Asiago: una montagna di stelle – Passaggio a Nord
di Anna Roscini
“Cieli immensi e immenso amore” cantava Battisti. La montagna è anche
questo: avere la possibilità di osservare la volta celeste dipinta da una
miriade di stelle e lasciarsi emozionare lontano da luci e rumori, immersi
nella natura e nel silenzio.
Protetto da grandi abeti, sull’Altopiano dei Sette Comuni esiste un luogo dove
le stelle non sono poi così lontane. L’Osservatorio Astronomico di Asiago, sede
osservativa dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Padova
e del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Padova, ospita infatti il più grande telescopio
ottico sul suolo italiano. Non si tratta solo di un importante sito di ricerca,
ma anche di un luogo dove il pubblico può approfondire i grandi temi della
moderna astronomia e, se il meteo lo permette, partecipare ad un’osservazione
guidata del cielo.
Andiamo a scoprire il centro di ricerca astronomica altopianese con la coordinatrice, Lina Tomasella,
e il responsabile della divulgazione scientifica, Paolo Ochner.
Quando nasce l’Osservatorio Astronomico di Asiago?
Lina Tomasella:«Nasce nel 1942 perché
fino ad allora gli astronomi avevano lavorato, anche dal punto di vista
osservativo, dalla Specola di Padova, fondata nel 1762. Qui, in cima alla torre
del Castelvecchio, vengono messi degli strumenti per fare osservazioni di
posizioni di stelle, anche di tipo meteorologico. Col passare del tempo ci si
accorge però che la città non è la sede ideale per fare osservazioni del cielo
per via delle luci, che vanno aumentando dalla fine del 1700 fino agli inizi
del 1900, e per una serie di condizioni, tra cui la nebbia e il pulviscolo. A
quel punto si cerca quindi una sede in montagna e la scelta ricade su Asiago perché
relativamente vicino a Padova, e quindi facilmente raggiungibile specie in
quegli anni in cui non era facile muoversi. Siamo a mille metri di quota, abbiamo
meno atmosfera che disturba le osservazioni e molte notti serene senza la
nebbia della Pianura Padana».
Quali strumentazioni sono presenti?
Lina Tomasella:«Durante la Seconda guerra
mondiale, precisamente nel 1942, viene inaugurato un telescopio dedicato a
Galileo Galilei. All’epoca si trattava del più grande strumento ottico
d’Europa. A guerra finita, la sede si allarga e vengono costruiti strumenti a
grande campo per l’osservazione e il monitoraggio del cielo di eventi
eccezionali come la scoperta di nuove comete, asteroidi, stelle variabili o stelle
in fase esplosiva, le supernovae. Nel 1973 ci si allontana dal centro cittadino,
si va a Cima Ekar dove viene costruito il telescopio Copernico che, a tutt’oggi,
è il più grande strumento ottico che abbiamo sul suolo italiano. Quindi quattro
strumenti costruiti ad Asiago: il Galileo, il Copernico e due strumenti
chiamati Schmidt a grande campo, di cui tre sono effettivamente operativi. Da
una parte, gli Schmidt possono monitorare una buona parte di cielo alla ricerca
di oggetti che appaiono improvvisamente e possono essere appunto il segno di
un’esplosione di supernova se appartiene ad una galassia lontana, o di una
variabilità stellare se si tratta di una stella della nostra galassia. Poi si
va nello specifico a studiare questi eventi con gli altri due telescopi».
La sede osservativa di Asiago è un punto di ricerca astronomica. Quali
attività vengono svolte?
Lina Tomasella:«L’impronta che c’è
ancora oggi risente di quelle che sono state le ricerche nel momento in cui è
nato l’Osservatorio. All’epoca, negli anni cruciali dove sono stati costruiti
gli strumenti più importanti, il professore Leonida Rosino era direttore
dell’Osservatorio. Era andato all’estero e aveva visto gli strumenti disponibili
al di là dell’oceano e il tipo di astronomia che veniva fatta negli Stati Uniti.
Quando è ritornato ha voluto costruire degli strumenti all’avanguardia, sia appunto
per la ricerca, quindi gli strumenti a grande campo, sia per l’indagine
specifica, quindi il telescopio Copernico. Il professore si occupava essenzialmente
di variabilità stellare, ovvero di tutte quelle stelle che per vari motivi,
soprattutto per effetto di un’interazione in un sistema binario dove ci sono due
o più stelle che orbitano una attorno all’altra, possono avere periodicamente
oppure anche una sola volta nell’arco di centinaia di anni, una specie di
esplosione, un aumento di luminosità. Il professore studiava questi fenomeni,
per capire fisicamente cosa provocava queste variazioni di luminosità, questo
per quanto riguarda le stelle della nostra galassia. D’altra parte, abbiamo dei
fenomeni di variabilità anche in galassie lontane, quando ad esempio una stella
massiccia alla fine della sua vita muore con una grandissima esplosione,
diventando una supernova. Questa esplosione libera così tanta energia che
quella stella, pur essendo molto lontana, diventa estremamente luminosa e
visibile. Questi sono stati i filoni di ricerca principali del professore
Rosino e ha lasciato in eredità un gruppo di ricerca che si occupa di
questo. Ci sono ovviamente altri gruppi
che si occupano delle cose più disparate: dal sistema solare con lo studio di asteroidi
e comete, ad oggetti molto lontani, galassie attive, e ovviamente lo studio
delle stelle nella Via Lattea».
Quali invece le
attività di divulgazione?
Paolo Ochner:«In località Pennar,
all’interno della Sala Multimediale, si organizzano incontri informativi per il
pubblico, conferenze per studenti, aggiornamenti per insegnanti, osservazioni guidate
del cielo. Lo scopo principale degli incontri è far conoscere come si svolge il
lavoro degli astronomi, come vengono realizzati i telescopi, quali sono oggi
gli strumenti di punta e le più recenti scoperte nei vari settori della ricerca
astronomica, dall’esplorazione del sistema solare ai pianeti extrasolari,
dall’universo su grande scala alla cosmologia. Nell’incontro è privilegiato
l’aspetto educativo ma, se le condizioni metereologiche sono favorevoli, la
visita si chiude con l’osservazione guidata del cielo. Organizziamo una serie
di attività sia per i bambini che per gli adulti, specialmente nei mesi di
maggiore afflusso turistico. Durante l’anno proponiamo comunque diversi
incontri, ma le visite si possono svolgere anche su appuntamento,
se c’è un gruppo di almeno dieci persone partecipanti e interessate ad
approfondire un determinato argomento. Per gruppi più piccoli è possibile
richiedere anche l’osservazione diretta all’oculare del telescopio. Continueranno
poi anche per il mese di febbraio (sabato 1 e 29) e marzo (sabato 21) le
escursioni guidate “Trekking & Astronomia” con visita serale all’Osservatorio,
in collaborazione con le guide dell’Altopiano. Consiglio comunque di seguire la
pagina Facebook “Osservatorio Astrofisico di Asiago” per rimanere aggiornati su
tutti gli appuntamenti».
Nel 2020 ci saranno
fenomeni astronomici particolari da osservare?
Paolo Ochner:«Per
quanto riguarda i fenomeni astronomici prevedibili attualmente non abbiamo
eventi eclatanti quest’anno, a parte un fenomeno un po’ tecnico e cioè, il 19
giugno, l’occultazione diurna di Venere da parte della Luna. Ci sono alcune
congiunzioni con alcuni pianeti vicini, c’è una cometa che a maggio sarà
assolutamente visibile con il binocolo. Ci sono poi fenomeni non prevedibili
come l’esplosione di una stella o l’arrivo di una cometa. L’astronomia è bella anche
per questo: durante l’anno ci possono essere delle cose nuove da osservare e magari,
chissà, qualche scoperta».