CRONACA – Teschi e misteri, giallo sul sacerdote thienese morto a Zagarolo
La conferma arriva dalla ricognizione autoptica: il sacerdote spezzino di origini thienesi don Lanfranco Rossi -ucciso da ignoti a Zagarolo, in provincia di Roma, il 12 aprile- aveva tagli alla testa, e segni di costrizione dei vasi sanguigni nel collo. Già parroco della popolosa comunità parrocchiale spezzina di Migliarina, 55 anni, il sacerdote, appartenente all’ordine dei Ricostruttori, è stato trovato morto domenica notte nel bosco accanto alla comunità di Roma in cui era in ritiro spirituale, secondo una sua consuetudine. Era stato ordinato alla Spezia, dove aveva vissuto a lungo, prima di spostarsi a Roma, dove insegnava all’università pontificia. Era un teologo noto, autore di testi. Sarebbe stato colpito con un oggetto contundente e strangolato. La morte sarebbe intervenuta poi per soffocamento, e nessuno si sarebbe accorto di niente. L’agonia del religioso, sarebbe stata purtroppo lunga. Le ferite non sembrano indicare una reazione forte: il che potrebbe far pensare che il prete conoscesse la persona che lo ha aggredito. D’altro canto, è uscito in piena notte, nel bosco: il che appare insolito. Su questo punto, però, i confratelli che erano con lui in ritiro, nella cascina di Zagarolo, hanno risposto che don Lanfranco soffriva di insonnia, e amava meditare in silenzio nel bosco.
Sul caso indagano i Ris e considerando che i ricostruttori vivono in povertà, la rapina appare improbabile. Nella sua stanza non mancava nulla, ma vi erano tre teschi. Secondo fonti vicine alla comunità di preghiera di Zagarolo si tratterebbe di reliquie e sembra che gli inquirenti abbiano escluso la pista satanica, nella morte del religioso.