Centinaia di uccelli da richiamo torturati: denunciati 3 cacciatori vicentini
In un paio di mesi sono stat sequestrati dalle Guardie Zoofile dell’ E.N.P.A. in abbinamento ad altre forze di Polizia centinaia di uccelli da richiamo tra Vicenza, Verona e Treviso; tutti gli animali erano detenuti a vita in gabbiette talmente piccole da non potere nemmeno aprire le ali.
Ma per questi poveri uccelli denominati anche “gli invisibili” la negazione del volo era solo una delle brutalità inflitte loro, le Guardie zoofile hanno certificato le torture a cui vengono sottoposti, dalla detenzione al buio allo spennamento a vivo nei mesi estivi per sfalsargli il ciclo biologico e farli cantare in autunno, alla mancanza totale di cure veterinarie, alla detenzioni in luoghi sporchi e a vivere in mezzo agli escrementi.
Sono stati sequestrati tutti gli uccelli da richiamo e denunciati a vario titolo per detenzione in condizioni incompatibili con la propria natura, maltrattamento di animali, falsificazione o mancanza di sigilli e violazione delle leggi che tutelano la fauna selvatica, tre cacciatori Vicentini, un allevatore Vicentino, un cacciatore Veronese, un cittadino Trevigiano; le attività sono state svolte in via prioritaria su mandato della Procura Della Repubblica competente.
I casi del Vicentino:
Sossano, Vicenza: Era la fine di maggio quando su segnalazione riguardante dei cani da caccia scomparsi, gli Agenti Zoofili dell’E.N.P.A. si recavano presso il domicilio del cacciatore G.B. ultraottantenne, sul posto riscontravano che l’uomo deteneva in un piccolo locale oltre una ventina di uccelli destinati ad essere utilizzati come richiami per la caccia, le condizioni di detenzione non si potevano certo definire idonee, le gabbiette, la stanza e gli stessi uccelli erano estremamente sporchi, sedici su 22 sono risultati poi feriti, ciechi o mutilati, due di loro erano privi di anello identificativo obbligatorio per legge. Tutti erano tenuti completamente al buio in una stanza chiusa con l’atmosfera resa irrespirabile per il guano che ricopriva le gabbiette ed il pavimento. Il problema più diffuso era “la rogna delle zampe”, con alcuni esemplari che per questo problema avevano perso le dita delle zampe. Alcuni avevano le ali consumate e sanguinanti per averle sfregate contro le sbarre della gabbia nel vano tentativo di volare, zampe con tendini lacerati e mai rinsaldati, dita rotte che avevano acquisito una posizione innaturale, formazioni di cuscinetti abnormi nella zampa utilizzata come punto di appoggio, unghie e becchi cresciuti in modo spropositato per non averli potuti impiegare per scavare, camminare, beccare come farebbero in libertà. Questi uccelli, merli, tordi e cesene, che compiono migrazioni di migliaia di chilometri sono costretti a vivere tutta la vita in gabbiette di 25x25x20 centimetri ( la misura di un foglio di carta A4 ) significa che la cesena ad esempio che ha un’apertura alare di circa 42 centimetri, in quella mini cella non potrà mai più aprire le ali. Il Pubblico Ministero Hans Roderich Blattner Sostituto Procuratore Della Repubblica convalidava il sequestro e indagava il cacciatore.
Isola Vicentina: Erano le 9 di mattina del 15 giugno quando le Guardie Zoofile dell’ENPA unitamente al Consorzio di Polizia Locale si presentavano a Isola Vicentina presso il domicilio di O.B. per dare esecuzione al DECRETO DI PERQUISIZIONE LOCALE E PERSONALE E SEQUESTRO, emanato dal P.M. Barbara De Munari, da parte dal cacciatore ottantenne c’è stata ampia collaborazione. I 14 uccelli da Richiamo si trovavano in una struttura lignea nelle pertinenze dell’abitazione, detenuti nelle solite gabbiette 25x25x20, non idonee per la stabulazione ma utilizzabili esclusivamente per il trasporto ai luoghi di caccia come da indicazioni I.S.P.R.A., anche in questo caso l’unica finestra era stata schermata per non permettere il passaggio della luce, la misurazione dell’illuminazione con apposito strumento non lasciava dubbi, meno di un lux, notte fonda… questo significava che per sfalsarli il ciclo biologico questi uccelli sono stati tenuti per oltre tre mesi nel buio più completo. Con grande attenzione, evitando l’esposizione diretta alla luce che potrebbe accecarli è stato effettuato il sequestro, gli uccelli sono stati trasportati tramite un apposito furgone climatizzato fornito da ENPA. La visita veterinaria ha segnalato malattie come “la rogna delle zampe” dovuta alla detenzione in quelle condizioni, dove agli uccelli non è permesso un minimo di pulizia mancando totalmente l’acqua, i parassiti si incuneano sotto la pelle e piano piano distruggono l’arto fino alla paralisi dello stesso e alla morte del richiamo. Convalidato di conseguenza l’impianto accusatorio mosso dalla Procura nei confronti del cacciatore.
Sarego: L’attività delle guardie Zoofile era iniziata presto, una segnalazione di un tasso investito aveva portato poco dopo l’alba un drappello di tre Guardie Zoofile a Sarego, nella ricerca del malcapitato si imbattevano in un allevamento di cani da caccia, un capannoncino mimetizzato in mezzo al verde di un boschetto; la struttura era foderata da decine di coppe e trofei probabilmente guadagnati dall’allevatore nelle esibizioni dei cani. Il controllo sullo stato degli animali effettuato assieme all’allevatore che ha collaborato pienamente ha dato un esito sinistro: nonostante tutti i trofei vinti e le dichiarazioni d’amore espletate dallo stesso nei confronti dei suoi breton, due di loro portavano il collare elettrico funzionante … il maltrattatore si sarebbe giustificato nel modo più semplice dichiarando: “Ma se li vendono come è possibile che siano vietati? E ancora, io li metto solo per abituarli… ” L’inconfondibile canto delle quaglie prigioniere ha poi attirato le Guardie, che hanno trovato a una quindicina di metri dal capannone gli uccelli detenuti nei classici “fiaschi”, una gabbia di 19 centimetri per 20 circa che permette al povero animale solo di girare su se stesso e di fare dei piccoli saltini. Basti pensare che per il poco spazio a disposizione il cibo viene buttato sotto i piedi dell’animale che così è costretto a mangiare in mezzo ai suoi escrementi. Lo stesso beverino per l’acqua è posizionato all’esterno del “fiasco”, in quanto non ci sarebbe lo spazio all’interno e la quaglia per bere deve allungare il collo e farlo passare tra le sbarre per infilare la testa nel bicchiere. Alla fine sono stati sequestrati i due collari elettrici e le quaglie detenute nei fiaschetti, nei confronti dell’allevatore sessantanovenne di Sarego è scattata la denuncia. I sequestri sono stati convalidati dal P.M. Dottoressa Maria Elena Pinna Sostituto Procuratore della Repubblica, sia il lavoro sui collari elettrici che sugli uccelli detenuti nei tristemente famosi fiaschi, da qui le quaglie sono state liberate in una grande voliera messa a disposizione da ENPA.
Colceresa: La segnalazione circostanziata arrivata presso il Nucleo ENPA segnalava degli uccelli da richiamo detenuti in un piccolo sgabuzzino con la porta metallica chiusa e sigillata con un telo di nylon per non fare passare la luce, il Pubblico Ministero Dott.ssa Claudia Brunino emetteva DECRETO DI PERQUISIZIONE LOCALE E PERSONALE nei confronti di un cacciatore residente a Colceresa, il 18 di agosto le Guardie Zoofile dell’ENPA si sono presentate presso il domicilio di N.D. assieme ad Ufficiali e Agenti della Polizia Provinciale per dare corso alle disposizioni della Procura. Nello sgabuzzino senza finestre sono stati trovati gli uccelli utilizzati come richiami vivi detenuti nelle solite gabbiette dove non possono nemmeno aprire le ali, 28 animali: tordi bottacci, tordi sasselli, merli e cesene. Uno di questi, un tordo bottaccio era morto, gli altri tutti completamente senza penne, nessuna remigante, nessuna timoniera, più che uccelli sembravano dei piccoli pinguini, il veterinario certificherà se è fondato quanto ipotizzato dalle Guardie, ai 28 richiami è stato praticato “lo spennamento a vivo” una pratica ancora diffusa tra i cacciatori più anziani, serve ad aiutare a sfalsare il ciclo biologico degli uccelli e farli cantare in autunno, una pratica barbara che come descritto dai veterinari del settore produce una sofferenza atroce ai malcapitati.Alla verifica veterinaria due uccelli sono risultati con l’anello contraffatto e/o assente, mentre una decina soffrivano da tempo della “rogna delle zampe” altri sono risultati feriti o con le ossa delle ali consumate dal continuo sfregamento nelle sbarre delle gabbie nel tentativo di volo.Confermato di conseguenza l’impianto accusatorio della Procura peggiorato dalle condizioni in cui sono stati trovati e trattati gli animali, si è proceduto al sequestro di tutti gli uccelli, per il trasporto è stato utilizzato un furgone climatizzato messo a disposizione dall’ENPA.
E nelle altre province
Belfiore, Verona:
Il Pubblico Ministero Eugenia Bertini, disponeva un DECRETO DI ISPEZIONE E PERQUISIZIONE LOCALE E SEQUESTRO nei confronti del cacciatore L.M. residente a Belfiore, delegava i Carabinieri della Stazione di San Bonifacio, unitamente al nucleo Guardie Zoofile E.N.P.A. di Verona per l’esecuzione.La perquisizione è avvenuta domenica 23 agosto, nelle disponibilità dell’indagato sono stati trovati gli uccelli segnalati al buio, una ventina di tordi sasselli e bottacci, cesene e merli, erano detenuti nelle gabbiette non idonee in un piccolo sgabuzzino al piano interrato.La successiva verifica veterinaria ha portato alla luce dei problemi di salute su quasi tutti gli animali, “la rogna delle Zampe”, arti paralizzati, tumori, dita delle zampe mancanti, cecità, un tordo bottaccio costretto a trascinarsi sul fondo della gabbia perché aveva perso l’uso della zampe, insomma un insieme di poveri relitti, inutile aggiungere che nessuno degli animali era mai stato visitato da un veterinario, alcuni di loro avevano l’anello mancante e/o contraffatto.Impressionante quanto rinvenuto in uno dei congelatori del sessantenne, centinaia di uccelli spiumati e quasi trenta lepri. Anche per L. M. è stato confermato l’impianto accusatorio della Procura art. 727 C.P e 544 TER, con l’aggiunta della nuova fattispecie di reato riguardante la falsificazione degli anelli di riconoscimento, sono stati sequestrati tutti gli animali e trasportati con un mezzo climatizzato messo a disposizione da ENPA.
Conegliano, Treviso:
La segnalazione circostanziata di animali detenuti in condizioni incompatibili con la propria natura è arrivata presso la sede E.N.P.A. di Treviso, le foto ed i filmati erano eloquenti, le povere quaglie, una ventina nel classico “fiasco”, una gabbia di piccole dimensioni, costruita generalmente in bambù, della forma e dimensioni di un fiaschetto da vino, per mancanza di spazio l’abbeveratoio per l’acqua viene posizionato all’esterno, e per lo stesso motivo non esiste quello per il cibo, che viene buttato sotto le zampe dell’animale. A seguito del sopralluogo delle Guardie Zoofile dell’E.N.P.A. la situazione è stata segnala alla Procura della Repubblica di Treviso che ha indagato D.D. per i fatti segnalati, il P.M. dottoressa Valeria Peruzzo, emetteva DECRETO DI ISPEZIONE E PERQUISIZIONE E SEQUESTRO. Il giorno 17 di settembre le Guardie Zoofile Dell’ENPA unitamente ai Carabinieri della Stazione di Conegliano intervenivano presso il domicilio dell’indagato e sequestravano tutti gli animali segnalati.Anche in questo caso all’indagato viene contestato il reato previsto nell’articolo 727 C.P. detenzioni di animali in condizioni incompatibili con la propria natura, in quanto gli uccelli erano detenuti in gabbie circolari con un diametro interno utile di 19 centimetri, mentre l’apertura alare delle quaglie è di 32/35 cm. Per l’animale nessuna possibilità di volo, ma neanche di aprire le ali, nemmeno una alla volta.