CINEMA – Venezia 2018: i 3 film italiani in concorso
Sono tre i film italiani in concorso per il Leone d’Oro di Venezia 2018. Uno è un remale, l’altro è un documentario, il terzo è un film in costume: sono Suspiria di Luca Guadaganino, What You Gonna Do When The World’s On Fire? di Roberto Minervini e Capri-Revolution di Mario Martone. Ve li presentiamo in orfine di apparizione/calendario al festival.
Il primo a scendere in campo è di certo anche il più atteso. I motivi sono diversi: Suspiria è il remake dell’horror leggendario di Dario Argento e chi ne ha preso in mano la regia è Luca Guadagnino, l’italiano dell’anno a Hollywooddopo l’exploit del suo Chiamami col tuo nome agli Oscar 2018.
Agli americani è bastato vedere le primissime immagini di Suspiria per stare male. Gli inglesi, appena è apparsa Dakota Johnson come la vedete nella foto sotto, hanno urlato ‘Dakota balla col diavolo’. Non ci resta che aspettare la proiezione veneziana per vedere quanto è rimasto dell’originale. Suspiria è un remake che è anche e soprattutto il film più ambizioso di Guadagnino, voluto e pensato per anni e con un cast impressionante, tra cui Tilda Swinton che interpreta tre parti, in due delle quali assolutamente irriconoscibile.
Ambientato nella Germania degli Anni 70, il film è incentrato sulla storia di una ballerina americana che si iscrive alla Tanz Akademie per seguirne i prestigiosi corsi di danza. Ma quando inizieranno a scomparire alcune ragazze scoprirà che l’istituto, fondato dalla potente e malvagia strega, la Mater Suspiriorum, è una copertura per lo studio delle scienze occulte… Guadagnino ha voluto nel cast la protagonista dell’originale, Jessica Harper.
A ruota dell’americano per adozione Luca Guadagnino, arriva l’altro italiano-americano di Venezia 2018. Tutt’altra storia, tutt’altro autore, tutt’altro stile…. What You Gonna Do When The World’s On Fire? di Roberto Minervini (nato a Fermo, nelle Marche, vive negli USA) è un documentario in bianco e nero che si/ci chiede ‘Che fare quando il mondo è in fiamme?’. Le fiamme sono quelle in cui rischiano di bruciarsi i personaggi che il regista è andato a cercare nell’estate del 2017, quella del riaccendersi degli scontri razziali. Una doonna cerca di risorgere dopo aver perso tutto, due ragazzini hanno inciso sul volto il passato della lotta, e poi gli indiani del Mardi Gras che lottano come le tribù dei pellerossa e le Black Panther che sono tornate…
Nei miei film precedenti ho raccontato storie del Sud americano che si sono svolte in forme inaspettate sotto i miei occhi. In What You Gonna Do When The Worlds’s On Fire? ho voluto scavare ancora più a fondo, alle radici della disuguaglianza sociale nell’America di oggi, concentrandomi sulla condizione degli afroamericani. Siamo riusciti ad avere accesso a quartieri e comunità di New Orleans off-limits per i più. Mossa dalla collera e dalla paura, la gente cercava un’occasione per racconatre a voce alta le proprie storie. La mia speranza è che questo film susciti un dibattito necessario sulle attuali condizioni dei neri americani che, oggi più che mai, assistono all’intensificarsi di politiche discriminatorie e crimini motivati dall’odio.
Infine, si ritorna in Italia (anzi, si arriva in Italia) con Capri-Revolution di Mario Martone, unico tra i tre film a essere ambientato nel nostro Paese. Non oggi però. Il regista napoletano di L’amore molesto, Il giovane favoloso e Noi credevamoci riporta al 1914, qundo l’isola era il paradiso in cui si riunivano fuggiaschi del Nord Europa, mentre una pastorella locale (Marianna Fontana, una delle due sorelle di Indivisibili, stavolta in versione single) li osservava… Ma sappiamo che tutti i film che raccontano il passato lo fanno per parlarci dell’oggi…
Siamo nel 1914, l’Italia sta per entrare in guerra. Una comune di giovani nordeuropei ha trovato sull’isola di Capri il luogo ideale per la propria ricerca nella vita e nell’arte. Ma l’isola ha una sua anima fortissima, che si incarna in una ragazza, una capraia di nome Lucia. Capri-Revolution racconta l’incontro tra Lucia, la comune guidata da Seybu e il giovane medico del paese. E racconta di un’isola unica al mondo, la montagna dolomitica precipitata nel Mediterraneo che all’inizio del Novecento ha attratto come un magnete chiunque sentisse la spinta dell’utopia e coltivasse ideali di libertà. Come i russi che, esuli a Capri, preparavano la rivoluzione.