7 Ottobre 2024 - 10.31

Clima – I fiumi si stanno prosciugando al ritmo più veloce degli ultimi 30 anni

L’allarme è stato lanciato dal The Guardian, citando uno studio dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM), che evidenzia come nel 2023 i fiumi si siano prosciugati al ritmo più alto degli ultimi trent’anni, minacciando l’approvvigionamento idrico globale.

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Secondo il rapporto dell’OMM, negli ultimi cinque anni i livelli dei fiumi e dei bacini idrici mondiali sono stati inferiori alla media. Nel 2023, oltre il 50% dei bacini idrografici globali ha registrato condizioni anomale, con la maggior parte in deficit. Gravi siccità hanno colpito vaste aree delle Americhe, inclusi i fiumi Amazzoni e Mississippi, e importanti bacini fluviali in Asia come quelli del Gange, Brahmaputra e Mekong.

Il riscaldamento globale e il collasso climatico stanno aggravando questi fenomeni, causando inondazioni e siccità sempre più estreme. Il 2023, l’anno più caldo mai registrato, ha visto non solo fiumi prosciugarsi, ma anche alluvioni devastanti in tutto il mondo. La transizione da La Niña a El Niño a metà anno ha contribuito a questa instabilità meteorologica, amplificata dagli effetti del cambiamento climatico.

Nonostante le temperature record, alcune aree, come Regno Unito, Irlanda, Finlandia e Svezia, hanno visto portate fluviali superiori alla norma.

“Il ciclo idrologico è diventato più irregolare e imprevedibile”, ha dichiarato Celeste Saulo, segretario generale dell’OMM. “Questa situazione mette a rischio l’approvvigionamento idrico per miliardi di persone. L’acqua è il segnale d’allarme del cambiamento climatico, e dobbiamo agire con urgenza”. Attualmente, 3,6 miliardi di persone hanno accesso limitato all’acqua almeno un mese all’anno, una cifra destinata a superare i 5 miliardi entro il 2050.

I ghiacciai, inoltre, stanno subendo gravi perdite: l’OMM riporta che oltre 600 gigatonnellate di acqua si sono sciolte nel periodo 2022-2023, il peggior dato degli ultimi 50 anni. Le Alpi svizzere, ad esempio, hanno perso il 10% del loro volume negli ultimi due anni.

Saulo ha concluso sottolineando l’urgenza di migliorare il monitoraggio globale delle risorse idriche e di rafforzare la collaborazione internazionale per affrontare questa crisi crescente.

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