14 Luglio 2021 - 15.18

Chapeau Président! Basta lo spauracchio del ristorante per la corsa al vaccino… E in Italia?

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di Umberto Baldo

Se un milione e settecentomila cittadini vi sembrano pochi!
Già perchè tanti sono stati i francesi che tra lunedì sera e martedì hanno deciso in tutta fretta di prenotarsi per vaccinarsi il più presto possibile.
Ripensamenti improvvisi? Ritrovata fiducia nella scienza? Abbandono delle teorie no-vax?
No, semplicemente è stata la reazione “emotiva” al discorso alla nazione con cui il Presidente della Repubblica Francese Emmanuel Macron ha annunciato che dal 1° agosto sarà necessario esibire il Pass vaccinale per entrare, sia da clienti che da lavoratori, nei bar, nei ristoranti, nei centri commerciali, ma anche negli ospedali, nelle case di riposo, in tutti i centri medici, nei treni, negli aerei e nelle automobili per i viaggi lunghi.
Specificando inoltre che da mercoledì prossimo, 21 luglio, il Green Pass sarà già necessario per accedere a spettacoli, parchi d’attrazione, concerti, festival, ed in tutti i luoghi di cultura e di tempo libero in cui gli assembramenti superino le 50 persone.
Non escludendo infine, se la situazione dovesse peggiorare, un’estensione del pass obbligatorio anche ad altre attività.
Macron, seguendo in questo l’esempio italiano, ha poi imposto l’obbligo vaccinale al personale, non solo curante, di ospedali, cliniche, case di riposo, istituti per gli handicappati, e per tutte le persone che lavorano anche a domicilio a sostegno di persone anziane o fragili.
Tutti i lavoratori di queste categorie che non saranno completamente vaccinati entro il 15 settembre, non potranno più lavorare, e non verranno più pagati.
E per essere ancora più chiaro circa le sue intenzioni, il Presidente Macron ha anche detto: “In funzione dell’evoluzione della situazione dovremo senza dubbio porci la questione della vaccinazione obbligatoria di tutti i francesi”.
Mi sento di dire “chapeau Président”! Finalmente un discorso che non lascia spazio a dubbi, e che fornisce precise indicazioni su come si muoveranno i cugini d’oltralpe nei prossimi mesi.
In un editoriale, di qualche giorno fa, sul tema della progressiva diffusione della variante “delta” in tutti i Paesi, Italia compresa, avevo scritto testualmente “…E questo del contemperamento della libertà individuale con il diritto della collettività a proteggersi, è il problema su cui ci stiamo avvitando da quando sono a disposizione i vaccini, unico argine al Covid ed alle sue varianti”.
Macron lunedì sera ha deciso di “non avvitarsi” più, scegliendo una direzione precisa.
Non quella dell’ “obbligo vaccinale” esplicito (a parte il personale sanitario), ma un’altra che funziona allo stesso modo: quella di far diventare il “costo”, non monetario ovviamente, della scelta di non vaccinarsi, talmente alto in termini di limitazioni alla vita sociale, da spingere tanti francesi (ed i no vax in Francia sono molto più numerosi che in Italia) a decidere di prenotare l’inoculazione.
E non è un caso se il 65% degli appuntamenti presi in questi due giorni riguarda persone under 35. Coloro che, volendo vivere una vita relazionale completa e senza intralci, hanno capito che ora in Francia si fa sul serio, e di conseguenza hanno deciso di adattarsi alla vaccinazione.
Vi risparmio le reazioni della politica francese, che hanno visto la contrarietà della destra di Marine Le Pen e della sinistra radicale, più qualche distinguo personale negli altri partiti.
Ma quello che conta, a mio avviso, è che un sondaggio ha mostrato che il 58% dei francesi è favorevole al sistema del Green Pass per i bar e per i ristoranti, consenso che arriva fino al 76% per gli altri casi (il massimo, per aerei e treni).
E’ chiaro che la decisione di Macron non poteva non suscitare le reazioni dei nostri politici.
Giorgia Meloni in testa, che ha così riassunto il suo pensiero: “L’idea di utilizzare il green pass per poter partecipare alla vita sociale è raggelante ed è l’ultimo passo verso la realizzazione di una società orwelliana. E’ una follia anticostituzionale che Fratelli d’Italia respinge con forza. Per noi la libertà individuale è sacra e inviolabile”.
Su posizioni analoghe anche Matteo Salvini: “vaccini, tampone o green pass per entrare in bar e ristoranti? Non scherziamo”.
Condividono invece le scelte di Macron il Partito Democratico e alcuni Presidenti di Regione, mentre i 5Stelle, cosa ormai costante per questa formazione politica, si mostrano dubbiosi.
Non si può quindi non constatare che i leader nostrani della nostra destra sembrano convinti che il difendere i diritti dei no-vax rappresenti l’ultima frontiera della difesa della libertà nel nostro Paese.
Evidentemente c’è qualcosa che mi sfugge, o forse, come diceva un mio amico “il mio forte non è il capire”, ma faccio fatica a mettere insieme la difesa delle libertà individuali sbandierata da chi dichiara contemporaneamente di condividere una visione dell’Europa con “campioni della libertà” quali Orban, marine Le Pen e Santiago Abascal di Vox.
Io penso da sempre che oltre alla mia libertà esistono anche altre libertà, nella specie quelle degli italiani più fragili, fra cui anziani ed ammalati, che hanno il diritto di essere difesi dall’infezione.
Concetto molto ben espresso da Roberto Burioni: “Non è giusto far portare il peso dei disagi causati da chi per ignoranza ed egoismo non si vaccina, a coloro che hanno avuto il senso civico di vaccinarsi”.
Il problema è tutto qui.
E francamente faccio fatica a comprendere anche il richiamo alla “società orwelliana”, dato che attacchi alla libertà individuale sono molto presenti in Italia come altrove.
Spesso si chiamano “divieti”, che a ben guardare non sono altro che un’altra faccia dell’obbligo.
E tanto per fare un solo esempio, da fumatore, mio malgrado, vedo anno dopo anno sempre più limitata la mia “libertà” di gustarmi una bionda.
Quindi non si può fumare nei luoghi chiusi, nei cinema, nei ristoranti, nei bar, nei mezzi di traporto, a scuola, negli ospedali, e adesso persino nei parchi all’aperto, perchè….. fa male alla salute degli altri.
Per sillogismo, ne deriva che poiché il Covid non solo fa male, ma uccide, in certi luoghi le persone che non sono vaccinate non devono andare, perchè….. fanno male alla salute degli altri.
Io sono certo che se in questa fase si facesse un sondaggio su come la pensino gli italiani al riguardo delle scelte di Macron, senza alcuna sorpresa la stragrande maggioranza si dichiarerebbe a favore, così come i francesi.
La riprova la si trova in una Regione a noi confinante, il Friuli Venezia Giulia, in cui tutte le forze politiche, da destra a sinistra, Fratelli d’Italia a parte che ha scelto il silenzio, sposano il modello Macron, e quindi sono favorevoli ad un sistema che “premi” chi si è vaccinato, rendendo la vita più complicata a chi ha deciso di non proteggersi.
Emblematiche al riguardo le parole dell’assessore alla Sanità, nonché Vice Presidente, Riccardo Riccardi: “Dobbiamo innanzitutto dividere chi non può vaccinarsi per ragioni di salute, e chi invece ha scelto di non fare il vaccino. È poi necessario sospendere le norme sul trattamento dei dati, sull’altare dell’emergenza sanitaria. Detto questo, gli spazi di libertà che abbiamo conquistato sono in dubbio se non raggiungeremo la copertura adeguata, quindi non possiamo trattare i vaccinati come chi ha scelto di non esserlo. Proteggersi dovrà diventare un dovere civico”.
Il dibattito ovviamente resta aperto, e spero che non si trasformi in un elemento di ulteriore scontro politico a fini elettorali.
Ma se i numeri dei vaccinati non cambieranno, se continuerà a persistere la bellezza di 2,5 milioni di over 60 che, pur avendo avuto la possibilità di vaccinarsi non ha ancora fatto richiesta della prima dose, seguire la strada di Emmanuel Macron diventerebbe non solo una scelta giusta, ma persino doverosa.
Umberto Baldo

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