Confartigianato: a Vicenza ferme il 63% delle aziende e agli imprenditori non è consentito nemmeno visitare la propria impresa
Sono
quasi 15mila (14.983 per l’esattezza) le imprese che, per volontario senso di
responsabilità o per Decreto, sono chiuse nel vicentino. Gli effetti dei
Decreti dell’11 marzo prima, del 22 marzo poi con i conseguenti “aggiustamenti”,
dicono che la nostra è terza provincia nella regione per numero di imprese
artigiane ferme (63%), e seconda per numero di addetti a casa da lavoro (61%).
È questo l’effetto della serrata delle “attività non essenziali”: 14.983
aziende in stop su 23.766 e 40.655 addetti su 66.628 (il 61%) fermi. Questi i
numeri dell’Osservatorio della Confartigianato Imprese Veneto. Ad essere
interessati, come detto, le imprese individuate al Decreto del 22 marzo (e
successivi aggiustamenti del 25 marzo) secondo i Codici ATECO.
Nel dettaglio vicentino pagano il conto più salato i settori della meccanica (2.551
imprese su 3.304) ed edilizia (esclusi gli installatori di impianti che possono
operare) con 6.622 su 7.185 imprese interessate dal Decreto. Un duro colpo per
quest’ultimo comparto che stava lentamente cercando di riprendersi da un
precedente momento di crisi. Seguono il settore Moda e quello Benessere). Questo
in termini numerici ma a ben guardare gli operatori della bellezza, tra l’altro
i primi a dove chiudere per l’emergenza sanitaria, sono in totale stop: 2.289
su 2.518. Così nel settore Moda: su 1.158 aziende ben 1.347 sono chiuse. In
pratica nei settori in cui il rapporto con l’utente finale è l’essenza
dell’impresa, e quindi è ben difficile applicare modalità di “lavoro agile”
come hanno responsabilmente fatto molte realtà produttive (dettagli in tabella
1).
Come se non bastasse non solo gli imprenditori hanno chiuso porte e portoni ma
da ordinanza non viene nemmeno consentito loro di recarsi in azienda.
“Chiediamo che agli imprenditori sia concesso di visitare l’impresa in cui, è
bene ricordare, ci sono macchinari e strumentazioni che necessitano magari di
una supervisione e che comunque rappresentano degli investimenti”, l’appello di
Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Imprese Vicenza.