2 Agosto 2024 - 10.08

Buongiornisti: il vero incubo del web!

di Alessandro Cammarano

Ci fu un tempo in cui le frasi celebri erano esclusivo appannaggio dei Baci Perugina. Citazioni colte da Shakespeare a Leopardi passando per Manzoni e guido Gozzano, nelle quali era l’Amore a farla da padrone nelle sue infinite declinazioni. Poi anche le cartine oleate che, a mo’ di sorpresa, avvolgevano la nocciola a sua volta celata dal cioccolato, scaddero nella banalità del quotidiano: Leopardi cedette il posto a Federico Moccia e il Vate D’Annunzio dovette arrendersi a Fedez. La tristezza infinita.

I “social” hanno fatto il resto facendo assurgere la frase fatte – “stilema” direbbero i più istruiti – a oggetto di culto e “cultura” permettendo a legioni di poeti “de’noantri” di esprimere liberamente l’abisso della loro arte attraverso orridi “meme” – così si chiamano le immagini con didascalia che poi sarebbero la versione digitale delle vecchie cartoline, quelle, per intenderci con gli innamorati sul Ponte di Rialto che il soldatino di cent’anni fa spediva alla fidanzata – che augurano le cose più disparate e disperate.

La più comune è quella che, puntuale come un cronografo svizzero, attende ciascuno di noi al risveglio. La tazzina accompagnata dall’agghiacciante “Buongiornissimo caffe!” è in agguato non appena ci si ponga a controllare – nel breve lasso di tempo che intercorre tra l’abbandono delle lenzuola e la pipì – le notifiche Facecebook.

L’orrore si moltiplica quando all’immagine della nera e salvifica bevanda si accompagnino coniglietti, gattini, anatroccoli, talora anche asinelli, tutti con l’occhione languido e complice. A questo punto il caffè che abbiamo davanti ha l’appeal di una dose di veleno; si decide allora per una doccia che lavi almeno in parte il senso di fastidio da cui siamo stati vigliaccamente assaliti e ci permetta di meditare sulla natura degli “amici” che si sono svegliati alle quattro del mattino – come una nonna pugliese quando prepara il ragù – per scegliere da siti appositi, dai nomi evocativi tipo “memedamore.com” o “caffèesimpatia.org” l’immagine giusta e la frase più appropriata per gettare alle ortiche la giornata di chiunque.

Mentre ci si asciuga l’occhio ricade sul telefono, si dovrebbe resistere ma in fondo amiamo farci del male e allora via di scroll, finché l’occhio non cade su un’alba con tanto di frase di Paulo Coelho, l’autore più citato a sproposito della storia della letteratura planetaria: qui il conato è quasi incontenibile, ma si ributta indietro la nausea e si esce di casa consci del fatto che si tratti – come ogni giorno – solo dell’inizio.

In auto lo smartphone vibra e si illumina, segno di una nuova notifica; nella speranza che si tratti di un messaggio dell’Agenzia delle Entrate leggi. Putroppo, ma già si sapeva, è un tuo ex compagno di scuola da te odiato perché era bullo e aveva le ascelle tossiche che ti invia solerte una barca in mezzo al mare accompagnata da un profondissimo “tra te e l’infinito c’è solo l’orizzonte”. Sorge il dubbio che abbia sbagliato il destinatario o, peggio, che il suo smargiassare nei tuoi confronti fosse in realtà pura attrazione fisica.

Reputandoti fortunato arrivi all’ora di pranzo felice di aver dribblato, almeno per una volta, l’immancabile primo piano del muso di una mucca – di solito di razza Bruna Alpina – che ti augura “Buongiorno per tutto il giorno”, ti siedi a tavola e nel controllare le mail ti imbatti nel video di uno stuolo di paperetti garruli che ti suggeriscono un bel “Mangia sano, mangia vegano”; il pranzo va naturalmente di traverso anche perché per reazione ti è venuta voglia di una costata al sangue e davanti hai solo un’insalata triste.

L’ora dell’aperitivo porta anch’essa con sé la sua croce, anche perché il “buongiornista” di professione ha avuto tutto il tempo di elaborare qualche altro fetido manufatto digitale per finire di distruggerti la giornata. Lo spritz viene declinato in tutte le sue varianti, anche le più perverse, e accompagnato da contorno di spighe di grano o lampioncini cinesi, con corollario di frasi sul genere di “Ed è subito Ape…”, con Salvatore Quasimodo a contorcersi nella tomba.

Si arriva alla notte – la cena hai deciso di saltarla – e, subito prima di addormentarti l’occhio cade su un cagnolino in camicia da notte e papalina, morbidamente adagiato su un cuscino di piuma, pronto ad augurarti “Sogni dorati, sogni fatati”; non restano che le dieci gocce di Lorazepan che hai preso facciano effetto e ti trasportino in un sonno senza gattini e conigli nell’attesa che, come nel “Giorno della marmotta” ad accoglierti al risveglio ci sia un “Buongiornissimo caffe!”.

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