Ballottaggi- Pietra tombale sull’ “effetto Schlein”
di Umberto Baldo
Se qualcuno aveva sperato che il cosiddetto “effetto Schlein” costituisse un primo argine al dilagare delle forze di Centro destra in Italia, per poi magari invertire il trend a livello nazionale, penso che questo sia il momento di ricredersi.
Non è stato così.
Non c’è stato nessun effetto Schlein nella seconda tornata delle amministrative, in cui importanti città andavano al ballottaggio.
E basta scorrere i risultati in tempo reale per rendersene conto; basta mettere in fila le città in cui la sinistra ha perso lo scontro finale: Ancona, Massa, Pisa, Siena, Brindisi, Terni.
C’è una sola eccezione a questa ondata, nel nostro Veneto, e si chiama Vicenza.
Ma a ben guardare non è così, e anche Vicenza relativamente all“effetto Schlein” costituisce l’eccezione che conferma la regola.
Mi spiego meglio, richiamando quello che ho scritto solo qualche giorno su Tviweb nel pezzo titolato “Vicenza divisa fra meloni (Rucco) e Schlein (Possamai)”.
So che non né bello né elegante citarsi, ma il 23 maggio scrivevo testualmente: “Possamai, pur essendo a pieno titolo uno degli “uomini nuovi” del Partito Democratico, membro della Direzione Nazionale nonostante il suo sostegno a Bonaccini nella lotta per la Segreteria, nonché Capogruppo in Regione Veneto, ha cercato di darsi un profilo di “candidato civico”. Ed in questa logica la Schlein avrebbe “disturbato” questa narrazione. Vicenza, nonostante il peso economico, a mio avviso è ancora una città del Veneto profondo, una città in cui conta ancora molto il voto cattolico, e Possamai ha capito che la Segretaria del suo Partito, con le sue proposte politiche movimentiste, rischiava di fargli perdere voti più che portargliene. Ve la immaginate in un comizio in cui avesse proposto la patrimoniale, l’utero in affitto, nessun limite all’immigrazione, e altre tematiche divisive, quanti applausi avrebbe potuto ottenere dai progressisti moderati vicentini. Possamai molto intelligentemente ha seguito il copione che si era imposto, e così ha invitato a sostenerlo Sindaci di sinistra, da Tommasi Damiani (Verona) a Beppe Sala (Milano) a Sergio Giordani (Padova, a Dario Nardella (Firenze) annunciato per il ballottaggio”.
Possamai ha avuto ragione, ha affrontato le urne senza contare troppo sulla sua Segretaria Nazionale, e quindi onore al merito!
Credo sia giusto riconoscere l’onore delle armi anche al Sindaco uscente Francesco Rucco, che ha mostrato di crederci fino in fondo, tanto che al secondo turno ha avuto 2100 voti in più.
Francamente non so se sia meglio perdere magari più nettamente rispetto a mancare il traguardo per meno di 500 voti.
Ma questa è la democrazia, i vicentini hanno scelto, e Possamai ha vinto.
Ci sarà tempo per analizzare i flussi dei voti, in un risultato elettorale che comunque consegna l’immagine di una città esattamente spaccata a metà.
Come pure i vicentini avranno cinque anni per constatare se le promesse elettorali saranno realizzate, e realizzabili, o come spesso accade rimarranno sogni da consegnare al futuro.
Ma oggi quel che vale è l’immagine di Giacomo Possamai che, sovrastato da urla ed applausi, con voce chiaramente emozionata saluta e ringrazia tutti quelli che lo hanno sostenuto.
E lo fa con una voce squillante, e finalmente con un sorriso che esplode sul suo volto quando dichiara: «Abbiamo fatto una cosa incredibile».
Sì, caro Sindaco, una cosa incredibile visto come è andata per la sinistra dell’ ”effetto Schlein” in tutto il resto del Paese.
Umberto Baldo