ARZIGNANO – Donazzan “contro” la Preside della scuola della maestra tentatrice
L’Assessore Regionale all’Istruzione del Veneto Elena Donazzan ha oggi replicato con una sua lettera alle dichiarazioni espresse dal Dirigente Scolastico Gigliola Tadiello, reggente dell’Istituto “Fogazzaro” di Arzignano, a sostegno delle posizioni della docente-tentatrice Emma Dalla Benetta.
“Trovo sorprendenti e spero siano state male interpretate le parole che attribuiscono al Dirigente Scolastico dell’Istituto Fogazzaro” afferma Donazzan, “in estrema sintesi non ci sarebbe nulla da eccepire nella partecipazione di una docente in forze presso detto Istituto ad un reality i cui contenuti sono oggettivamente incompatibili con il messaggio educativo che ci sforziamo di dare ai nostri studenti. Tentare le virtù e la fedeltà di una coppia è di per se stesso un atteggiamento da stigmatizzare, anche se riservato alla sola dinamica privata: quando a farlo poi è un insegnate di una scuola primaria in un programma televisivo nazionale la gravità è elevata all’ennesima potenza”.
“Quando trattiamo di educazione al rispetto di se stessi e degli altri, i messaggi che ho riconosciuto essere trasferiti in questi delicati progetti che si sviluppano all’interno delle scuole sono riferiti al proprio corpo e all’uso che se ne fa, al rispetto dei sentimenti propri ed altrui, alla discrezione nelle dinamiche interpersonali e di coppia” continua l’Assessore Regionale, “il perfetto opposto di quanto questa docente è chiamata ad essere e fare in questo reality di cattivo gusto”.
“Se la suddetta insegnante avesse tenuto un comportamento analogo all’interno della propria sfera privata e non se ne fosse data notizia, non avrei avuto nulla da dire. Al contrario però questa docente sta dando massima pubblicità del suo comportamento e dei relativi atteggiamenti previsti dal copione. È evidente che la scuola sarà costretta ad affrontare questi aspetti ed i relativi messaggi all’indomani di questa partecipazione” continua Donazzan, che conclude “io, che personaggio pubblico sono, tengo in grande considerazione anche la mia sfera privata e personale perché ne deriverebbe un giudizio complessivo sulla mia persona: avendo gran rispetto del ruolo istituzionale che rivesto, mi controllo, mi limito, mi comporto di conseguenza. Tale condotta, che spesso chiediamo in particolare ai politici, va richiesta anche alla classe docente che sale in cattedra, e non solo metaforicamente, e che deve essere rispettata, riconosciuta e di esempio”.