Caro energia – Commercianti: “Il governo riveda il decreto Aiuti”
Piccolo, presidente di Confcommercio Vicenza: “Serve la proroga dei crediti di imposta per le imprese e l’azzeramento anche degli oneri elettrici”
Nonostante il calo dei prezzi dell’energia degli ultimi mesi, i costi per le forniture energetiche rimangono decisamente elevati rispetto al 2019, tanto che le imprese sperano ancora in aiuti da parte delle Stato per superare la fase del “caro bollette”, almeno fino a quando non si arriverà ad una stabilizzazione dei prezzi. Ma, guardando l’iter di conversione del DL con nuovi aiuti per le bollette energetiche, approvato martedì scorso dal Consiglio dei ministri, al momento la direzione pare non sia quella auspicata dal sistema imprese.
Il provvedimento (n. 79/2023) “recante disposizioni urgenti a sostegno delle famiglie e delle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale, nonché in materia di termini legislativi” è ora al vaglio del Senato e stanzia complessivamente 775 milioni a sostegno delle bollette energetiche per il trimestre luglio-settembre. Il primo dei due articoli, dedicato agli aiuti, proroga per i prossimi tre mesi il rafforzamento dei bonus sociali per elettricità e gas, l’azzeramento degli oneri di sistema relativi al gas naturale e la riduzione dell’aliquota Iva al 5% per le fornitura di gas metano usato per combustione per usi civili e industriali (disposizione che si applica anche alle forniture di servizi di teleriscaldamento nonché alle somministrazioni di energia termica prodotta con gas metano in esecuzione di un contratto di servizio energia). Nessuna previsione, invece, di proroga dei crediti di imposta per le aziende a sostegno dell’acquisto di energia elettrica e gas.
“E’ troppo presto per eliminare gli aiuti alle imprese, perché il mercato delle forniture energetiche è ancora instabile e con prezzi troppo elevati – spiega Nicola Piccolo presidente di Confcommercio Vicenza –. In questa situazione le misure per mitigare l’impatto del caro bollette rimangono necessarie e, semmai, andrebbero potenziate. Auspichiamo, quindi – continua il presidente di Confcommercio Vicenza – modifiche al provvedimento ora all’esame del Senato, in modo da ripristinare per le imprese i crediti d’imposta per l’acquisto di energia e di gas naturale almeno per i prossimi due trimestri. Un altro intervento correttivo dovrebbe essere l’azzeramento degli oneri generali di sistema anche per il settore elettrico, analogamente a quanto fatto per il gas. Confcommercio ha pertanto chiesto al Governo e al Parlamento di intervenire in tal senso e di non abbandonare il sostegno alle imprese”.
Secondo la Confederazione delle imprese del commercio, turismo e servizi “il costo della sterilizzazione degli oneri e del ripristino dei crediti d’imposta potrebbe trovare adeguata copertura finanziaria anche nelle risorse derivanti dai proventi delle aste Ets versati dal Gse alla tesoreria dello Stato. Stando agli ultimi dati, da gennaio a giugno 2022, l’Italia ha collocato le quote di emissione di CO2 ad un prezzo medio di 82 €/tCO2, generando proventi pari, al 30 giugno 2022, a circa 10,4 miliardi di euro”.
“Stando allo studio elaborato da Confcommercio – spiega Piccolo – queste risorse potrebbero essere efficacemente utilizzate per calmierare i prezzi delle bollette per cittadini e imprese per i prossimi mesi. Ma è chiaro – precisa – che non bastano misure estemporanee, anche se, come detto, gli aiuti
alle imprese in questa fase di mercato restano necessari. L’auspicio è che si stanzino risorse per sostenere le imprese nell’acquisto delle tecnologie green, utili per raggiungere l’autosufficienza energetica, una direzione che premierebbe l’investimento non solo in termini di sostenibilità, ma anche di minor spesa futura”.