7 Giugno 2024 - 11.04

Ambiente – Il calo delle polveri sottili può davvero accelerare il riscaldamento globale? Ecco perché bisogna comunque combatterle

La lotta contro l’inquinamento da polveri sottili potrebbe amplificare l’aumento delle temperature? La risposta, seppur controintuitiva, è sì. Mercoledì 5 giugno, decine di rinomati ricercatori hanno avvertito del “ritmo senza precedenti” raggiunto dai cambiamenti climatici negli ultimi anni. Secondo loro, “il riscaldamento causato dall’uomo è aumentato a un ritmo senza precedenti nelle misurazioni strumentali, raggiungendo 0,26°C per decennio tra il 2014 e il 2023”.

Se la causa principale di questo aumento delle temperature sono i gas serra derivanti dall’uso massiccio di combustibili fossili, un altro effetto potrebbe aver amplificato questo riscaldamento. Negli ultimi anni, sono aumentati gli sforzi per limitare le emissioni di particelle inquinanti nell’aria, dannose per la salute e per l’ambiente. Tuttavia, queste particelle riflettono il sole e favoriscono la formazione di alcune nubi che hanno un effetto “rinfrescante” per il pianeta.

La “penalità climatica”

Il legame tra la diminuzione dell’inquinamento da polveri sottili e l’aumento delle temperature è discusso da anni dagli scienziati, che definiscono questo fenomeno una “penalità climatica”. “Sappiamo da tempo che gli aerosol – particelle fini provenienti dalle automobili e dalla combustione dei combustibili fossili, in particolare del carbone – hanno un effetto sulla temperatura”, sottolinea Aurélien Ribes, ricercatore per Météo-France presso il Centro Nazionale di Ricerche Meteorologiche. Uno studio pubblicato sulla rivista Nature lo scorso aprile conferma che la riduzione degli aerosol nell’atmosfera ha accentuato lo squilibrio nel bilancio energetico della Terra negli ultimi anni.

Gli aerosol, come solfato, ossido di zolfo, particelle di fuliggine di carbonio e nitrati, riflettono la radiazione solare, impedendo al sole di riscaldare la Terra. Queste particelle influiscono anche sulla formazione di nubi alte e limpide, che funzionano come “ombrelloni” contro i raggi solari. “Oggi la quantità di queste particelle nell’atmosfera è diminuita, riducendo il loro effetto di mascheramento sul riscaldamento globale, contribuendo così a un riscaldamento aggiuntivo”, spiega Ribes.

Il disinquinamento dei carburanti navali

Uno studio pubblicato a maggio sulla rivista Communication Earth & Environment evidenzia il ruolo del disinquinamento dei carburanti navali nell’accelerare il riscaldamento globale. Secondo i ricercatori, l’attuazione delle norme dell’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO), che riducono drasticamente il contenuto di zolfo nei combustibili navali dal 1° gennaio 2020, “ha contribuito al riscaldamento anomalo che abbiamo sperimentato nel 2023 e nel 2024”. Questo effetto è stato particolarmente marcato nel Nord Atlantico, che ha registrato ondate di caldo marino senza precedenti nel 2023. Secondo lo studio, le normative IMO hanno ridotto dell’80% le emissioni di zolfo dal trasporto marittimo dal 2020, ma potrebbero causare un aumento della temperatura globale di 0,16°C in sette anni. Analisi di Carbon-Brief stimano che “le norme del 2020 per ridurre l’inquinamento atmosferico dovuto al traffico marittimo potrebbero portare a un aumento delle temperature di circa 0,05°C entro il 2050”.

Una doppia lotta essenziale

Le conclusioni di questi studi rimangono controverse, anche se sono considerate solide dagli scienziati. “Si stima che la regolamentazione sui trasporti marittimi abbia comportato un aumento della temperatura di 0,02°C nel 2023, rispetto ai +1,3°C causati dalle attività umane lo scorso anno”, sottolinea Aurélien Ribes, pur precisando che gli studi sull’argomento rimangono limitati.

Per Edward Gryspeerdt, ricercatore dell’Imperial College di Londra, “c’è poco dibattito sul fatto che gli aerosol raffreddino il clima, ma c’è molta incertezza sulla portata di questo effetto di raffreddamento”. “La storia ci ha mostrato che le variabilità naturali sono state sovrainterpretate in passato”, spiega Jean-Louis Dufresne, climatologo e direttore della ricerca al CNRS, che ritiene “complicato” analizzare “piccoli disturbi su brevi periodi di tempo”. Inoltre, sebbene gli aerosol possano amplificare l’aumento delle temperature, non possiamo abbandonare la lotta per ridurre questo inquinamento. Il loro potere refrigerante non potrà mai compensare il potere riscaldante dei gas serra come CO2 e metano. Inoltre, questi aerosol sono particolarmente dannosi per la salute

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