23 Settembre 2024 - 10.49

Cambia il clima in Veneto: più lunga la stagione dei pollini e delle allergie

L’aumento delle temperature e la riduzione delle precipitazioni negli ultimi anni hanno contribuito a un prolungamento della stagione dei pollini, un fenomeno che non risparmia il Veneto. Un recente studio, pubblicato oggi sulla rivista scientifica Atmospheric Environment, ha analizzato la situazione regionale, evidenziando un aumento significativo della presenza di pollini nell’aria.

Il lavoro, coordinato da Alessandro Marcon, ricercatore del Dipartimento di Diagnostica e Sanità Pubblica dell’Università di Verona, ha coinvolto un team composto da Sofia Tagliaferro, dottoranda e prima autrice dello studio, Pierpaolo Marchetti e Morena Nicolis. La ricerca ha monitorato le variazioni di nove tipi di pollini allergenici in Veneto, con dati raccolti da 20 stazioni di monitoraggio che coprono il periodo 2001-2022 per specie come nocciolo, carpino, cipresso, frumento, olivo, frassino, ortica e parietaria, e dal 2006 per ontano, betulla, ambrosia e artemisia.

“I risultati evidenziano un prolungamento della stagione pollinica e un aumento del carico di pollini nell’atmosfera, soprattutto nella pianura veneta”, spiega Sofia Tagliaferro. Tra i dati più significativi, spicca l’aumento dei pollini di Graminacee, un trend che contrasta con il resto d’Europa e potrebbe essere dovuto a una gestione insufficiente degli sfalci erbosi.

Tra gli alberi, si segnala l’incremento dei pollini di Oleacee, con un triplicarsi del carico pollinico negli ultimi 15 anni. Anche altre specie hanno registrato aumenti rilevanti: le concentrazioni stagionali di pollini di Cupressacee sono cresciute del 129%, mentre quelle di Corylacee del 165%. Questo aumento potrebbe avere un impatto significativo sulla salute pubblica, specialmente per le persone con allergie stagionali.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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