Calvene, rubano all’ecocentro: in manette 3 ganesi
Tre ganesi in manette per un furto all’ecocentro di Calvene. Si tratta di Alex Boanpong, 41 anni, domiciliato a Villaverla in via Timonchio, 2, metalmeccanico, di fatto senza fissa dimora, Osei Kwame, 43 anni residente a Schio in via Cà Masotta, nr. 14, metalmeccanicoIsacc Gyaase, disoccupato. Da qualche sabato i Carabinieri della Stazione di Chiuppano, dopo un’attenta analisi sui ripetuti furti di apparecchiature elettroniche e batterie/accumulatori per automobili (considerati rifiuti pericolosi) accaduti negli scorsi mesi all’ecocentro di via Bissoli di Calvene, avevano intrapreso dei servizi di osservazione, finalizzati a reprimere questo fenomeno che stava iniziando ad assumere contorni preoccupanti, se si considera che i furti compiuti negli ultimi mesi erano stati stimati nel numero di sedici.
Nel corso delle indagini era stato appurato che i malfattori avevano agito, sempre, dopo la chiusura dell’ecocentro, scavalcando la recinzione che delimita tutta l’area, ed avevano asportato dai container adibiti alla raccolta dei materiali pericolosi, almeno: una cinquantina di televisori; una decina di frigoriferi; una decina di motori di frigoriferi; una ventina di batterie per auto ed altro.
Nel tempo le denunce erano state sporte presso la Stazione di Chiuppano dal responsabile della Società Cooperativa “Altopiano 7C”, incaricata del servizio di guardianìa nell’aera dell’ecocentro, la quale nell’ultima settimana aveva presentato ai Carabinieri di Chiuppano una richiesta di vigilanza per arginare questo dilagante fenomeno.
I FATTI
Nel pomeriggio di sabato scorso veniva organizzato l’ennesimo servizio di osservazione, alla chiusura dell’ecocentro, sia all’interno dell’area che fuori dalla recinzione, in modo da tenere a vista i container, che erano stati chiusi con una catena assicurata da un lucchetto.
Intorno alle 19.00 i militari notavano che sopraggiungeva, dal vicino comune di Lugo di Vicenza, una Hyundai Lantra che si fermava in prossimità del cancello carraio dell’ecocentro, dalla quale scendevano due individui che repentinamente scavalcavano la rete di recinzione. Dopodiché l’autovettura, condotta da altra persona, si allontanava e si parcheggiava dietro ad un autoarticolato, pronta a ripartire, non appena perpetrato il furto da parte dei due individui.
Questi, tenuti costantemente sotto osservazione dai militari, dapprima si dirigevano verso il cesto destinato alla raccolta dei piccoli elettrodomestici, da cui prelevavano parti di personal computer, una radio portatile, un forno a microonde ed altro materiale. Poi uno di loro si dirigeva sul retro del container destinato alla raccolta degli elettrodomestici e, con fare sicuro, spostando una lamiera di grande dimensioni appoggiata alla recinzione, prelevava una barra in ferro che poi utilizzava, con l’aiuto del complice, per rompere le catene poste a chiusura dei container. Dopodiché la riposizionava nel medesimo luogo, occultandola nuovamente dietro la citata lamiera, pronta per essere utilizzarla, probabilmente, per commettere altri furti.
Dal container i due malviventi asportavano un televisore e proprio mentre stavano scegliendo altro materiale, venivano bloccati dai militari, con la refurtiva tra le mani.
Contemporaneamente veniva fermato anche il correo che li attendeva a bordo della Hyundai Lantra, la quale veniva perquisita, trovandovi occultati, un seghetto ed un archetto per ferro.
Una volta condotti in caserma ed identificati compiutamente, i tre cittadini ghanesi, veniva dichiarati in arresto per furto aggravato in concorso ed associati alla casa circondariale San Pio X di Vicenza, a disposizione del Magistrato di Turno della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vicenza nella persona della Dott. Paolo Pecori.
Il materiale recuperato veniva immediatamente restituito al responsabile tecnico della Società Cooperativa “Altopiano 7C”.
Le indagini proseguono adesso, sempre a cura dei Carabinieri della Stazione di Chiuppano, allo scopo di capire se i tre arrestati, in considerazione delle modalità di esecuzione e dell’occultamento della barra di ferro in un luogo “sicuro”, possano essere gli autori degli altri 16 furti commessi negli scorsi mesi.