13 Maggio 2022 - 17.01

Classico, moderno, contemporaneo: Treviso celebra Canova

Un genio moderno, contemporaneo, che guardava all’antico per reinventarlo.

L’ultimo grande artista del Settecento e il primo dell’Ottocento.

Un veneto che si fece da solo, l’imprenditore di se stesso partito da un paesino di campagna alla conquista del mondo. Così Treviso vuole celebrare Antonio Canova. A raccontare il maestro irraggiungibile di capolavori immortali della scultura è il Museo Bailo con la mostra ‘Canova, gloria trevigiana. Dalla bellezza classica all’annuncio romantico’ che fino al 25 settembre affianca oltre 150 opere, tra gessi, marmi, incisioni e pitture per comporre il mosaico di un personaggio poliedrico, attentissimo anche alla cura della propria immagine.
    La mostra, allestita nell’ala fresca di restauro del Museo Bailo, che inaugura con l’occasione la galleria dell’Ottocento, si apre con un colpo d’occhio straordinario, le quattro enormi statue su basamenti originali, provenienti da un palazzo nobiliare padovano, in cui Canova si misura con l’antico e dimostra la sua originalità: l’Apollo del Belvedere a confronto con il Perseo trionfante e il Gladiatore Borghese con il suo Creugante. Vera chicca è il gesso preparatorio del cavallo morente, esposto per la prima volta, al quale si rifece per il famoso gruppo di Teseo in lotta con il centauro, oggi a Vienna.
    Di forte suggestione la sala con la Venere che dialoga con la dea dal carnale lato b dipinta da Francesco Hayez nel 1830 e la più pudica e tradizionale Diana cacciatrice, nella tela dello stesso anno di Pelagio Pelagi. In una teca, anche questa una primizia, ecco la maschera funeraria e il calco della mano destra dell’artista. (ANSA).
   

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