29 Dicembre 2021 - 10.10

Buon Anno nuovo Veneto!

di Umberto Baldo

Da sempre, gli ultimi giorni dell’anno, giornali e media pubblicano il cosiddetto ”editoriale di fine anno”, quello in cui si tirano le somme sull’anno che si chiude.
Se vogliamo è una sorta di rito, che serve per archiviare, per storicizzare, gli avvenimenti accaduti nei dodici mesi precedenti, e quindi rivolgere lo sguardo a quello che può offrirci l’anno entrante.
Spaziando sul mondo intero, sicuramente di eventi da ricordare relativi al 2021 ce ne sarebbero parecchi, dall’assalto al Campidoglio da parte dei sostenitori di Trump al ritorno dei Talebani in Afghanistan, per citarne solo un paio, ma noi più modestamente ci limitiamo al nostro ambito regionale.
E ripercorrendo con la mente quanto avvenuto nel nostro Veneto nell’anno che sta per chiudersi, cercando fatti o avvenimenti da ricordare negli anni a venire, purtroppo mi rendo conto che per la maggior parte di noi l’immagine che resterà nella nostra mente sarà quella di una curva, nella specie la “curva dei contagi” da Covid.
E così, per il secondo anno consecutivo, sarà stata questa curva a condizionare, più nel male che nel bene, le nostre vite.
Certo il 2021 non ha visto le immagini drammatiche del “annus horribilis” 2020, con i cortei di camion militari pieni di bare a Bergamo, con la foto dell’infermiera spossata addormentata sulla tastiera del pc, con il video di Papa Francesco in preghiera solitaria sotto la pioggia in una Piazza San Pietro spettrale.
Nel 2021 sono arrivati i vaccini, che, nonostante i detrattori No Vax, hanno impresso una svolta alla pandemia, impedendo nuovi lockdown, che sarebbero stati devastanti per l’economia nazionale e veneta.
Così la stagione balneare 2021 in Veneto è andata addirittura meglio rispetto alle estati pre-Covid. Di fatto l’instabilità sanitaria su scala mondiale ha incentivato le vacanze a breve distanza e con mezzi propri, e questo ha portato gli italiani ad andare a prendere la tintarella nelle spiagge vicine a casa, ritenute sicure dal punto di vista delle misure di sicurezza anti-Covid: di questa tendenza hanno beneficiato ovviamente anche le nostre località costiere.
Ma l’appiattimento della famosa “curva” ha reso possibile non solo la ripresa della nostra vita di relazione su livelli quasi normali, ma anche e soprattutto quella dell’economia veneta.
Il risultato è che, secondo le previsioni, nel 2021 il Pil del Veneto dovrebbe crescere del 6,4%, riducendo il gap rispetto al periodo pre-pandemia a soli 3,2 punti percentuali.
Con la prospettiva, ma qui c’è da incrociare le dita alla luce di quanto sta avvenendo in questi giorni sul fronte pandemico, di un’ulteriore crescita del 4,7% nel 2022, il che riporterebbe l’economia regionale ad un livello superiore al 2019, dopo il tragico meno 9% del 2020.
A migliorare l’umore dei veneti ci hanno pensato sicuramente anche gli strabilianti risultati ottenuti ai Giochi Olimpici di Tokio dagli atleti legati alla nostra Regione
Difficilmente dimenticheremo quell’ultimo salto di Gianmarco Timperi, quei 100 metri pazzeschi di Marcell Jacobs, quella stellare staffetta 4×100 dalla quale gli azzurri erano sempre stati esclusi, quei 20 km di marcia vinti da Massimo Stano.
C’è sicuramente un po’ di Veneto in quelle medaglie d’oro, visto che questi ragazzi fanno tutti parte del Gruppo sportivo Fiamme Oro di Padova.
E ancora tanto Veneto c’è stato anche nei Giochi Paralimpici, in particolare nel nuoto veneto, che ha chiuso con ben 21 medaglie, su un medagliere complessivo di 39.
Al riguardo non possiamo non ricordare i nomi di Stefano Raimondi, di Antonio Fantin, di Xenia Palazzo, di Luigi Beggiato, di Francesco Bettella, perché dietro ognuno di questi ragazzi c’è una storia di vita meravigliosa, in cui lo sport è occasione per riscattarsi, o addirittura rinascere. Sono ragazzi che vanno presi a modello per la loro forza di volontà, per la loro abnegazione, per il loro coraggio.
No, il 2021 è stato sicuramente migliore del precedente, anche se, come accennavo, sullo sfondo è rimasta sempre quella “curva”, che forse ci eravamo illusi di aver appiattito per sempre, ma che ci ha sempre lasciato sul chi vive, nell’incertezza, nella paura di una sua nuova impennata verso l’alto.
Cosa che purtroppo sta accadendo, a causa di una variante che porta il nome di un’altra lettera dell’alfabeto greco, la Omicron.
Relativamente alla quale trovo quasi puerile la scelta dell’Organizzazione mondiale della Sanità di saltare in questa classificazione delle varianti due lettere dell’alfabeto greco. Seguendo il quale la ”sudafricana” si sarebbe dovuta classificare come “ni”, cui sarebbe seguita la “xi”. Ma si è deciso di saltare direttamente alla Omicron, perchè “ni” avrebbe incontrato difficoltà di pronuncia in inglese, e la “xi” ha il “difetto” di essere il cognome del presidente cinese Xi Jinping, e la cosa non sarebbe stata sicuramente gradita a Pechino (potenza della politica!).
Al di là della denominazione, questa “mutazione” sta correndo anche in Italia, obbligando le aziende sanitarie a riorganizzarsi, a riaprire ed ampliare i reparti Covid.
E così in queste settimane sono ritornate di attualità le misure anti contagio; dalle mascherine anche all’aperto, della Fp2 nei luoghi chiusi, e a tutto l’armamentario delle limitazioni mirate a bloccare la crescita della “curva delle infezioni”.
E fatalmente a quella famigerata “curva” siamo ritornati, curva che negli ultimi giorni ha assunto un andamento esponenziale, il che confermerebbe che Omicron possa essere 10 volte più contagiosa rispetto al virus originario, anche, se, ma è tutto da dimostrare, meno letale.
Certo che se venisse confermato che il tempo di raddoppio dell’infezione è pari a due giorni, questo cambia tutti gli scenari, gettando un’ombra sinistra sul prossimo mese di gennaio.
Su quali possano essere gli effetti di questa variante la risposta ancora non c’è, ma non si può escludere la possibilità che l’aumento dei contagi, e le conseguenti restrizioni imposte da molti Paesi Ue, rallentino la ripresa economica già nell’ultimo trimestre del 2021.
In conclusione il passaggio di testimone fra il 2021 ed il 2022 non sta avvenendo nel clima migliore, e fra luci ed ombre non può certo lasciarci tranquilli, ed indurci all’ottimismo.
Resta comunque il fatto incontrovertibile che rispetto al 2020 non siamo più del tutto impreparati. I vaccini hanno fatto e faranno la differenza, e la ricerca sta testando sempre nuove molecole che promettono di “curare” l’infezione virale, non solo di contrastarne gli effetti più tragici.
Al momento è inutile illuderci, purtroppo la pandemia condizionerà l’inizio anche del 2022, ma dobbiamo restare fermi nella convinzione che la scienza è e resta la nostra unica arma contro il Covid-19.
Con questo spirito, nella certezza che anche l’anno nuovo ci vedrà impegnati ad informarvi offrendovi un “diverso punto di vista”, noi di Tviweb porgiamo a tutti voi, ed alle persone che amate, i migliori auguri di “Buon Anno Nuovo”.
Umberto Baldo

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