’obiettivo dell’Accordo di Parigi di mantenere l’aumento della temperatura ben al di sotto dei 2°C e preferibilmente entro 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali.

+11,4%
Dal rapporto emerge che negli ultimi 20 anni le concentrazioni di CO2 sono aumentate dell’11,4%. Con una concentrazione media globale di 420 ppm, si è registrato un incremento del 151% rispetto all’epoca preindustriale. Nonostante ciò, l’aumento della CO2 nel 2023 è stato inferiore a quello dei tre anni precedenti.

+265%
Anche il metano, un gas serra 80 volte più potente della CO2 a breve termine, ha toccato un nuovo record con una concentrazione di 1.934 ppb, un aumento del 265% rispetto ai livelli preindustriali.

N2O
Il protossido di azoto ha raggiunto 336,9 ppb, con un aumento del 125% rispetto al 1970, in parte dovuto a emissioni antropiche come l’uso di fertilizzanti e vari processi industriali.

Conseguenze sul lungo termine
La concentrazione di CO2 registrata quest’anno non era stata così alta da 3 a 5 milioni di anni. In quel periodo, la temperatura era da 2 a 3°C più alta e il livello del mare più elevato di 10-20 metri rispetto a oggi. Il forzante radiativo dovuto ai gas serra è aumentato del 51,5% dal 1990, con la CO2 responsabile di circa l’81% di questo incremento.

Il ruolo degli ecosistemi
Secondo l’OMM, fenomeni naturali come El Niño nel 2023 hanno contribuito a ridurre l’assorbimento della CO2 da parte della vegetazione, con un rischio crescente che gli ecosistemi, sottoposti al cambiamento climatico, possano diventare a loro volta fonti di gas serra.

Il rapporto arriva poche settimane prima della COP29, programmata a Baku dall’11 al 22 novembre, e costituisce un richiamo all’azione urgente: ogni ppm e ogni decimo di grado in più hanno effetti concreti su vita e ambiente.

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