CLAMOROSO – Sindaci vicentini incazzati con Mattarella
Una mattinata iniziata nel migliore dei modi, con decine di sindaci vicentini accorsi al Teatro Olimpico portando la fascia tricolore per salutare il presidente della Repubblica Mattarella in visita a Vicenza per commemorare il centenario della nascita di Mariano Rumor. Poco prima dell’arrivo ne avevamo intervistato qualcuno. Fra questi Giorgio Gentilin, sindaco di Arzignano, contento di portare il proprio saluto al Capo dello Stato. Alla fine della cerimonia scoppia la protesta e si diffondono i malumori. E’ proprio Giorgio Gentilin a manifestare tutta la sua delusione. “Siamo stati umiliati e trascurati -ci dice- non ci è stata rivolta nemmeno una parola. Siamo stati relegati nella buca dei musicisti, con il presidente alle spalle. Nessun incontro, nessun saluto, non una parola. Noi siamo quelli che lavorano sul territorio, impegnati ogni giorno a far quadrare i bilanci, a ricevere le proteste e le richieste dei cittadini. Siamo schiacciati dai tagli di Roma e dalla necessità di garantire i servizi ai nostri cittadini. Eppure nessuno ci ha rivolto la parola. Ci aspettavamo un saluto, un incontro anche breve. Il presidente è andato a Santa Corona, al Palladio Museum, alla Basilica palladiana, ha parlato con le solite cariatidi vicentine. Ha parlato poi con esponenti delle categorie economiche, con banchieri, etc… ma quelli che portano la fascia tricolore siamo noi”. Un fiume in piena Gentilin: “Siamo stati considerati alla stregua del nulla. Siamo tutti sorpresi e amareggiati. Questa è una sberla alla provincia di Vicenza. Devo dire che dopo questo incontro ho perso molta stima. Zaia ha ragione: è ora che il Veneto cominci a lavorare da solo!”.
Walter Orsi sindaco di Schio non è da meno: “Sono deluso amareggiato, mi sento trattato come l’ultima ruota del carro, rappresentiamo l’istituzione più vicina al cittadino, dobbiamo risolvere quotidianamente i problemi causati dallo Stato con i continui tagli di risorse. Il silenzio e la mancanza di un saluto sono a dir poco offensivi. Fuori dal teatro ci siamo trovati in tanti e tutti abbiamo avuto la stessa sensazione. Ci siamo sentiti proprio come i suonatori nella fossa dell’arena. Mi sarei aspettato una voce, una parola di incoraggiamento, un invito a perseverare e serrarsi per fare meglio, una vicinanza delle istituzioni, un segnale positivo. Mi sono sentito come mi sento sempre ultimamente di fronte ai prelievi continui del governo nei confronti dei cittadini. Quando guardo le istituzioni sento il silenzio di fronte a chi si impegna”.
Sulla stessa linea Gabriele Tasso sindaco di San Pietro Mussolino. “Siamo stati sollecitati più volte dalla segreteria del Comune di Vicenza affinché fossimo presenti con la fascia tricolore. Non ci aspettavamo grandi orazioni ma almeno un saluto nei nostri confronti perché siamo i rappresentanti dello Stato. Una parola da portare ai cittadini. Siamo stati utilizzati come un’inutile coreografia, seduti nella platea. Ci hanno fatto alzare e sedere e il presidente non ci ha rivolto una parola. Se vieni a visitare la città per Rumor va bene, ma se hai davanti decine di rappresentanti dello Stato trovi il tempo di rivolgerti a loro. Non ci aspettavamo grandi cose, ma proprio in questo momento in cui da Roma ci arrivano imposizioni e pressione fiscale, in cui ci hanno trasformato in riscossore erariale bastava una parola, bastava quella. Siamo in trincea, e il presidente non ha i cittadini davanti tutti i giorni che recriminano sui disastri che lo Stato stesso produce sul territorio”
P.U. – Tviweb
(Nella foto qui sotto: Gabriele Tasso, sindaco di San Pietro Mussolino)