6 Agosto 2024 - 9.39

Avila: una visione immobile nel tempo

Senza dubbio la località che segnalo oggi alla vostra attenzione è in generale molto più conosciuta del borgo di Trasmoz, noto per lo più nella ristretta cerchia dei cultori di esoterismo e stregoneria.

Ma se ci pensate bene, molti che vi raccontano del loro viaggio in Spagna raramente vi dicono: “sono stato anche ad Avila”. 

Perché?

Io un’idea ce l’ho, e sta nel fatto che Avila è un concentrato di religione, storia, arte e cultura che sembra andare a ritroso nei secoli, con influenze uniche.

Per Avila non ci passa; ad Avila bisogna andarci di proposito.

Per inquadrare la location (usando un termine che va per la maggiore) siamo nella Spagna centrale, nella Regione della Castilla e Leòn, al centro di due linee immaginarie, l’una che va de Bilbao a Huelva, e l’altra da A’ Coruna a Murcia.

Due linee che si intersecano in una croce, ed Avila è al centro di questa croce.

E come vedremo le croci si addicono ad Avila. 

Avila è lontano da qualsiasi mare e da qualsiasi mitezza.

Trovandosi a 1131 metri sul livello del mare è il capoluogo di provincia più alto di tutta la Spagna; e già questo fa intuire che si tratta di una città estrema nel clima (qui fa tanto caldo d’estate, ma la neve è spesso di casa), che ne ha plasmato anche il carattere.

E’ geograficamente un luogo chiuso, una sorta di isola in un oceano di terra, in quella specie di strano deserto ad alta quota che è la “meseta castigliana”.

Avila io l’ho visitata più volte, ma vi assicuro che l’impressione e l’emozione che si provano la prima volta che si scorge da lontano la cinta murata che racchiude la città sono molto forti; ma il bello è che lo stesso stupore lo si ritrova anche alle visite successive, perché sapete bene che i colori del paesaggio sono condizionati dal clima, dalla luce di quel particolare momento, e quindi cambiano ogni volta.

E fin dalla prima volta che il mio sguardo ha accarezzato quella “muralla”, io ho avuto l’impressione che le mura di Avila racchiudano in sé l’indefinibile colore ocra della meseta.

Queste impressionanti mura difensive risalenti al XII secolo, costruite sui resti di precedenti fortificazioni romane e musulmane, sono lunghe ben 2.5 km, sono scandite da più di 2000 merli, 88 torri, sei porte e tre cancelli. 

Guardate, io di città murate ne ho viste parecchie nel corso della mia vita, a partire da Carcassonne (che però ha il difetto che la cinta è stata quasi rifatta),  a Monteriggioni nel senese, e senza nulla togliere alle nostre Cittadella e Montagnana, per restare in Veneto.

Ma quelle di Avila sono altra cosa; perché sono certamente tra le mura medievali meglio conservate d’Europa, e per il loro perfetto stato di conservazione e il loro forte impatto visivo, sono diventate uno dei simboli più rappresentativi dell’intera regione.

Inutile girarci attorno; senza le sue mura Avila non sarebbe Avila!

E di conseguenza dopo aver ammirato questa meraviglia dall’esterno, giocoforza si deve salire in cima e passeggiare lungo il camminamento, per godere di una splendida vista sulla città racchiusa all’interno: se siete amanti della fotografia vi attendono incredibili opportunità.

Al di sopra delle mura cittadine merlate, si staglia la Cattedrale gotica. 

Le mura sono antichissime: la loro costruzione cominciò nel 1090, anche se esse assunsero la forma finale, a grandi linee un quadrilatero equilatero, nel XII secolo.

Delle 88 torri disposte lungo le mura ce n’è una su cui vale la pena di soffermarsi: il “Ciborro” la torre più importante che, e questa è la sua particolarità, fa anche da abside alla cattedrale. 

Non so vi è chiaro, ma la chiesa è  integrata nell’impianto di difesa come un bastione, e di conseguenza la Cattedrale del Cristo Salvatore è una di quelle stranezze da non perdere: come accennato l’abside è addossato alle mura di Avila, rendendola parte integrante – nonché una delle più voluminose- delle fortificazioni della città.  

La Cattedrale ha forme romanico-gotiche, è una delle più antiche cattedrali di Spagna, e conserva al suo interno preziose sculture.

Avila è una città particolare anche al suo interno, ed è godibilissimo passeggiare nei suoi vicoli.

Per la gran quantità di dimore signorili e splendidi palazzi storici è famosa anche come Avila de los Cabarellos (dei gentiluomini), ma potremmo chiamarla anche “Avila delle chiese” per la gran quantità di edifici religiosi: alcuni dei quali sono legati ad episodi della vita di Santa Teresa d’Avila.

E qui arriviamo al secondo aspetto di Avila, il suo misticismo, la sua religiosità. 

Già perché Avila, sede vescovile, è nota soprattutto per essere stata la città natale di una importante Santa del cattolicesimo, Teresa d’Avila (altrimenti detta Santa Teresa del Gesù), vissuta nel XVI secolo, e Dottore della Chiesa.

La religiosa nacque proprio ad Avila, il 28 marzo del 1515, in una numerosa famiglia originaria di Toledo di stirpe ebraica. 

Nel capoluogo della Castiglia-Leon, Teresa Ahumada visse l’infanzia, la gioventù e la maturità, gli anni della conversione, dell’entusiasmo e dei progetti: un personaggio con un travagliato percorso interiore, scrittrice e riformatrice delle monache e dei frati Carmelitani, fondatrice di vari monasteri, viaggiatrice instancabile. 

Da notare che ad Avila ha vissuto per un certo periodo anche San Giovanni della Croce (San Juan de la Cruz), originario di Fontiveros, un paesino a 30 km da Avila, anch’egli Dottore della Chiesa, contemporaneo di Santa Teresa, e assieme a lei fondatore  nel 1568 dell’Ordine dei “Carmelitani scalzi” ( e delle Carmelitane scalze). 

Inutile dire che tutto ad Avila parla di Santa Teresa.

Ad Avila  Teresa ha lasciato la sua impronta indelebile, e si possono ripercorrere le sue orme, a cominciare dalla casa dove nacque. È inserita nel convento delle Carmelitane, edificato nel Seicento, proprio in suo onore. L’abitazione vera e proprio è oggi un museo, con la stanza dove la Santa venne al mondo, una cappella, molte reliquie e ricordi, un piccolo giardino. 

Ovunque andiate ad Avila troverete un riferimento alla vita di Santa Teresa, tra cui alcune chiese che marcano momenti significativi nel percorso spirituale della Santa: Chiesa di san Giovanni Battista: una modesta chiesa parrocchiale del Cinquecento che conserva la fonte battesimale dove venne battezzata Teresa.   Monastero dell’incarnazione: monastero rinascimentale a nord delle mura dove la Santa prese i voti monastici e visse per 27 anni.     È possibile vedere il pezzo di legno che usava come cuscino e la stanza dove ebbe la visione di Gesù bambino. Chiesa di San Tommaso il Vecchio: dal pulpito di questa chiesa del XIII secolo il predicatore additò Teresa, colpevole secondo lui di vanità e orgoglio. Convento di San Giuseppe: il primo monastero fondato in gran segreto dalla Santa nel 1562. Convento di Santa Teresa: costruito nel 1636 sul luogo dove sorgeva la casa natale della Santa. È possibile vedere l’orto dove la Santa giocava da bambina.

Potrei continuare, ma è inutile che qui vi elenchi tutte le cappelle, le chiese ed in generale i luoghi di culto che costellano la città; avrete modo di scoprirlo se e quando avrete l’occasione di andare a visitare Avila.

Concludendo, sia che siate dei fedeli cattolici, e quindi attratti dai luoghi dove hanno vissuto ed operato i grandi mistici e Santi della Fede, sia che siate semplicemente dei viaggiatori interessati a scoprire cose nuove, Avila risponde sicuramente alle vostre esigenze.

E poi credetemi, un tramonto davanti alle mura, avvolti nella luce calda dalla meseta, vi resterà nel cuore, e non lo scorderete più.

Umberto Baldo

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