31 Gennaio 2022 - 16.44

Confindustria fa un appello ai parlamentari vicentini: “Superbonus a rischi, cambiate la norma sulla cessione del credito!”

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O si elimina la norma che vieta le cessioni del credito oltre la prima, oppure si blocca il circolo virtuoso lanciato dal Superbonus 110%: stop del rilancio dell’edilizia, nuovo crollo dei posti di lavoro nel settore (e nella filiera da esso trainata), ristrutturazioni che contribuiscono alla transizione energetica bloccate.

Questo, in sintesi, è il contenuto della lettera che il presidente della Sezione Edili e Costruttori Impianti di Confindustria Vicenza, Luigi Schiavo, ha inviato a tutti i deputati e senatori vicentini, chiedendo di modificare in fase di conversione in legge una norma del decreto Sostegni-ter destinata, altrimenti, a produrre gravissimi effetti sul mercato dell’edilizia e a frenare l’interesse verso il Superbonus 110% e le altre agevolazioni vigenti per le ristrutturazioni.

Ci appelliamo ai nostri parlamentari – dichiara il presidente Luigi Schiavo – affinché in fase di conversione in legge del decreto, siano eliminati gli effetti devastanti di una norma che, se confermata, vanificherà del tutto quanto di importante si sta muovendo nel settore dell’edilizia, grazie ai vari incentivi e al Superbonus 110%. Per la dodicesima volta in appena un anno e mezzo, infatti, il Governo ha modificato le condizioni e, con il dl Sostegni-ter, ha deciso di vietare ulteriori cessioni del credito oltre la prima, sia per il Superbonus che per gli altri bonus edilizi. Una decisione illogica, incomprensibile, che addirittura pretende di avere effetto sulle situazionipregresse, con effetti devastanti sui rapporti in essere tra imprese e banche, e tra imprese e proprietari di edifici o condomini committenti dei lavori”.

Il fine del decreto, che dovrebbe essere quello di frenare abusi e soprusi, va invece a creare un effetto collaterale peggiore di ciò che si voleva contrastare: “La norma, di fatto, mette una stretta alla cessione del credito e allo sconto in fattura, facendo venir meno il mercato secondario del credito – aggiunge Schiavo -. Purtroppo, è fin troppo facile prevederlo, questo comporterà il blocco totale del mercato legato ai bonus edilizi che hanno avuto un ruolo trainante nella crescita del PIL italiano fino al 6%”.

Non solo: i crediti che alla data del 7 febbraio 2022 sono stati oggetto di un precedente sconto in fattura, potranno essere ulteriormente ceduti una sola volta.

Il Parlamento deve intervenire per modificare questa scelta del Governo – conclude Luigi Schiavo -, al fine di evitare il caos dell’intero comparto che sarà generato da contenziosi di cui le imprese edili saranno incolpevoli e vittime. La soluzione non può che transitare per l’abrogazione della disposizione in esame o quantomeno nell’introduzione di una disciplina transitoria meglio concepita rispetto a quella, assai restrittiva, prevista nella versione della disposizione attualmente in vigore, applicando le nuove regole ai soli contratti stipulati dal 1° gennaio 2023”.

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