Coldiretti: “Provincia di Vicenza maglia nera per consumo di suolo, ecco spiegati i disastri di questi giorni”
“Una situazione allarmante, che spiega gli effetti dei disastri che si stanno succedendo in questi giorni. Occorrono politiche urgenti di tutela del territorio”
Vicenza maglia nera per il consumo del suolo. “Un triste primato, quello che deteniamo – commenta Coldiretti Vicenza all’indomani della presentazione del Rapporto Ispra sul “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” – che rattrista e, soprattutto, denota la scarsa capacità dei nostri amministratori, ai diversi livelli, di effettuare una programmazione pragmatica del territorio. A testimoniarlo, purtroppo, sono anche le molte opere di dubbia utilità che, negli anni, sono state realizzate ed altre in programma”.
I numeri parlano chiaro. Il Veneto è la seconda regione d’Italia per consumo suolo. Con 217.744 ettari sottratti alla campagna, la regione viene dopo la Lombardia e prima della Campania. Nello spazio di un anno, dal 2019 al 2020, sono spariti 682 ettari di verde.
“Non è solo la cementificazione a preoccupare – prosegue Coldiretti Vicenza – allarma anche il rinnovato interesse per l’installazione del fotovoltaico a terra, che nella corsa virtuosa all’energia prodotta da fonti rinnovabili trova nell’accaparramento di terreno fertile una possibile forma di speculazione”.
Tra le prime sei province italiane per consumo di suolo, ben tre sono venete: Vicenza terza (+172,5), Verona quarta (+166) e Padova sesta (+134,5).
“La legislazione regionale ha rallentato la cementificazione sfrenata – sottolinea Coldiretti Vicenza – ma sul tema dell’insediamento di impianti fotovoltaici a terra è urgente l’approvazione di una legge che blocchi l’assalto alla diligenza dei terreni agricoli individuando le aree ed i siti idonei agli impianti come zone marginali, capannoni dismessi, cave in disuso. Gli imprenditori agricoli si candidano ad essere assoluti protagonisti del processo di transizione energetica sviluppando la copertura dei tetti delle loro stalle e utilizzando piccole porzioni dei terreni agricoli di proprietà per realizzare mini impianti agro voltaici in connessione con l’attività principale agricola con l’obiettivo di ridurre gli ingenti costi energetici che gravano sulle imprese”.