CINEMA – INSIDE OUT, emozione Pixar
Di: Pete Docter, Ronnie Del Carmen
Con: Gioia, Tristezza, Disgusto, Rabbia, Paura di Riley (la protagonista)
@: chi non ha mai provato in vita propria a capire cosa passa per la testa della persona che ci sta davanti? E, soprattutto, come arriviamo a fare certe scelte, ragionamenti, azioni? Nella testa di Riley, ragazzina del Minnesota costretta a trasferirsi nella sconosciuta San Francisco, ci sono cinque emozioni principali: gioia, tristezza, disgusto, rabbia, paura. È Gioia a tirare le fila di tutta la vita, ma non sempre le altre emozioni sono d’accordo e lasciano Gioia a decidere lo stato d’animo della ragazzina in crisi adolescenziale: ecco perché allora, ogni tanto, le persone hanno comportamenti strani e immediatamente decifrabili.
+ : i cartoni della Pixar sono sempre molto interessanti e ben composti. La cura del particolare è quasi maniacale: in più di un’occasione sembra che i pupazzetti siano vivi e tridimensionali (anche nel 2D). C’è una varietà di colori e simbolismi che si fatica ad afferrare all’inizio, ma tutto fa parte di una sapiente associazione colore/emozione. Il giallo, il sole, è la gioia, ovvero lo stato d’animo felice e sereno. Mentre il disgusto è verde, o la rabbia ci fa diventare rossi. La tristezza invece è azzurra, perché è fredda e congela tutto nella depressione.
– : leggendo le righe sopra si può capire abbastanza che non è un cartone per bambini, o lo è in minima parte. Sono troppe le informazioni da capire e associare, tutto è legato all’emozione: anche se giocato su cinque emozioni basilari, comprensibili anche alle menti ancora in crescita, il film è comunque destinato a chi ne capisce un po’ di più di vita e sa che molto arriva dalla pancia e non solo dalla testa. Inoltre, nonostante sia basato sul gioco e clima festoso dell’infanzia/adolescenza, non è un cartone che suscita risate gratuite e soventi: del resto, le emozioni sono difficili da capire e da provare, e ognuno di noi le percepisce in un modo diverso, spesso opposto al nostro.
***: se pensavate di portare i vostri figli al cinema per un’ora e mezza di divertimento, questo non è il film dei Minions. È un film per i bambini più grandi, anche quelli mai cresciuti, che comprendono e accolgono che nell’infanzia e adolescenza esistono la collera, la depressione, le passioni. Del resto, non si può sempre andare al cinema a vedere pupazzi senza cuore e cervello: la televisione ne è già piena, quotidianamente.