31 Dicembre 2023 - 9.45

Buon 2024 tra le sfide di Possamai, l’errore di Rucco e il bene di Vicenza

Caro amico ti scrivo,
può sembrare un rito, una inutile ripetizione di una prassi dura a morire.
Ogni anno che si chiude è come un sipario che cala su un palcoscenico che da qual momento diventa storia, ed è naturale, oserei dire umano, cercare di fare un bilancio.
Quindi la domanda è: com’è stato l’anno che ci lascia? Cui segue inevitabilmente il: come sarà quello che arriva?
Fra poche ore alzeremo i calici, per salutare l’ora “0”, il momento, scandito dal consueto countdown, di quello che per i cinesi sarà l’anno del Dragone, ma per noi che seguiamo il calendario gregoriano sarà semplicemente il 2024 dell’era cristiana.
Ogni anno porta con sé un bagaglio di avvenimenti che non possiamo cancellare con un tratto di penna, semplicemente perché la maggior parte degli stessi continua a far sentire i propri effetti anche nel nuovo anno.
Partendo dalla nostra amata città, dalla nostra Vicenza, non c’è dubbio che l’avvenimento che ci viene subito in mente pensando al 2023 sono le elezioni, vinte da Giacomo Possamai, sostenuto dalla galassia delle forze di Centro sinistra.
Sono anni ormai che abbiamo capito che i miracoli non li fa nessuno, e a maggior ragione quando ci si trova alla guida di una città.
Non solo per l’eredità delle Amministrazioni pregresse, ma anche perché la farraginosità e la lentezza delle nostre burocrazie fanno si che un Sindaco, anche se volesse essere Mandrake, per vedere la realizzazione di un’opera quasi sempre deve aspettare anni, e non è un caso se i primi cittadini avveduti cercano di mettere in cantiere nei primi mesi del proprio mandato le opere che vorrebbero poter esibire come realizzate prima della campagna elettorale successiva.
A mio avviso sono troppi pochi i mesi che Possamai occupa la poltrona di Sindaco, per poter sbilanciarsi in qualsiasi giudizio sul suo operato.
Ma la giovane età, 33 anni, e la sua pregressa esperienza amministrativa, fanno ben sperare, e come è nel nostro stile saremo prodighi di apprezzamenti per le cose ben fatte, ma critici per quelle che non ci convincono.
Inutile fare l’elenco dei problemi di Vicenza; sono annosi e li conosciamo, dal traffico, all’inquinamento, dalla sicurezza al parco della Pace, da Campo Marzo alla Tav.
Di conseguenza ci sentiamo di lanciare un appello a tutti coloro che hanno voce in capitolo e potere di decidere, di superare le divisioni, le piccinerie, le camarille politiche, per concentrare tutte forze per il bene della città. Rucco ha perso forse per una campagna elettorale troppo aggressiva che ha fatto pendere fatalmente, in un elettorato storicamente moderato, l’ago della bilancia verso il centrosinistra. A proposito, bene i caffè con la cittadinanza di Possamai. Ma ora serve lavorare per il bene comune anche dall’opposizione.
Allargando lo sguardo oltre il Veneto, con i problemi del dopo-Zaia che già si affacciano, non ci sentiamo di dirci soddisfatti di come procedono le cose a livello di governo nazionale.
L’avvento della destra al potere, dopo le elezioni del 2022, dovrebbe insegnare alla classe politica che le promesse fantasmagoriche in campagna elettorale si trasformano inevitabilmente in delusioni per gli elettori nel momento in cui ci si scontra con la realtà, che per il nostro Paese ha sempre un nome: debito pubblico fuori controllo.
Certo ci saremmo aspettato qualche effetto annuncio e qualche iniziativa inopportuna in meno.
Forse si sarebbe potuta evitare l’iniziativa “Spesa tricolore” che prometteva prezzi più bassi per i generi alimentari in base ad un accordo Governo-punti vendita. Diciamocela tutta, si è trattato di pura demagogia a buon mercato, perché, come si sta vedendo, l’inflazione sta calando, piuttosto velocemente fra l’altro, anche nei Paesi che non avevano adottato il “carrello patriottico”.
Ci sarebbe anche piaciuto non vedere il “fermo treno” per fare scendere un Ministro della Repubblica, che neanche in un film di Totò.
E’ vero che la scusa accampata è stata quella di un improrogabile impegno istituzionale, ma cosa volete, il cittadino normale di fronte ad un fatto del genere si sente come gli interlocutori del Marchese del Grillo quando si sentono dire “Mi dispiace, ma io so’ io e voi non ziete un cazzo!”.
Lo so bene che la politica è sempre più polarizzata, che ci si sbrana per un pugno di voti, che il Parlamento è ridotto ad un organo di ratifica delle decisioni del Governo, ma continuando su questa china è a rischio l’intero impianto della nostra democrazia.
Io mi auguro che la nostra classe politica trovi finalmente il coraggio di cambiare radicalmente il rapporto, e la comunicazione, con noi cittadini elettori, a partire da un’operazione verità.
E’ inutile tentare di far vedere la luna nel pozzo, di edulcorare la situazione finanziaria della finanza pubblica.
A partire dal nuovo Patto di Stabilità, il futuro sarà un futuro di riduzione della spesa, e quindi sarebbe ad esempio il caso di spiegare alla gente che non si può continuare a non pagare le tasse e pretendere allo stesso tempo migliori servizi.
Io credo che ognuno di noi apprezzerebbe sapere cosa ci aspetta, piuttosto che trovarsi continuamente di fronte a problemi e disillusioni.
Non sono molto ottimista al riguardo, ma sperare non è mai sbagliato.
Con questo spirito, con queste speranze auguro a tutti un felice 2024.
Luca Faietti

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