19 Agosto 2024 - 8.33

Andorra: il cielo in una stanza

Visto che abbiamo “visitato” località spagnole e francesi, ho pensato che la chiusa migliore per questa sorta di “breve viaggio della memoria” fosse dedicare uno sguardo ad un luogo che è esattamente a cavallo di questi due Stati; il Principato di Andorra.

Andorra è uno dei sei micro-Stati europei, assieme a  Liechtenstein, Malta, Monaco, San Marino e Città del Vaticano.

Forse qualcuno ricorderà quando alle elementari o alle medie, studiando geografia, veniva nominata Andorra, ed il maestro o il professore chiedeva quale fosse la capitale.   La risposta giusta, allora come adesso è Andorra La Vella, la capitale più alta d’Europa. 

Anche per Andorra vale quello che vi ho detto qualche giorno fa per le Landes di Guascogna; bisogna arrivarci di proposito, bisogna proprio volerci andare.

Uno potrebbe pensare: ma magari dovendo passare in Spagna dalla Francia…!

Non è assolutamente così, semplicemente perché in alternativa ci sono strade e autostrade sicuramente più agevoli lungo le coste, mentre per andare in Andorra bisogna percorrere strade di montagna, ad altitudini piuttosto elevate.  Insomma non si può dire che sia un territorio a portata di mano, facile da raggiungere.

Dov’è Andorra?

Nei Pirenei meridionali, tra la Catalogna e la Francia; un territorio poco  esteso, meno di cinquecento chilometri quadrati di superficie,  attraversato da vigorosi fiumi.

Nonostante le dimensioni ridotte, in questa piccola entità politica si trovano i panorami più suggestivi e le migliori piste da sci di tutti i Pirenei. 

E non è solo in inverno, però, che Andorra dà il meglio di sé, dato che si copre di neve; l’estate, ad esempio, è ottimale in particolare per gli amanti del trekking, per concedersi lunghe camminate nelle zone più elevate e remote del Principato.

Io ci sono arrivato in automobile dalla Francia, passando per il passo di Port d’Envalira, a 2408 metri di altitudine, il più altro della catena dei Pirenei (in alternativa, magari d’inverno con la neve, c’è un tunnel).

E le prime immagini che ho ancora negli occhi, oltre al panorama, sono quelle di enormi distributori di carburanti addirittura scavati nella montagna (forse già intuite il perché). 

Avrete già capito che Andorra è in realtà ricca di fascino in qualunque periodo dell’anno, ed è una meta imperdibile per tutti gliamanti della natura e degli sport all’aria aperta. 

Tutto questo grazie ad un paesaggio semplicemente stupendo, fatto di picchi che sfiorano i 3000 metri, di intere vallate di un verde intenso, alternate a montagne, fiumi, piccole cascate.

Per il resto ve lo dico da subito; la capitale Andorra la Vella è una cittadina gradevole ma decisamente non imperdibile; c’è molto poco da vedere, e l’architettura e l’estetica della città sono un’accozzaglia di stili diversi e poco legati l’uno all’altro.

Degno di una visita veloce è il minuscolo centro storico della città, con la Cattedrale ed il vecchio Municipio, la cosiddetta Casa della Val. 

Se amate l’acqua calda potete fare anche un passaggio alle terme, molto famose e considerate le migliori e le più grandi d’Europa.

Per il resto il mio ricordo di Andorra la Vella è la lunga strada che l’attraversa, nella quale c’è un continuo ed ininterrotto susseguirsi di negozi e ristoranti.

Perché tutti questi punti vendita?

Semplicemente perché Andorra applica l’Iva al 4,5% (per inciso qui sì c’è la flax tax per tutti al 10%), e capite bene che ciò rende particolarmente vantaggioso l’acquisto di profumi, elettronica, tabacco, alcol, cibo, abbigliamento, occhialeria, orologeria, ed in generale tutti i prodotti dei marchi che vanno per la maggiore.

Non dimenticate che esistono però le frontiere ai confini francesi e spagnoli, con le dogane ed i doganieri, e ricordo che c’erano dei limiti all’importo delle merci che i turisti potevano portare da Andorra. 

Per via dell’Iva anche la benzina è meno cara che nei Paesi limitrofi, e come succede da noi vicino ai confini, francesi e spagnoli vanno a fare rifornimento in Andorra.

Dal punto di vista turistico vi avrei già detto un po’ tutto su questo Principato un po’ appartato geograficamente fra i picchi dei Pirenei, il cui segreto di bellezza naturale incontaminata sta a mio avviso nel fatto che, per  l’assenza di materie prime e ricchezze minerarie, non ha mai fatto particolarmente gola a popoli, compagnie commerciali o industriali.

Se non che la particolarità di questo staterello (solo relativamente alle dimensioni ovviamente) sta nel suo Ordinamento.

A partire dalla sua unità amministrativa di base, che non è come in generale il Comune, bensì la Parrocchia.

Il Paese è così suddiviso a livello amministrativo in 7 Parrocchie  (Andorra La Vella, Canillo, Encamp, Escaldes-Engordany, La Massana, Ordino, Sant  Julià de Lòria);  quella della capitale è la più popolosa e nel contempo meno ampia, mentre la parrocchia di Canillo, nella parte nord-orientale di Andorra è quella più estesa ed anche l’unica a superare i 100 Km² di superficie.

Questo non vuol dire che siano i “preti” a governare, in quanto per ogni Parrocchia c’è un Consiglio Comunale eletto ogni 5 anni a suffragio universale.

Ma è l’assetto costituzionale dello Stato a farne un “unicum”.

Vi dico subito che Andorra è un Principato a “sovranità congiunta”, nel senso che è retta da due “Co-Principi” in regime di “diarchia”, che sono il Vescovo della Diocesi spagnola di Urgell, ed il Presidente della Repubblica Francese.

E’ una cosa che affonda nella storia, arrivando persino a Carlo Magno, che secondo la tradizione avrebbe concesso nell’ 805 l’autonomia al popolo andorrano in cambio dell’alleanza contro i mori.

La Signoria del popolo sarebbe successivamente passata al conte di Urgell, e conseguentemente al Vescovo della diocesi locale. 

Nell’ XI secolo sorse una disputa su Andorra tra il Vescovo e il suo vicino occitano.  

Nel 1278 il conflitto venne risolto dalla firma di un accordo (paréage), che stabiliva come la sovranità di Andorra sarebbe stata divisa tra il conte di Foix (il cui titolo sarebbe in seguito stato trasferito al Capo dello Stato francese) e il vescovo insediato a La Seu d’Urgell, in Catalogna. 

Il paréage, un’istituzione feudale che riconosceva il principio di uguaglianza dei diritti condivisi da due regnanti, diede al piccolo Principato la sua forma territoriale e politica, ed uno statuto destinato a rimanere sostanzialmente immutato fino ad oggi. 

Quindi possiamo dire che Andorra si regge ancora su di un ordinamento istituzionale medievale e feudale. 

Per completezza, nel marzo 1993 una vera Costituzione (fino ad allora assente)  è stata approvata con un voto del popolo andorrano, e poi firmata dai due co-Principi regnanti all’epoca: il vescovo di Urgell Joan Martí Alanis e il presidente francese François Mitterrand . 

La nuova Carta Costituzionale stabilì il mantenimento dell’unica diarchia andorrana,  delineando anche il ruolo preciso e le prerogative dei due co-Principi. 

A titolo di curiosità, pensate che prima dell’adozione della Costituzione, Andorra pagava negli anni dispari un tributo di circa 460 dollari al sovrano francese, mentre negli anni pari pagava un tributo di circa 12 dollari al vescovo spagnolo, più sei prosciutti, sei formaggi e sei polli vivi.

Questa usanza medievale è finita appunto con il 1993.

Concludendo, il mio consiglio è di inserire Andorra in un qualunque viaggio nella regione dei Pirenei, perché anche due giorni, vissuti intensamente, sono sufficienti per farsi un’idea di ciò che ha da offrire, e per godere delle principali attrazioni che questo piccolo Stato può regalarvi.

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