“Brain rot” o cervello marcio: gli effetti dei social network sulla nostra testa diventano parola dell’anno 2024
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“Brain rot”, un’espressione che potrebbe sembrare curiosa, ma che in italiano si traduce con marciume cerebrale. Questo termine è stato eletto “Parola dell’anno 2024” dalla Oxford University Press, la celebre casa editrice legata all’omonima università. Secondo l’Oxford Dictionary, il termine descrive “il presunto deterioramento dello stato mentale o intellettuale di una persona, considerato in particolare il risultato di un consumo eccessivo di contenuti (in particolare online) considerati banali o poco stimolanti”. In sostanza, l’abuso di contenuti superficiali, spesso diffusi sui social network, creerebbe una generazione di persone meno critiche, quasi “zombie digitali”.
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Social network e il rischio del marciume cerebrale
Piattaforme come TikTok e Instagram sono tra le principali responsabili di questo fenomeno. Il loro meccanismo di scorrimento infinito porta gli utenti a consumare rapidamente e senza sosta contenuti dal basso valore intellettuale, come meme o discussioni banali. Come spiega la Oxford University Press, “l’espressione illustra la crescente consapevolezza collettiva sugli effetti deleteri della tecnologia digitale sulla nostra capacità di concentrazione e sulle abitudini di pensiero”.
L’uso eccessivo di social network non solo riduce il tempo dedicato al pensiero critico, ma porta anche a una dipendenza. Gli algoritmi, infatti, spingono costantemente contenuti personalizzati, intrappolando gli utenti in un circolo vizioso noto come “ciclo della dopamina”. Questo ciclo è alimentato dall’ormone del piacere, che rafforza l’abitudine di cercare stimoli immediati e superficiali.
Un invito alla riflessione critica
La designazione di Brain rot come parola dell’anno è un segnale d’allarme. È un’occasione per riflettere sull’uso che facciamo dei social network e sul consumo compulsivo di video virali. L’obiettivo è stimolare una maggiore consapevolezza e promuovere un approccio critico alla fruizione dei contenuti digitali.
La scelta della parola dell’anno
Per eleggere la parola dell’anno, la Oxford University Press ha sottoposto un elenco di sei termini a un sondaggio che ha coinvolto 37.000 persone. Brain rot ha ottenuto la maggioranza dei voti, succedendo a termini come rizz (successo nell’arte della seduzione) nel 2023 e Goblin mode (indossare il pigiama quando si è stanchi) nel 2022. Negli anni precedenti erano stati scelti termini legati a temi globali, come vax (2021), confinamento (2020), e emergenza climatica (2019).
L’elezione di Brain rot conferma quanto sia urgente affrontare gli effetti dei social network sulla nostra mente e sulle nostre abitudini quotidiane.