Confartigianato Vicenza sulla sospensione del cash back: “Finalmente!”
“Finalmente!”. È il commento del
presidente di Confartigianato Imprese Vicenza, Gianluca Cavion, alla notizia
della sospensione del cash back dal 1° luglio.
“Già a marzo avevamo espresso il nostro disappunto per misure, come appunto il
cash back e la lotteria degli scontrini, che avevano l’aspetto dell’improvvisazione
– continua Cavion-. Anche sui denari risparmiati avevamo visto lungo: 3miliardi
di euro recuperati per il 2022 sospendendo il cash back, che diventano 5 se
cancelliamo anche la lotteria degli scontrini. Ricordo che queste misure, giustificate
con motivazioni deboli quali la lotta all’evasione, alla fine si sono dimostrate,
soprattutto la lotteria degli scontrini, a portata dei soliti furbi che per
fare un certo numero di operazioni, e avere quindi qualche possibilità di
vittoria, pagavano anche un singolo caffè con bancomat o carta di credito. Nel
frattempo, come facemmo notare già a marzo, interi settori dell’artigianato hanno
pagato davvero e caro il lock down, le zone di vario colore, le restrizioni su
orari e attività, i dispositivi e gli adeguamenti alle norme anti contagio, il
balletto delle aperture a singhiozzo, contingentate, calendarizzate. Comprendiamo
che forse si è trattato di misure dettate dalla non facile situazione del
momento, tutto è partito con il super cash back di Natale 2020 per rilanciare
gli acquisti, ma bene ha fatto Draghi a sospenderle – aggiunge Cavion-. Tra
l’altro misure di questo tipo sono state decise unilateralmente quando invece,
a nostro avviso, sarebbe stato auspicabile una riflessione con le categorie
economiche più colpite per capire come meglio indirizzare le risorse. Ora,
speriamo che i 3 miliardi risparmiati, siano investiti in maniera più
lungimirante per sostenere realmente le piccole e medie imprese in questa
delicata fase di ripartenza fornendo loro strumenti, non solo economici, per
tornare e rimanere competitive sul mercato”.
“In particolare – conclude Cavion -, le misure dei crediti di imposta sulle
attività di ricerca e sviluppo, attualmente fissate in pochi punti percentuali,
meritano di essere incrementate per dare slancio agli investimenti da parte
delle imprese, così come il credito di imposta sugli acquisti di beni
strumentali”.