CINEMA – QUO VADO? L'ITALIETTA 'SALVA' IL CINEMA ITALIANO
QUO VADO?
Di: Gennaro Nunziante
Con: Checco Zalone, Sonia Bergamasco, Eleonora Giovanardi, Maurizio Micheli, Lino Banfi
@: Checco ha “il posto fisso” nella pubblica amministrazione, vive con i genitori servito e riverito, è l’eterno fidanzato (servito e riverito anche dalla famiglia della fidanzata, rispettosa del suo “posto fisso”). Con la nuova riforma promossa dal ministero, il posto di Checco però vacilla: o accetta una lauta buona uscita, o deve adattarsi al trasferimento, ovunque esso sia. Consigliato dal politico più importante del suo paese, accetta il trasferimento, iniziando delle esperienze che lo portano anche all’estero, dove la vita è “civile” e regolata da leggi che tutti rispettano e promuovono sin da piccoli.
+ : portare milioni di italiani al cinema in poche ore non è da tutti. Come non è da tutti trattare temi delicati con leggerezza e semplicità. I luoghi comuni sugli italiani ormai sono noti e spesso utilizzati per prendere in giro anche istituzioni e perni della società, come il lavoro. Del resto, con già tre film da protagonista, cosa avrebbe potuto portare al cinema il comico pugliese? Dopo Star Wars e i vari cinepanettoni, attrarre al cinema grandi e piccini prima dei saldi sembra facile perché ci sono le vacanze, ma c’è sempre il divano come alternativa, fra un pranzo e l’altro.
Zalone e Nunziante (nel soggetto e nella regia) utilizzano il confronto fra popoli, nazioni, o come dice Checco “etnie”, senza tanta retorica: l’efficienza dei servizi al cittadino, le famiglie allargate, la ricerca scientifica dei bravi studiosi italiani, sono tutti temi molto trattati, spesso reinventati, qui però al servizio della comicità senza il bisogno di dare giudizi. In meno di novanta minuti si passa dalla Puglia, Roma, circolo polare artico, Calabria, Africa: e tutti con un unico biglietto e stessa poltrona!
– : prendere in giro temi seri non è semplice, soprattutto se tutto ruota attorno al concetto di lavoro, così mai discusso come ora. In realtà Zalone mira all’idea tutta italiana del lavoro (lavoro = tempo indeterminato / meglio se nella pubblica amministrazione) e alla classica comparazione fra nazioni. Gli italiani sono maestri nel prendersi in giro sin dalla nascita del cinema stesso; solo che la “commedia all’italiana”, oltre che ad essere un genere, è un’arte. In fondo, quanto vediamo, sono i pregiudizi che gli stranieri e noi stessi ci rinfacciamo quando dobbiamo pensare all’Italia in genere (la poca voglia di lavorare della pubblica amministrazione, la guida spericolata, la raccolta dei rifiuti non sempre differenziata, la cucina).
Con l’ostentato budget del film precedente (“Sole a catinelle”), ci si aspettava qualche risultato in più dell’ambientazione polare ed esotica, tralasciando l’uso del drone (ormai anche abusato, se vogliamo). Sappiamo bene quanto gli effetti speciali non siano l’unico punto di forza di un film, quanto invece la potenzialità della storia narrata e della qualità delle scene che vediamo. Considerando il successo in pochi giorni, la sicura lunga permanenza sul grande schermo e i guadagni sicuri, possiamo già iniziare a sperare per la prossima puntata. Perché è già chiaro che non finisce qui.
***: gli articoli e le recensioni su “Quo vado?” abbondano, si prevede una folta presenza di Checco Zalone nei palinsesti che riprendono dopo l’Epifania (che tutti i cinepanettoni si porta via). Più se ne parla, più la curiosità aumenta, più le sale si riempiono. E ricordiamo che questo film non ha un vero trailer come pubblicità. La domanda sorge spontanea: perché? A voi la ricerca della risposta.