22 Febbraio 2024 - 10.02

Aria inquinata, cosa respiriamo

Come quasi sempre succede nella nostra sgangherata “Nazzzziiiioooone”, anche l’allerta smog cui accennavo ieri, con i provvedimenti decisi in Lombardia (ma non è che in Piemonte, in Emilia o in  Veneto le cose vadano molto meglio) ha scatenato un piccolo caso politico, che ha mandato su tutte le furie il Sindaco di Milano Giuseppe Sala.  

Il primo cittadino infatti ha contestato la classifica della qualità dell’aria stilata da IQAir, una società privata svizzera che produce depuratori, prendendosela anche con i giornalisti rei a suo avviso di “riportare notizia lette sui social”.

Stando ai dati resi noti dagli “svizzeri”, domenica 18 febbraio alle ore 17 Milano risultava essere la terza città con più elevato livello di inquinamento atmosferico al mondo, dietro solo a Lahore in Pakistan, e a Dakka in Bangladesh.

Cosa volete, si sa che i Politici non amano che vengano messe in piazza le cose che non funzionano, o che funzionano così così, ma non vorrei che di questo passo, tanto per fare un esempio, per contestare i dati dell’inflazione si finisse per demonizzare o criminalizzare l’Istat.

Nella fattispecie, è vero che la classifica pubblicata da  IQAir  non è stata giudicata attendibile dalla maggior parte degli esperti, ma basta guardare uno qualsiasi dei bollettini dell’Arpa per accorgersi che l’allerta smog è tutt’altro che infondata.

Se non fosse così perché allora si sarebbero decise a Milano ed in altre 9 Provincie lombarde le misure di contenimento in essere dal 20 febbraio?

Così, tanto per fare qualcosa?

Via ragazzi, siamo seri!  Il problema esiste, e la percezione è che non si sappia più a che Santo votarsi!

Io non ho alcuna competenza in materia, e mi limito a ragionare su quel poco che so, su quello che vedo oggi, e su quello che vedevo decine di anni fa quando ero bambino.

E su queste basi io mi sento di affermare che il problema è “sistemico”, e riguarda sia le caratteristiche geografiche della Pianura Padana, sia la presenza di milioni di residenti in relativamente poco spazio, sia la presenza di grandi città, centri industriali e allevamenti.

Partendo dal dato geografico, la pianura padana è delimitata dall’arco alpino a ovest e a nord, e a sud per buona parte dagli Appennini. L’unico grande sbocco è a Est verso il mare Adriatico, e questa conformazione riduce la possibilità di avere forti correnti d’aria, a distanza da quelle che naturalmente si formano sui rilievi montuosi, tali da favorire una maggiore circolazione delle masse d’aria.

Detta in parole terra terra la nostra pianura la “Xe na busa” (è un buco) dove le giornate di vento nel corso di un anno si contano su una mano, e di conseguenza l’aria ristagna per giorni o settimane, durante le quali continua ad aumentare la concentrazione di inquinanti.

Di fronte a questa conformazione orografica credo non ci sia da stupirsi se la pianura Padana sia da tempo una delle aree più inquinate di tutta Europa, soprattutto nel periodo invernale.

Ma non pensiate che durante le altre stagioni le cose siano migliori, e che a Milano piuttosto che a Vicenza in primavera od in estate si respiri “aria di montagna”, perché il livello di inquinamento è sempre alto durante tutto l’anno. 

Intendiamoci, non è un problema solo del nostro Paese.

E a tal riguardo ha voglia l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a stabilire che la concentrazione media annuale di PM2,5 non dovrebbe superare i 5 microgrammi per metro cubo d’aria (anche se come abbiamo visto il particolato fine non è certo l’unico degli inquinanti che minano la nostra salute).

Infatti nel 2022 gli unici Paesi di tutta l’Unione Europea (dati tratti da Internet)  che hanno avuto una concentrazione di PM2,5 inferiore al limite fissato dall’OMS sono stati solo la Finlandia e la Svezia.

E non meraviglia troppo, visti i relativamente pochi abitanti in un territorio molto esteso, ed il clima particolare, molto ventilato e con frequenti precipitazioni piovose o nevose.

L’Estonia è rimasta al limite, con 5,1 microgrammi di PM2,5, mentre tutti gli altri Paesi Ue hanno “sforato”.

I Paesi più inquinati, con concentrazioni tra gli 11 ed i 12 microgrammi di PM 2,5 sono risultati la Slovenia, la Slovacchia, l’Ungheria e la Polonia.

Ma sopra i 10 microgrammi si sono piazzate anche Croazia, Repubblica Ceca, e inevitabilmente la nostra Italia (10,6 milligrammi).

In Germania la media di particolato fine è stata di 8,2 microgrammi, in Francia di 7,7, in Spagna di 7,2.

Ma per quanto riguarda noi “padani” (non in senso leghista ovviamente) le cose vanno male, decisamente peggio degli altri.

Infatti la Pianura Padana è l’area più inquinata dell’Europa centro-occidentale semplicemente perché in nessun altro Paese si raggiungono i livelli di inquinamento dell’aria della “valle del Po”, e solo alcune zone della Polonia meridionale si avvicinano.

E per non farci mancare nulla, le cinque aree più inquinate a livello provinciale sono tutte in Italia; in particolare la provincia di Cremona e Milano con 24,3 microgrammi per metro cubo, quella di Monza de Brianza con 24 microgrammi, quella di Lodi con 23,9, quella di Mantova con 23,5.

Tanto per capirci, nel 2022 la provincia di Milano e quella di Monza e Brianza hanno superato i 50 microgrammi (10 volte il limite OMS) di concentrazione di PM2,5 per 28 giorni, quella di Padova per 27 giorni, quella di Cremona per 25, mentre le province di Lodi e Mantova per 21 giorni. Il massimo registrato è stato di 76 microgrammi il 30 dicembre nella provincia di Monza e Brianza.

Mi sembra  non  sia un primato da andare orgogliosi.

E il nostro Veneto?

Neanche qui si può “inspirare a pieni polmoni”, perché, pur non raggiungendo i livello delle provincie sopra indicate, Padova si attesta sui 22,5 microgrammi, Verona sui 20, e Vicenza sui 19,5. 

Tanto per fare qualche confronto, nel distretto più inquinato delle Germania, quello di Duisburg (Lander Renania Settentrionale-Vestfalia) la concentrazione media, sempre nel 2022, è stata di 11,7 microgrammi di PM2,5 per metri cubo.

In Francia il dipartimento più inquinato è quello di Parigi con 11,6 microgrammi, e in Spagna la provincia di Barcellona con 10,3.

Detta brutalmente i posti più inquinati di Germania, Francia e Spagna, fanno meglio di 38 province italiane.

Siete impressionati?

Vi piacerebbe cambiare aria, trasferendovi verso località con aria più pulita?

Beh, la provincia meno inquinata d’Italia è Aosta (concentrazione PM2,5 di 6,37 microgrammi), poco sopra il limite dell’OMS.

Le altre province  che fanno meglio sono Bolzano, Cosenza, Crotone, L’Aquila, Nuoro, Oristano, Sassari, Sud Sardegna e Verbano-Cusio-Ossola, che registrano tra i 7,1 e gli 8 microgrammi (molto meglio che in Padania, però sempre sopra il limite OMS).

Il Ministero della Salute italiano tempo fa stimò almeno 30mila decessi all’anno riconducibili agli effetti dell’inquinamento atmosferico. 

Fare calcoli e previsioni accurate è difficile, ma il Ministero valuta l’inquinamento tra i fattori che riducono di 10 mesi circa la vita di ognuno di noi, con una distribuzione geografica che varia molto: 14 mesi per chi vive al Nord, 6,6 per chi è nel Centro e 5,7 per il Sud e le isole.

Ognuno faccia i propri conti, e se proprio non possiamo trasferirci, forse non ci resta che riesumare gli antichi riti di propiziazione della pioggia, fenomeno purtroppo sempre più raro dalle nostre parti.

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