Capelli bianchi o tinti: inutile nasconderlo, il tempo passa anche per gli uomini
Immagino vi sia capitato di vedere in tv qualche intervento di Massimo Cacciari, filosofo illustre, politico di lungo corso, ed ex Sindaco di Venezia. E sono anche certo che, nel vedere la sua chioma fluente, miracolosamente corvina, senza un filo bianco, accompagnata però ad una barba grigia, vi sarete chiesti: Ma si fa la tinta? Come è possibile che a 76 anni suonati abbia ancora i capelli come un giovanotto?
Interpellato sul “mistero” il professore, noto oltre che per la sua vasta cultura, anche per il suo carattere “peperino”, ha risposto chiaramente infastidito: “È una cosa di famiglia: mio nonno e mia madre, quando sono morti, avevano ancora i capelli neri”. E quando qualche maligno fa trasparire la propria incredulità, suggerendo che si tratti in realtà di tinta, l’esimio lo rimbrotta così: “Facciamo diecimila euro di scommessa. Gli do un ciuffo dei miei capelli, lo fa analizzare e poi mi dà diecimila euro. Ogni volta che uno mi dice che mi tingo gli rispondo: scommettiamo, sono a disposizione, ma poi voglio i soldi”.
Poiché è evidente che nessuno mai chiederà a Cacciari la “fatale ciocca” da analizzare, l’arcano resterà tale, ed il professore continuerà, almeno così si sussurra, a fare strage di cuori femminili.
Ma se Cacciari, forse per questioni genetiche, può continuare a sostenere di non aver mai sottoposto le chiome ad alcuna tintura, e noi gli crediamo perchè è una persona seria, non è certo così per la maggior parte dei maschi che non mostrano alcun accenno di canizie.
Perchè se per una donna la “tinta” fa parte da sempre del suo essere donna, gli uomini non vogliono assolutamente che si sappia, e soprattutto che si veda.
Da che mondo è mondo nell’immaginario collettivo l’uomo deve essere uomo, e quindi questa moda della tintura diventa una sorta di “cedimento”, di cui quasi vergognarsi.
In realtà negli ultimi decenni i maschietti si mostrano più attenti e preoccupati delle donne rispetto alle loro chiome. Sono in costante numero gli italiani che, spaventati dai capelli bianchi, e spinti dal desiderio di essere sempre giovanili ed attraenti, vanno dal barbiere o dal parrucchiere, da soli e in incognito, per farsi la tinta.
Si dice che l’80% dei “tinti” venga convinto a “fare il passo” da mogli e compagne.
La prima volta in generale è verso i 40 anni, quando compaiono i primi capelli grigi sulle tempie.
Ma la maggior parte degli uomini non ha certamente la naturalezza delle femmine quando va dal parrucchiere.
Mentre le donne durante la posa della tintura sfogliano riviste, telefonano, fanno la manicure o si ritoccano il trucco, l’uomo tinto resta fermo e immobile, con la testa diritta e il collo allungato, paralizzato dal pensiero del risultato, con gli occhi fissi sul display del cellulare per controllare i minuti di posa.
Perchè, è inutile nasconderlo, anche se le ricerche sociologiche ci dicono che ormai il 19% degli uomini si tinge i capelli, questa pratica non è ancora del tutto accettata, e questo spiega la ritrosia ad ammetterlo.
Ci sono stati personaggi della tv italiana che hanno negato per anni che il loro colore non fosse naturale. Per la gioia dei fotografi che li paparazzavano durante le ferie con le chiome visibilmente imbiancate.
Hai voglia a dire che le donne subiscono il fascino degli uomini brizzolati alla Richard Gere (di qualche anno fa) o di George Cloney, con quei fili grigi che sprizzano fascino e sensualità da tutti i pori.
Molti vivono l’incanutire delle chiome come una maledizione cui sfuggire, e poiché viviamo per di più in una società “giovanilista”, ecco che la “tintura” rappresenta l’ancora di salvezza.
Però, anche se la pratica di pigmentarsi le chiome con diverse colorazioni o riflessi si è diffusa a dismisura, resta comunque un tabù, una cosa da nascondere, ed ecco perché tutti gli uomini tinti sono bugiardi, negano di esserlo, non vogliono che si noti, si vergognano di confessarlo e temono di sfiorare il ridicolo, perché sanno che in generale tingersi i capelli viene ancora considerata «roba da donne».
Io credo che, al di là del fatto che ognuno è libero di mettersi in testa il colore che vuole, vada detto chiaramente che non è vero che “non si vede”. Si vede, eccome!
E si vede perchè, non so spiegarmi il motivo, la maggior parte delle tinture maschili riescono male, con imbarazzanti sfumature marmotta, neri che riflettono i raggi del sole, marroni improbabili tendenti al beige, riflessi azzurrini degni della “fatina dai capelli turchini” di Pinocchio.
A mio modesto avviso, in realtà le tinte per capelli per uomini si dividono fondamentalmente in due nuance; l’una il nero corvino, che fa capire da un chilometro di distanza che si tratta di un colore falso, e l’altra castana che con il passare del tempo tende verso una colorazione rossiccia come quella tipica del compianto Aldo Biscardi.
Non parliamo poi della inevitabile ricrescita, con quella orrenda riga bianca sicuramente più evidente nelle chiome tinte di nero.
Ma esiste un altro problema. Se uno si tinge intorno ai 40 anni può anche sperare che non si noti. Ma se continua a farlo anche a 70 anni, quando la pelle del viso diventa cadente e le borse sotto gli occhi permanenti, allora non solo si vede che i capelli sono colorati, ma il risultato sfiora il ridicolo.
Accennavo al mondo dello spettacolo, dove i capelli bianchi possono fare perdere qualche occasione di lavoro, qualche parte giovanile in un film, e capisco che per un attore non sia facile accettare che, magari a 45 anni, a causa dell’incipiente canizie lo si cerchi per un ruolo di uomo maturo o di nonno.
Ma il trend del colore ha contagiato anche il mondo politico e quello del giornalismo televisivo.
Lasciamo perdere i leader politici dell’estremo oriente che sono cultori assidui dei “capelli neri”. Avete presente i politici cinesi, o giapponesi, o coreani? Le chiome sono talmente corvine da abbagliare. Per non parlare dei capi dei Paesi arabi, tutti inesorabilmente privi anche di un solo filo bianco.
Ma anche in occidente non ci facciamo mancare nulla.
Basta frequentare un po’ i talk show televisivi, per vedere quanto sia diffuso l’uso di tingersi i capelli.
Ma nessuno poteva raggiungere le vette dell’ormai ex Presidente Usa Donald Trump, che però deve avere avuto una specie di folgorazione “post elettorale”, visto che la sua acconciatura dal giallo canarino degli ultimi quattro anni, dopo la sconfitta, è virata verso un signorile grigio argento, quasi platino. Mandando in visibilio i social media.
Conversione che non ha certo colpito il suo avvocato, l’ex sindaco di New York, Rodolph Giuliani, che nel corso di una affannosa conferenza stampa, convocata nei giorni scorsi per negare la vittoria di Joe Biden, si è talmente accalorato da sudare copiosamente, con il risultato che dalle basette è cominciata a colare la tinta dei capelli.
Concludendo, in generale io ritengo che alla fin fine si tratti di un problema psicologico, perchè se un uomo si tinge i capelli sicuramente non riesce ad accettarsi, a convivere con le mutazioni che lo scorrere del tempo inevitabilmente infligge al nostro corpo, ed alle nostre chiome.
E tal riguardo registro con interesse che sempre più donne si dicono stufe di tingersi i capelli ogni 20 giorni, e decidono di portare con orgoglio il colore naturale dei loro capelli, bianchi o grigi che siano.
Ovviamente lungi da me stigmatizzare gli uomini che indulgono in questa pratica; l’importante è che non si illudano, e che sappiano che nessuna tinta riuscirà mai a restituire loro il colore di quell’età che purtroppo ci è consentito vivere una sola volta: la giovinezza.