Cecchetto: “La Regione guarda all’agricoltura verticale”
“Cambiamenti climatici e aumento della popolazione mondiale ci costringono a un nuovo modo di pensare anche l’agricoltura tradizionale basata per la maggior parte sui sistemi produttivi intensivi ed estensivi. Ma l’agricoltura, settore primario da sempre fondamentale per l’economia veneta sta cercando sempre più nuovi sistemi per lo sviluppo delle cosiddette colture fuori suolo, investendo in misura sempre maggiore in agricoltura verticale”. Così sintetizza Milena Cecchetto, Consigliere regionale dell’Intergruppo Lega-Liga Veneta, che ha depositato un Progetto di legge “Che studia le misure a sostegno dell’agricoltura verticale, modificando la legge regionale del 12 dicembre 2003, numero 40, che trattava proprio di agricoltura: la Regione del Veneto, con la nuova modifica alla legge regionale 40/2003, vuole introdurre nell’ordinamento regionale una nuova disciplina riguardante il settore primario, con particolare attenzione all’innovativa “Agricoltura verticale”. E per agricoltura verticale si intendono anche le colture idroponiche, acquaponiche e aeroponiche, ossia quelle colture caratterizzate da tecniche di coltivazione, convenzionali quanto innovative, senza uso di terre, in camere di crescita chiuse a controllo ambientale totale”.
“Il Progetto di legge che ho depositato – spiega Cecchetto – segna il solco di una serie di esigenze accomunate dalla necessità di adottare politiche e strategie di investimento innovative e di ricerca sulla vertical farming, il tutto votato alla ricerca della sostenibilità economica e ambientale. Il settore primario dell’agricoltura è in continua evoluzione e soggetto a grandi ricerche tecnologiche e negli ultimi anni ha sollevato forti problematiche legate alla produzione alimentare e al costante aumento del fabbisogno mondiale, intesa come una delle sfide più importanti del prossimo futuro, oppure alla limitata disponibilità di superfici naturali o agricole o alla necessità di ridurre il consumo di acqua, in considerazione della sempre maggiore scarsità delle risorse idriche”.
“Tutte considerazioni che ci hanno spinto a modificare la legge sull’agricoltura tuttora in essere – conclude Cecchetto – apportando delle migliorie e inserendo così nuovi sistemi di coltivazione”.