2 Agosto 2024 - 16.10

Croazia bella ma cara… la riscossa di Sottomarina, Rosolina & co

L’estate 2023 è stata la prima in cui si pagava in euro. 

E i turisti si sono subito resi conto che la Croazia non è più una destinazione mare, sole e prezzi accessibili. Anzi, molti si sono lamentati del fatto che in alcuni casi i prezzi sono maggiori che in altri Paesi Ue, dove il tenore di vita è più alto.

A distanza di un anno, mi sono chiesto se la situazione sia la stessa, oppure se addirittura sia peggiorata.

A giudicare da quanto molti utenti pubblicano sul web la sensazione è che la stagione turistica 2024 non sarà da meno della precedente.  Anzi, a vedere i prezzi che vengono praticati nelle principali destinazioni turistiche sulla sponda orientale dell’Adriatico, pare che sarà un’estate… bollente.
Sui siti news croati, infatti, sono apparsi già  a maggio gli scontrini di alcuni locali sulla costa, in cui si poteva vedere, ad esempio che un macchiato grande veniva a costare 6 euro, mentre un caffelatte 6,5 euro. Stiamo parlando di un bar nel centro di Abbazia (Opatija), la Perla del Quarnero, ma prezzi quasi identici sono stati “scovati” anche sull’isola di lesina (Hvar) e o Ragusa (Dubrovnik). 

Ok, si tratta delle mete più lussuose in Croazia, ma sembra che nelle altre località della costa la musica sia sostanzialmente la stessa, e che i prezzi potrebbero scoraggiare quest’anno i turisti, soprattutto quelli di fascia media, i quali probabilmente sceglieranno delle destinazioni più accessibili ai loro portafogli.

Nei giorni scorsi mi è capitato di fare due chiacchiere in libertà con un nostro conterraneo, un vicentino (di origine cimbra come ama sottolineare) proprietario di una barca, con la quale ovviamente solca per diporto le acque dell’Adriatico.

Perché questo scambio di idee l’ho trovato particolarmente interessante?

Perché fino ad ora avevo parlato con persone che potrei definire “turisti de tèra”, mentre l’amico in questione è sicuramente un “turista da mar”, e fra le due tipologie qualche differenza oggettivamente c’è, per lo meno quanto ad abitudini ed esigenze.

Inutile dire che il nocciolo della conversazione è stata la vera e propria esplosione dei prezzi che sta investendo la Croazia.

Per fare un piccolo riassunto, da quando la Croazia ha adottato l’euro ed è entrata nell’Area Schengen,  c’è l’ indubbio vantaggio per i turisti  dell’assenza di code e di lunghe attese al confine, ma lo svantaggio di prezzi fuori controllo.  

Ma, a parte il coro di rimostranze degli italiani,  sembra  che a protestare siano ad esempio anche gli austriaci.

Almeno stando a quanto riportato dalla stampa della stampa dell’Istria, che riferendo le parole di un  turista austriaco scrive:  “Attualmente sono in vacanza in Croazia e qui è più costoso che in Austria. Alcuni piatti, anche senza contorno, hanno un prezzo incredibile: la pizza costa 18 euro, la bistecca 38 euro e i prezzi sono alti anche al supermercato, tipo il burro a 4,50 euro”.

Certo la bellezza del mare e delle piccole baie è rimasta la stessa, i prezzi, purtroppo, no: dopo l’entrata nell’euro (e con l’inflazione), l’Istria (e la Croazia in generale) ha registrato una raffica di rincari, al punto che i tanti turisti italiani e stranieri che la sceglievano come meta di vacanze low cost sembra ci stiano ripensando.

Tornando al nostro amico, che per facilità chiamerò Ulisse, la prima domanda che gli ho posto è stata:

Da quanto frequenta la Croazia?

Da decenni, sin dai tempi in cui era vivo e governava ancora il Maresciallo Tito.   Ho quindi potuto assistere direttamente alla parabola ascendente di questo Stato, almeno per quanto attiene la crescita economica e il maggiore benessere dei cittadini.

Ci andava d’estate?

In realtà frequentavo le coste anche fuori stagione. L’anno scorso ad esempio nei mesi di ottobre/novembre.

Conferma l’impennata dei prezzi di cui si parla?

Senz’altro sì, ma guardi credo sia doveroso dire che in realtà la rincorsa dei prezzi era iniziata ben prima, negli anni scorsi, con comportamenti degli operatori che trovavo inspiegabili.  Le faccio un esempio: uno stazionamento con la barca alla Marina di Zara fino all’altro anno veniva a costare sui 150/160 euro; ad ottobre dell’anno scorso  è improvvisamente salito a 250 euro.  Perché?  Impossibile da spiegare, se non con le categorie della voglia di guadagno tout court.

Altro esempio: sempre a novembre 2022 ero  ospite di un amico croato nella sua casa in terraferma.  Per sdebitarmi l’ho portato a mangiare in un ristorante. Bene, per mangiare in tre una porzione di agnello, con patate fritte ed una birra, abbiamo pagato 230 euro. 

Quasi 80 euro a testa, in un posto in cui ci hanno  fatto mangiare addirittura senza la tovaglia!

E ancora, da tempo per acquistare un chilo di formaggio nell’isola di Pag, ti chiedono 70/80 euro. 

Quindi l’adozione dell’euro, accompagnata dalla fiammata inflazionistica è solo l’ultima causa dell’incremento dei prezzi in Coazia?

Lo confermo senza tema di smentite.  E’ da svariati anni che si è sempre più diffusa fra ristoratori ed operatori la tendenza a ricavare il massimo dal turista, spremendolo fino all’ultimo euro, senza cercare di legarlo anche per il futuro.

In fondo, ma questa è una mia considerazione, è quello che succede in certe nostre località, tipo Venezia, dove il turismo mordi e fuggi incoraggia gli operatori a considerare i turisti vacche da mungere, come se non ci fosse un domani. 

Quindi Ulisse, la storia dei prezzi è alquanto datata secondo lei?

Confermo, e non va sottaciuto che ai prezzi alti si accompagna anche una mancanza di correttezza degli operatori, molta improvvisazione e poca professionalità.

Detta in altre parole non c’è rapporto fra prezzo e contropartita, intesa come servizio e qualità del cibo (per uno che naviga e pesca come me capisco se un pesce è congelato anche se me lo fanno pagare 70/80 euro al chilo). 

Anche altri suoi amici diportisti hanno le sue stesse sensazioni?

Direi di si, almeno quelli con cui mi sono confrontato.  Tenga presente che fino ad una decina di anni fa molti lasciavano la propria barca in una Marina croata, perché il costo era assolutamente più conveniente rispetto ad una darsena italiana.  Ora non è più così e la mia barca d’inverno resta ormeggiata in un porto della nostra costa adriatica. 

In conclusione mi sembra che il nostro Ulisse abbia confermato quello che leggo su giornali e media italiani e stranieri circa il costo della vita in Croazia, che pare abbia ormai superato quello italiano.

Ne volete una riprova?   Andate su Tik Tok, e digitate “Croazia prezzi”.  A parte qualche messaggio chiaramente sponsorizzato, quelli in cui l’utente ci mette la faccia e dice quello che pensa, raccontando la propria esperienza diretta, sono un coro di “i prezzi sono fuori mercato”.

Questo non vuol dire ovviamente che la Croazia quest’estate subirà un tracollo nel numero delle presenze.

La sua natura costituirà sempre un valore aggiunto, ma almeno gli amici croati non potranno più farci concorrenza dicendo: “venite da noi che risparmiate!”

Ormai è una battaglia in cui determinanti saranno solo le preferenze del singolo turista relativamente al tipo di costa in cui trascorrere qualche giorno di relax.

Ed al riguardo credo che le località della nostra costa veneta, da Bibione e Caorle ad Eraclea, da Cavallino a Chioggia a  Rosolina, per la qualità dei servizi offerti, per i prezzi più contenuti, per il buon cibo, per la vicinanza di Venezia e delle città di un entroterra tutto da scoprire, per il calore con cui vengono accolti i turisti, possano rappresentare una valida alternativa ad una Croazia dove ormai le alte tariffe stagionali testimoniano che il contesto economico e la logica di mercato hanno prevalso, e adesso giocano un ruolo cruciale nel livello dei prezzi, sempre più inavvicinabili per l’italiano medio.

Umberto Baldo

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