Aumentano i no vax e tornano morbillo, meningite e febbre gialla

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L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) lancia un nuovo appello urgente alla comunità internazionale: la riduzione dell’uso dei vaccini sta favorendo il ritorno di malattie che si ritenevano ormai sotto controllo. A preoccupare maggiormente è il morbillo, in forte risalita, insieme a patologie come meningite e febbre gialla, soprattutto in Africa.
“I vaccini hanno salvato oltre 150 milioni di vite negli ultimi 50 anni”, ha dichiarato il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus, ma “i tagli ai finanziamenti per la salute globale stanno mettendo in pericolo queste conquiste storiche”. Il numero di epidemie da malattie prevenibili sta aumentando, con conseguenze gravi sia in termini di vite umane che di costi sanitari per gli Stati.
In un comunicato congiunto, OMS, UNICEF e Alleanza Gavi avvertono: il morbillo è tornato a rappresentare una minaccia seria. Nel 2023 si sono registrati circa 10,3 milioni di casi a livello mondiale, con un aumento del 20% rispetto al 2022. “Questa tendenza sta proseguendo anche nel 2024”, avvertono le agenzie, precisando che 138 paesi hanno segnalato focolai di morbillo, 61 dei quali con epidemie gravi, il dato più alto dal 2019.
La direttrice dell’UNICEF Catherine Russell ha sottolineato come la disinformazione sui vaccini, le crisi umanitarie e i tagli ai bilanci sanitari stiano aggravando una situazione già fragile. “Non possiamo vaccinare oltre 15 milioni di bambini vulnerabili nei paesi più fragili e colpiti da conflitti. In circa 50 Stati i servizi di vaccinazione e risposta alle epidemie sono già compromessi, in modo simile a quanto avvenne durante la pandemia di Covid-19”.
A peggiorare il quadro, le recenti decisioni degli Stati Uniti che hanno drasticamente ridotto i fondi destinati all’OMS. Ancora più controversa la nomina di Robert Francis Kennedy Jr., noto per le sue posizioni contrarie ai vaccini, a ministro della Salute: un segnale allarmante per gli esperti di sanità pubblica.
Il messaggio delle organizzazioni internazionali è chiaro: senza un’inversione di rotta, il rischio è di perdere decenni di progressi nella lotta contro malattie prevenibili.