Costi energetici impazziti, gli artigiani: “Intervenire immediatamente” – Le spese di un panificio da 20 a 60 mila euro
Cavion: “Sul lato costi energetici lo scontro in Ucraina sta aggravando una situazione già fuori controllo. Servono dal Governo interventi concreti, forti, tempestivi. Non possiamo permette che le imprese rischino l’attività per imprevidenza altrui”
Una
situazione che sta mettendo in grande difficoltà gli artigiani e le
piccole imprese. I prezzi dell’energia elettrica e il gas, che
negli ultimi mesi hanno comportato costi molto alti e non prevedibili
per le imprese, nei primi 10 giorni del mese di marzo hanno raggiunto
cifre esorbitanti evidentemente fuori controllo. Una situazione mai
vissuta prima cui peraltro si aggiunge l’incredibile aumento dei
costi delle materie prime oltre alla difficoltà del loro
reperimento.
“Dopo due anni di crisi dovuta alla pandemia da
Covid, cui le nostre imprese hanno dovuto far fronte, oggi viviamo la
tragedia della guerra in Ucraina – afferma Gianluca Cavion presidente
di Confartigianato Imprese Vicenza-. Inaccettabile sotto ogni profilo
quello che sta succedendo in quel territorio e a quel popolo, cui
stiamo guardando con sconcerto e preoccupazione gli avvenimenti che
si succedono giornalmente. Una guerra che porta conseguenze anche nel
nostro Paese e al nostro tessuto imprenditoriale. Tutti i costi delle
materie prime sono vertiginosamente aumentati, quelli energetici poi
hanno raggiunto aumenti ormai fuori controllo che rischiano di essere
devastanti per i piccoli imprenditori”.
Ricorda Cavion che
“Nel periodo settembre dicembre del 2021 le tariffe di gas ed
elettricità hanno continuato ad aumentare, a gennaio poi abbiamo
nuovi incredibili aumenti che rimarranno tali anche per il mese di
febbraio e li vedremo nella bolletta di marzo. Già questi sono
insopportabili, ma come se non bastasse gli indicatori della borsa
elettrica ci stanno dicendo che le tariffe del mese di marzo (che
vedremo nella bolletta che arriverà ad aprile) toccheranno aumenti
che rischiano concretamente di azzoppare la nostra economia”.
Le
simulazioni fatte dal CAEM, consorzio Confartigianato di riferimento
per le forniture energetiche, evidenziano che prendendo a riferimento
la media dei costi raggiunti per la materia prima (energia e gas) dei
primi 10 giorni di marzo, quasi tutte le attività si avvicinano di
molto ad aumenti in bolletta del 200% rispetto alle tariffe del 2021.
Utilizzando casi concreti di imprese servite dal Consorzio, a titolo
d’esempio un’azienda meccanica con 1,2 milioni di kWh annui di
energia elettrica utilizzata che passa da un costo in bolletta del
2021 di € 182.828 a 511.918 € del 2022 (188% in più)
considerando anche l’annullamento degli oneri di sistema stabilito
per il primo semestre dal Governo; un’azienda che produce salumi,
con un consumo annuo di 332,604 kWh passa da un costo del 2021 di €
45.101 a 129.000 € del 2022 (210,2% in più); un panificio con
149.731 kWh annui, passa da 20.985 € del 2021 a 60.129 € del 2022
(186,5% in più).
“Si
potrebbe continuare all’infinito, ma è chiaro a tutti quello che
sta succedendo. Cosa ci aspettiamo quindi? – continua Cavion-
Anzitutto che il legislatore faccia veramente il suo dovere per
aiutare le nostre piccole imprese. Lo pretendiamo! Diciamo le cose
come stanno: ad oggi lo Stato è intervenuto annullando gli oneri di
sistema, che però incidono ormai per la massa delle imprese con
percentuali di riduzione dei costi inferiori al 10% dell’intera
bolletta. Un aiuto apprezzabile, ma oggettivamente inconsistente. Ci
aspettiamo invece un forte, anzi un fortissimo intervento che abbatta
anche gli aumenti della materia prima”.
La proposta di
Confartigianato è quindi che si crei un tetto oltre il quale le
tariffe non possano aumentare, con garanzia dello Stato rispetto alle
potenziali perdite dei fornitori. Un’altra proposta è quella del
riconoscimento di un credito d’imposta di almeno il 50%, intanto
per i primi 6 mesi del 2022, calcolato sui maggiori oneri in bolletta
raffrontando i costi del 2022 rispetto a quelli sostenuti con le
bollette dell’analogo periodo del 2019.
“Faccio presente – spiega Cavion- che il credito d’imposta è stato recentemente concesso inspiegabilmente solo alle aziende energivore, e questo riteniamo non vada bene, le imprese sono energivore al di là della dimensione. Si trovi un parametro di incidenza sul costo di produzione invece della mera dimensione di consumo. Venga definita poi una norma che preveda la possibilità di una lunga rateizzazione per le piccole imprese dei costi delle bollette per il primo semestre (per chi lo richiede) senza applicazione di more o interessi, anche in questo caso con una garanzia statale e un fondo per il recupero interessi a favore dei fornitori. Si promuovano bandi a fondo perduto a favore delle piccole imprese, ma anche nelle famiglie, per l’installazione di impianti che producono energia rinnovabile per l’autoconsumo, anche con particolare attenzione all’autoconsumo collettivo nell’ambito delle Comunità Energetiche per le quali la nostra associazione intende essere un soggetto attivo”.
“Infine – conclude il presidente- forse una riflessione sull’utilizzo sui fondi del PNRR andrebbe fatta, visto che in pochi mesi sono cambiate tutte le condizioni precedentemente esistenti. A nostro parere è il caso di rivederne la struttura e spostare maggiori fondi a favore degli interventi utili per il raggiungimento degli obiettivi legati alla transizione energetica, per essere un Paese più autonomo nella produzione di energia e gas, ricordando che le piccole imprese e gli artigiani rappresentano la spina dorsale dell’economia italiana”.