Bambi è a Villaverla
Premettiamo che Bambi era un cerbiatto e in questo caso parliamo di un capriolo. Ma la storia che ci arriva da Villaverla non può non fare pensare al cartoon e soprattutto al feeling che può crearsi fra un animale e un essere umano. La Polizia Provinciale di Vicenza viene allertata, qualche giorno fa, dalla chiamata di un privato cittadino. “In sala operativa – sottolinea il vice-ispettore Maurizio Ferron – è arrivata come una delle tante chiamate che segnalano animali in difficoltà. Si trattava di un capriolo, apparentemente ferito, che camminava male ed era prigioniero in una striscia di pascolo fra un recinto e un fosso nella zona di Villaverla. Incapace di allontanarsi”. Avvisati, gli agenti del distaccamento di Thiene Paolo Slossel e Luigi Stefano Valente si sono subito recati sul posto e con l’aiuto di un cacciatore locale hanno localizzato l’animale lungo Via Boschetto, in località Novoledo. Il capriolo, già segnalato nei giorni precedenti ma senza che nessuno potesse dare indicazioni sul luogo preciso, si rivelava una femmina adulta priva, monca della zampa anteriore sinistra. L’animale era perfettamente in grado di cavarsela ugualmente perché la ferita era rimarginata da lungo tempo e lei aveva imparato a muoversi agevolmente sulle tre zampe.
Ad un tratto la sorpresa. “Mentre pensavano alla strategia di cattura – continua Ferron – al fine di trasportarlo in un luogo più sicuro, con grande stupore dei presenti il capriolo ha saltato il fosso e si è avvicinato spontaneamente agli agenti. Sorpresi, i colleghi sono rimasti fermi ad osservare che cosa stava succedendo”. Senza mostrare timore, l’ungulato ha continuato ad avvicinarsi chinandosi ogni tanto a brucare un po’ d’erba. Poi si è fatta persino accarezzare. Un piccolo miracolo, segno che con tutta probabilità l’incontro ravvicinato con gli umani era già avvenuto qualche tempo prima. “Abbiamo realizzato che doveva essere stato recuperato da piccolo, curato per un certo periodo dall’uomo e poi scappato o rimesso in libertà”. L’effetto “imprinting” ha fatto il resto: persa la naturale diffidenza verso l’uomo, la femmina si è fatta facilmente catturare dagli agenti che l’hanno subito trasportata e liberata in una zona recintata e protetta. Tutto è bene ciò che finisce bene “ma non nascondo che l’incontro è stato davvero emozionante anche per noi che dovremmo essere abituati”. Ed invece la Natura non finisce mai di stupire.